Lampedusa: chi ha incendiato il Centro Comunale di Raccolta?

Legambiente Sicilia: «Avevamo denunciato la situazione di degrado del CCR e lo smaltimento illegale di rifiuti»

[13 Giugno 2019]

Ieri è stato appiccato il fuoco al Centro Comunale di Raccolta di contrada Taccio Vecchio a Lampedusa, dove erano stoccati in modo non corretto materassi, montagne di rifiuti vegetali, ingombranti e dove da mesi giacciono ammassati montagne di rifiuti urbani indifferenziati, copertoni, plastica, batterie e rifiuti ingombranti, provenienti dalla raccolta di novembre 2018. Sono intervenuti i vigili del fuoco e, dopo che il maestrale ha spinto la nube nera fino al paese, anche due canadair.

Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia, sottolinea: «Lo avevamo denunciato come Legambiente a novembre e dicembre del 2018 e ad inizio dell’anno 2019 anche con il nostro Centro di Azione Giuridica, segnalando anche abbandoni e smaltimenti di rifiuti in molte zone di Lampedusa ed all’interno di un vasto territorio di grande interesse ambientale vincolato dall’Unione Europea come Zona Speciale di Conservazione e Zona di Protezione Speciale. A dicembre erano intervenuti i Carabinieri Forestali di Agrigento con alcuni sequestri ma la situazione non è sostanzialmente mutata. La Magistratura accerti tutte le responsabilità e come Legambiente ci costituiremo parte civile. Urge verificare anche la ricaduta di inquinanti a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini».

Agrigento Notizie scrive che  nell’area della discarica «Erano state programmate per i prossimi giorni delle ispezioni, delegate dalla Procura della Repubblica di Agrigento» e che « L’intera zona era stata posta infatti sotto sequestro, da parte dei carabinieri forestali, nell’ambito di un’indagine della Procura». Ma dopo il sequestro la discarica non è mai stata bonificata. La Procura di Agrigento, che ha aperto una inchiesta per ora contro ignoti, ipotizza la violazione dei sigilli e dice che, con molta probabilità, l’incendio sarebbe stato appiccato per «cancellare eventuali prove di oggetti gettati nella discarica».

Lo dichiara.

Il responsabile locale del Pd, Peppino Palmeri, ha ricordato che «Negli anni dell’amministrazione Nicolini non si erano più verificati incendi alla discarica. Questo mi porta a pensare che l’incendio di oggi sia di natura dolosa».

E la polemica sull’incendio sembra tutta interna proprio all’area Pd che si è divisa alle ultime elezioni comunali, infatti è intervenuta anche la ex sindaca PD di Lampedusa e Linosa Giusi Nicolini che sulla sua pagina Facebook ha polemizzato con l’amministrazione del nuovo sindaco ex Pd Salvatore Martello: «Ritorna tutto quello che era finito da anni, che sembrava passato. E’ tornato il tempo dei rifiuti incendiati, delle discariche a cielo aperto, di un intero paese avvolto dalla diossina assassina, delle mega-discariche di detriti e rifiuti speciali persino a due passi dalle aule dove i bimbi sono andati a scuola ogni giorno per tutto l’anno, respirando polveri di ogni genere. Giusi Nicolini. E’ tornata l’isola senza la raccolta differenziata, la penuria di acqua persino a Linosa, dove l’acqua era l’unico problema che non c’era per gli abitanti. L’isola dove la guerra si fa ai migliori presidi di civismo e attivismo ambientale e culturale, come la riserva gestita da Legambiente. Insomma, è tornata l’isola delle amministrazioni Martello che ben conoscevamo ed è persino resuscitata quella di De Rubeis, che malgrado tutto, almeno aveva una opposizione che denunciava, che proponeva. Piange il cuore di fronte alla diossina che avvelena la nostra povera isola. Piange l’anima, perché quel centro di trasferenza in fiamme sembra la metafora di tutto ciò che è andato in fumo: anni di durissimo lavoro per mettere a sistema tutto il comparto ambientale, per cambiarla davvero questa isola insieme alla vita dei suoi abitanti, così come avevamo dimostrato di potere e sapere fare per la spiaggia dei Conigli. Finiamola presto, però, di piangere. C’è da sbracciarsi le maniche per tutte le persone di buona volontà, altrimenti questa nostra isola non la difende nessuno».