Riclassificazione rifiuti, la Camera prova a limitare i danni ma dal governo ancora silenzio

[27 Febbraio 2015]

Tra neanche 24 ore avranno già 10 giorni di vita le nuove “linee-guida” nazionali per la classificazione dei rifiuti, e hanno già fatto più danni della grandine: «Poche frasi e non una trattazione sistematica di un tema così complesso», è stato l’immediato giudizio dell’Associazione italiana esperti ambientali, ma comunque (o forse proprio per questo) in grado di gettare nel caos il settore:

Per effetto di tali linee guida, come ormai noto, trascorsi i 180 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del D.L. 91/2014 (ossia proprio dal 18 febbraio scorso), due terzi dei rifiuti speciali italiani insieme a una frazione degli urbani – fanno circa 100 milioni di tonnellate – hanno una destinazione assai incerta.  «Se non si può dimostrare con analisi accurate che sono innocui – spiega Jacopo Giliberto sul Sole 24 Ore – tutti i rifiuti delle attività economiche (“speciali”) diventano automaticamente “pericolosi”. Devono essere trattati nei pochi impianti disponibili in Italia a caro prezzo, oppure devono essere caricati sui camion per essere esportati […] Impossibile calcolare i costi, ma si parla di tariffe anche 10 volte» più salate di quanto preventivato fino al 17 febbraio. Senza contare il concretissimo rischio per i gestori delle imprese che quegli stessi rifiuti hanno trattato senza problemi fino a pochi giorni fa di andare ora fuori legge nell’esercizio della propria attività.

Un rischio che alcuni deputati (Carrescia, Mariani, Braga, Giovanna Sanna, Realacci, Morani, Manzi, Zanin) hanno provato a limitare con un ordine del giorno in merito presentato al governo. Il testo, citato dal Sole 24 Ore e che greenreport propone in allegato in versione integrale, impegna il governo ferma restando la sanzionabilità di ogni altra condotta illecita nella gestione del rifiuti, ad adottare con urgenza gli atti necessari per escludere la punibilità per il mancato adeguamento alla normativa sulla classificazione dei rifiuti prevista dall’articolo 13, comma 5, lettera b-bis del decreto-legge 24 giugno 2014 n. 91 per fatti commessi fra il 18 febbraio e l’entrata in vigore del «Regolamento UE n. 1357/2014 della Commissione del 18 dicembre 2014 che sostituisce l’allegato III della Direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive» e della «Decisione della Commissione del 18 dicembre 2014 che modifica la Decisione 200/532/CE relativa all’elenco dei rifiuti relativa alla Direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio.

Una richiesta di buon senso, firmata già il 20 febbraio, due giorni dopo che le nuove norme erano deflagrate all’interno della normativa italiana. I giorni però passano, e di risposte concrete da parte del governo ancora non si vede l’ombra.