In Europa la Morte Nera colpì duramente anche le aree rurali (VIDEO)

Una sepoltura di massa di vittime della peste scoperta nel sito di un antico ospedale monastico del XIV secolo dell'Abbazia di Thornton, nel Lincolnshire

[19 Febbraio 2020]

Mentre il mondo – e l’Italia in particolare – è in piena isteria da coronavirus, gli archeologi dell’Università di Sheffield hanno annunciato di aver portato alla luce 48 scheletri, molti dei quali di bambini, in un luogo di sepoltura di vittime della Morte Nera, come venne chiamata la peste bubbonica. Si tratta di un ritrovamento rurale estremamente raro.

La morte nera fu una delle peggiori pandemie della storia umana che colpì le popolazioni europee dal 1346 al 1353, provocando la morte di circa 75 – 200 milioni di persone.

Nello studio “A Black Death mass grave at Thornton Abbey: the discovery and examination of a fourteenth-century rural catastrophe” pubblicato su Antiquity”, un team di ricercatori britannici e canadesi dice che «La presenza di un così grande sito di sepoltura, che contiene sia adulti maschi che femmine, nonché 27 bambini, suggerisce che la comunità locale fu sopraffatta dalla Morte Nera e non fu capace di far fronte al numero di persone che morirono».

Il direttore degli scavi, Hugh Willmott del Dipartimento di archeologia dell’università di Sheffield, che lavora nel sito dal 2011, ha spiegato perché la scoperta è così importante: «Nonostante il fatto che ora si stimi che durante la Morte Nera sia morta fino alla metà della popolazione inglese, in questo Paese tombe plurime associate all’evento sono estremamente rare e sembra che le comunità locali, possibilmente, avessero continuato a disporre dei loro cari come al solito. Gli unici due siti del XIV secolo precedentemente identificati in cui è stato identificato il Yersinia pestis (il batterio responsabile della peste) sono cimiteri storicamente documentati a Londra, dove le autorità civiche furono costrette ad aprire nuovi cimiteri di emergenza per far fronte a numeri molto grandi dei morti urbani. La scoperta di una sepoltura di massa precedentemente sconosciuta e completamente inaspettata risalente a questo periodo, in un angolo tranquillo del Lincolnshire rurale, è finora unica e fa luce sulle reali difficoltà incontrate da una piccola comunità mal preparata ad affrontare una minaccia così devastante».

Willmott fa notare che «Mentre gli scheletri sono interessanti, rappresentano solo la fine della vita di qualcuno e in realtà ciò che ci interessa in quanto archeologi è la vita che hanno condotto prima di morire. Uno dei modi in cui possiamo collegarci a loro è attraverso gli oggetti quotidiani che si sono lasciati alle spalle. Un manufatto che abbiamo trovato all’Abbazia di Thornton era un piccolo ciondolo. E’ una croce Tau ed è stata trovata nell’edificio dell’ospedale scavato. Questo ciondolo veniva usato da alcune persone come presunta cura contro una disturbo chiamato fuoco di Sant’Antonio, che nella scienza moderna è probabilmente una varietà di malattia della pelle. Prima di iniziare lo scavo, il sito era solo un normale campo verde dove hanno pascolato le pecore per centinaia di anni, ma come molti campi in tutta l’Inghilterra, non appena si toglie il prato, l’archeologia può rivelare strati di storia».

Campioni di denti dagli scheletri trovati nel sito dell’Abbazia di Thornton sono stati inviati alla McMaster University in Canada, dove dalla polpa dei denti è stato estratto con successo l’antico DNA e i successivi test hanno rivelato la presenza di Yersinia pestis che, secondo la documentazione storica, raggiunse il Lincolnshire nella primavera del 1349.

Diana Mahoney Swales, del Department for lifelong learning dell’università di Sheffield, che sta conducendo lo studio dei corpi, ha sottolineato che «Solo una volta che gli scheletri tornano in laboratorio, abbiamo iniziato a capire correttamente chi erano veramente queste persone. Lo abbiamo fatto identificando se erano maschi o femmine, bambini o adulti. E poi abbiamo iniziato a studiare le malattie che possono aver avuto, come le malattie metaboliche come il rachitismo e lo scorbuto, che sono malattie degenerative per lo scheletro. Tuttavia, per le malattie come la peste, che sono letali, dobbiamo utilizzare l’analisi del DNA antico per indagare ulteriormente».

Le differenze nei livelli tra le file di corpi sepolti nella tomba comune suggeriscono che sia stata «riempita nel corso di diversi giorni o settimane». La datazione al radiocarbonio di due scheletri indica che le vittime della Morte Nera morirono tra il 1295 e il 1400, mentre la ceramica e due penny d’argento trovati nella tomba hanno permesso di restringere la data della loro morte entro la metà del XIV secolo. E la peste bubbonica ha colpito il Lincolnshire entro la primavera del 1349.

L’età degli scheletri, che varia da 1 anno a oltre 45 anni, da ulteriore credito alla teoria che sia avvenuto qualcosa di devastante. Anche se Willmott ha fatto notare in un’intervista a Live Science che nei cimiteri medievali sono sepolti soprattutto individui molto giovani e relativamente anziani, particolarmente sensibili a malattie e lesioni, «Quello che abbiamo non è affatto quel profilo. Siamo in grado di dire dalla proporzione di individui che tutti sono stati colpiti e tutti sono morti», per la peste.

Finora i ricercatori pensavano che i villaggi rurali, con piccole popolazioni, avessero fatto fronte al numero delle vittime della peste seppellendo i morti in tombe separate, proprio come avrebbero fatto normalmente. Ma, secondo gli autori dello studio, la fossa comune nel Lincolnshire rappresenta la prima fossa comune della Morte Nera trovata in Gran Bretagna in un contesto non urbano».

I ricercatori sospettano che un ospedale gestito dal clero dell’Abbazia di Thornton fosse situato appena fuori dalle mura del monastero e dei documenti del 1322 fanno riferimento all’edificio e ai resti di una struttura scoperta a sud della tomba che potrebbe essere stata il punto in cui un tempo sorgeva l’ospedale. Se molte persone sono morte in quella struttura durante la Morte Nera, i sacerdoti potrebbero aver deciso s di seppellirne i corpi in una tomba comune invece che in sepolture distinte. La posizione della tomba suggerisce anche che in quel luogo è successo qualcosa di profondamente diverso dan normale: «Normalmente, i morti del Lincolnshire sarebbero stati sepolti in un cimitero parrocchiale nelle vicinanze – ha detto Willmott a The Guardian – Probabilmente era morto il il prete o il becchino, [così] si sono rivolti alla chiesa, ai canonici dell’abbazia lungo la strada».

Quindi, secondo lo studio, la sepoltura di massa del Lincolnshire sembra rappresentare «un fallimento catastrofico del sistema stabilito di trattare i morti».

Ma le sepolture erano tutt’altro che casuali. Sulla base della compressione delle spalle degli scheletri, i ricercatori pensano che i corpi fossero stati avvolti in sudari, quindi accuratamente disposti in otto file.

Willmott conclude: «Stavano cercando di trattarli nel modo più rispettoso possibile, perché nel Medioevo era molto importante dare una sepoltura adeguata ai morti. Anche se è stato l’apice di un terribile disastro, si stavano prendendo più cura possibile dei morti».

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