Consiglio nazionale delle ricerche: al via le stabilizzazioni per 1,200 persone

Inguscio: una grande opportunità per lo sviluppo e il progresso del Paese e per il successo della ricerca italiana

[31 Luglio 2018]

Il Consiglio di amministrazione del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) ha annunciato che «nella seduta del 30 luglio, ha formalmente avviato le procedure che condurranno alla stabilizzazione, entro dicembre 2018, di circa 1.200 persone. Si tratta di ricercatori, tecnologi e anche tecnici ed amministrativi attualmente precari, che potranno quindi vedere trasformato a tempo indeterminato il proprio contratto».

Nei giorni scorsi il presidente del Cnr Massimo Inguscio, aveva firmato i bandi di concorso riservati al personale (ricercatori e tecnologi), con contratto di lavoro flessibile, che hanno maturato i requisiti per la stabilizzazione e che il recente aumento del finanziamento ordinario per il Cnr, deciso dal Miur, consentirà di incrementare di alcune centinaia di posti. Anche in questo caso le procedure andranno a concludersi entro la fine dell’anno.

Al Cnr sottolineano che «Prosegue quindi il percorso tracciato nel Programma Triennale del Consiglio nazionale delle ricerche finalizzato al consolidamento e alla valorizzazione del capitale umano, risorsa fondamentale per la ricerca e lo sviluppo e per il potenziamento delle attività in aree strategiche, quali le scienze relative allo studio dei cambiamenti climatici, la salute dell’uomo, la gestione efficiente delle risorse agricole ed idriche, lo sviluppo di materiali e dispositivi innovativi, le ricerche e le tecniche per la medicina di precisione e farmaci personalizzati ad esempio per combattere il cancro e in altri settori fondamentali».
Inguscio conclude: «Ci eravamo impegnati, insieme al Consiglio di amministrazione, a procedere, nei tempi previsti, alla stabilizzazione del personale precario. Si tratta non solo di contribuire alla soluzione del problema del precariato, ma anche di una grande opportunità per il Cnr, che può così consolidare l’investimento fatto negli anni in formazione del personale e rafforzare le proprie attività scientifiche in settori di fondamentale importanza per lo sviluppo e il progresso del Paese e per il successo della ricerca italiana. E’ un passo importante verso la stabilizzazione del personale precario dell’Ente. Proseguiremo su questa strada, con le risorse che attendiamo anche per gli anni 2019-2020».