Il Parlamento europeo adotta Arcipelago Pulito: stop costi smaltimento rifiuti per pescatori spazzini

Bonafè: «Governo recepisca subito direttiva. “Arcipelago pulito” fa scuola»

[15 Marzo 2019]

Il 13 marzo il Parlamento europeo ha approvato la direttiva Port Reception Facility e l’eurodeputata del PD Simona Bonafè è particolarmente soddisfatta perché finalmente così «I pescatori che portano a terra i rifiuti finiti accidentalmente nelle loro reti non ne diventano più automaticamente produttori, non trovandosi così costretti a scegliere se ributtare in mare le plastiche o assumersi i costi di smaltimento. Una bella vittoria quella portata a casa con il voto in Plenaria del Parlamento europeo sul testo finale della direttiva sul Port Reception Facility, (direttiva europea sugli impianti portuali di raccolta per il conferimento dei rifiuti delle navi) in difesa dei pescatori e dell’ambiente. Il testo votato, come da me richiesto in un emendamento, recepisce i principi messi in pratica dal progetto Arcipelago Pulito: una best practice toscana, prima in Italia e in Europa che ha fatto da apripista grazie al coinvolgimento di una cooperativa di pescatori di Livorno e alcuni pescherecci impegnati nella raccolta della plastica che galleggia o si deposita sui fondali. Adesso la parola passa agli Stati membri e chiediamo al governo e al ministro Costa che recepisca subito la direttiva in modo da attuare una vera politica di difesa dell’ambiente, della salute dei cittadini, del patrimonio ittico e del lavoro dei pescatori. Vediamo se almeno in questo dai proclami passano ai fatti».

Dopo la sperimentazione riuscita in Toscana grazie a un protocollo d’intesa siglato il 27 febbraio 2018 tra la Regione Toscana, il Ministero dell’ambiente, l’Unicoop Firenze, Legambiente, l’Autorità portuale del Mar Tirreno Settentrionale, Labromare che è la concessionaria per il porto di Livorno per la pulizia degli specchi acquei portuali, la Direzione marittima della Toscana, l’azienda toscana leader nell’economia circolare Revet e la cooperativa di pescatori Cft, l’iniziatva ha assunto fama nazionale e poi è sbarcata a Bruxelles grazie anche alla Bonafè che conclude: «Abbiamo corretto una stortura legislativa che penalizzava ingiustamente i pescatori che diventano finalmente protagonisti attivi dell’ambiente, essendo loro richiesto non solo di riportare quei rifiuti a terra senza alcun costo, ma di inserirli in un ciclo di riciclo quando possibile. L’Europa ha seguito l’esempio della Toscana e di questo ne sono particolarmente orgogliosa: una buona pratica che riconosce i pescatori quali figure fondamentali per un mare più pulito. Una risposta concreta dell’Europa a un problema altrettanto concreto perché difendere la salute del mare è nell’interesse di tutti e non solo di qualcuno».

«Siamo contenti che il nostro impegno sia servito da modello», aggiunge l’assessore alla presidenza della Toscana, Vittorio Bugli. Dopo i primi quattro mesi la sperimentazione è stata prorogata per altri quattro. E nei primi sei, da aprile fino allo scorso settembre, sono stati raccolti oltre 18 quintali di rifiuti, per un volume di oltre 24 mila litri. E’ la dimostrazione che la sfida di ripulire il mare da quanto altri vi hanno gettato o vi è arrivato attraverso i fiumi è possibile. Su diciotto quintali, quattordici sono plastiche non recuperabili e da avviare allo smaltimento, il 14 per cento (260 chili) plastiche riciclabili. «Se moltiplichiamo questo dato, raggiunto con sole sei barche impegnate, per tutti i pescherecci presenti in Italia – sottolinea Bugli – ben possiamo comprendere il contributo che allargare questo progetto darebbe alla salvaguardia dell’ambiente e allo sviluppo di un’economia collaborativa».