Sarno, ancora pioggia e allagamenti. Geologi: «A rischio 200 milioni di euro di investimenti»

[30 Aprile 2014]

Mentre esondano i due affluenti del Sarno , il Rio San Marina e il Rio Palazzo, rischiamo di perdere 200 milioni di euro dall’Europa per il più moderno ed ingegnoso progetto di sistemazione idraulica e di riduzione del rischio idrogeologico nell’ampio bacino del fiume Sarno. Oggi 44.000 abitanti e più di 800 ettari di terreno  sono in aree a rischio elevato o molto elevato . Con la realizzazione del Grande Progetto non avremmo nessun abitane e zero ettari in aree a rischio.

Ancora una volta le forti piogge della notte e della mattinata hanno provocato allagamenti a Sarno e in diverse zone dell’agro-nocerino; in base alle notizie diffuse sinora, questa volta ad esondare sono stati i due affluenti del Sarno, il Rio San Marina e il Rio Palazzo e intere aree destinate a coltivazioni agricole  sono finite sott’acqua.  Quella di oggi è stata l’ennesima esondazione che si è verificata tra l’autunno 2013 e la primavera 2014, ma forse dovremo abituarci a continuare a subire allagamenti anche per il futuro visto quello che sta succedendo intorno al Grande Progetto del fiume Sarno, tra ricorsi al TAR e opposizioni di alcuni comuni.

E’ sempre più probabile, difatti,  che il più moderno ed ingegnoso progetto di sistemazione idraulica e di riduzione del rischio idrogeologico nell’ampio bacino del fiume Sarno svanisca nel nulla, insieme agli oltre 200 milioni di finanziamento garantiti dalla UE.

Oggi abbiamo circa 44.000 abitanti e più di 800 ettari di terreno in aree a rischio elevato o molto elevato, con la realizzazione del Grande Progetto del Sarno non avremmo nessun abitante e zero ettari in aree a rischio elevato e molto elevato, in riferimento alla piena centennale;  invece rischiamo di continuare ad avere alluvioni ed allagamenti in tutta l’area, come succede da decenni, con il loro carico di danni ed a volte di vittime.

Ciò che viene paventato sono ipotetici rischi e danni ambientali e inquinamento delle falde, tutti da dimostrare, per la costruzione di vasche di laminazione ed aree di esondazione controllata. Ma di cosa parliamo? Non sono molto più pericolosi per l’ambiente e la salute le innumerevoli esondazioni di acque inquinate che si susseguono su territori molto più vasti ogni anno proprio per il disordine idraulico del Sarno e dei suoi affluenti?

Chi dice queste cose ignora o fa finta di ignorare che questo progetto è inquadrato in un articolato complesso di interventi che comprendono, in particolare, anche la bonifica ambientale dell’area con i progetti inseriti nel Piano del Commissario Delegato per l’emergenza ambientale (ex Generale Jucci) oggi trasferiti all’Arcadis.

E allora, citando un politico che ora non c’è più, che diceva che “a pensar male si fa peccato, ma a volte ci si azzecca” non vorrei che a soffiare sul fuoco di timori e preoccupazioni ed a dare cattivi consigli agli amministratori locali, sia solo qualche tecnico in cerca di incarichi e consulenze.

Non realizzare questo progetto significa sprecare un’occasione più unica che rara, con gravi conseguenze sullo sviluppo dell’area e sulla sua economia, sul patrimonio immobiliare e sull’ambiente e chi lo determinerà si assumerà  tutte le responsabilità del caso.

di Francesco Peduto, presidente dell’Ordine dei geologi della Campania