Tablet e software speciali per raccogliere dati in condizioni estreme

L’università toscana trasloca in Antartide

Ritorno nel Continente bianco per gli atenei di Pisa e Siena, alla ricerca di meteoriti e paesaggi fossili

[23 Dicembre 2014]

Il 26 dicembre i ricercatori dell’università di Pisa partiranno per una spedizione in Antartide «alla ricerca di meteoriti, in quello che è un terreno privilegiato per la raccolta di materia extraterrestre per studi sull’origine e sull’evoluzione del sistema solare». I due ricercatori sono stati inseriti nella XXX missione del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra), finanziata dal ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e partecipano al progetto “Meteoriti Antartiche” coordinato da un altro ricercatore dell’Università di Pisa, Luigi Folco. «A guidare il gruppo sul terreno sarà Maurizio Gemelli, ricercatore del dipartimento di Scienze della Terra – spiegano all’ateneo pisano – a cui si aggiungeranno Jacopo Nava, studente laureando del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, e Gabriele Giuli, ricercatore dell’Università di Camerino. La missione inizierà ufficialmente il 26 dicembre con la partenza dall’Italia per il lungo viaggio verso il continente antartico. L’arrivo in Antartide è previsto per il 30 dicembre quando un volo dalla Nuova Zelanda porterà i ricercatori sul continente bianco. La durata della missione sarà di circa 40 giorni con il rientro previsto per il 6 febbraio 2015».

I due ricercatori pubblicheranno un diario delle loro attività sulla pagina Facebook “La spedizione in Antartide dell’Università di Pisa”.

Gli studiosi pisani utilizzeranno come supporto logistico la base italiana del Pnra  “Mario Zucchelli”, sulla costa del Mare di Ross, nella Baia Terra Nova, gestita dall’Enea e che è aperta dalla metà di ottobre. «Da qui – si legge in un comunicato – si muoveranno per montare un campo remoto sul plateau polare a ridosso delle Montagne Transantartiche, dove si tratterranno per più di due settimane alla ricerca di meteoriti, con una temperatura media che oscillerà intorno ai -25° C e un vento di oltre 60 chilometri all’ora. Nel 2012-13 lo stesso gruppo di ricerca aveva effettuato un’altra spedizione in Antartide con risultati straordinari con il ritrovamento di oltre 100 meteoriti tra le quali due rarità: una meteorite lunare e una condrite carboniosa. Meteoriti rarissime che nascondono al loro interno segreti sulla formazione del nostro satellite e del nostro Sistema Solare».

Ma non c’è solo l’università di Pisa, nel Continente bianco. In Antartide sta infatti per iniziare anche l’attività di ricerca geologica dell’Università di Siena e già dal  27 dicembre tutte le notizie in diretta, le immagini e le curiosità che emergeranno dall’attività quotidiana di indagine tra i ghiacci saranno “postate” sul blog http://geoantarctica.wordpress.com. Anche il team senese è ospitato nella base italiana Mario Zucchelli ma lavorerà anche dalla base americana McMurdo ai piedi delle Montagne Transantartiche. «Da qui il gruppo di spedizione raggiungerà le aree di ricerca utilizzando elicotteri strumentati con videocamere ad altissima risoluzione, capaci di atterrare anche sui crinali più impervi – spiegano all’ateneo senese – I quattro ricercatori, Gianluca Cornamusini, Matteo Perotti, Sonia Sandroni e Franco Talarico, sperimenteranno in condizioni ambientali estreme dei tablet particolari, con uno specifico software per acquisire sul campo e in modo geo-referenziato dati in formato testo, audio e immagine, sui campioni di minerali, fossili e rocce. La ricerca, coordinata dall’Università di Siena, punta a ricostruire eventi salienti della storia geologica di un’ampia regione dell’Antartide, da quelli più “recenti” di modellamento del paesaggio, legati all’azione erosiva e di trasporto e accumulo dei ghiacci e al sollevamento delle montagne (la storia degli ultimi 60 milioni di anni), ai processi che hanno formato le rocce fluviali e lacustri con abbondanti resti di rettili, pesci e foreste del Trias (circa 200 milioni di anni fa). Il lavoro riguarderà anche i processi più antichi delle Montagne Transantartiche, antiche catene montuose simili all’Himalaya, con tempi variabili da 550 milioni di anni fa a oltre 1,7 miliardi di anni fa».

La spedizione del team senese dovrebbe concludersi il 5 febbraio 2015 e i ricercatori assicurano che « Tutti i risultati della ricerca verranno divulgati e saranno oggetto di attività di educazione scientifica, sia durante la spedizione che dopo, con conferenze presso le scuole in Toscana e Piemonte, e la realizzazione di un breve documentario didattico. La spedizione, supportata per la logistica dall’Agenzia Enea, viene sviluppata secondo gli obiettivi di un progetto di ricerca finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel 2013. Il progetto di ricerca coinvolge ricercatori di tre strutture dell’Ateneo di Siena (il dipartimento di Scienze fisiche, della Terra e dell’ambiente, il Centro di Geotecnologie e il Museo Nazionale dell’Antartide), ricercatori degli atenei di Padova e di Roma Tre e di due centri di ricerca del Cnr (Pisa e Milano) e insegnanti di scienze o geografia di due istituti di istruzione secondaria (Prato, Pinerolo)».

Inoltre, per spiegare la storia dei ghiacci antartici e la sua evoluzione in risposta ai cambiamenti climatici, i ricercatori hanno rilasciato gratuitamente la seconda edizione di Clast, una applicazione per iPad (itunes.apple.com/us/app/clast/) e per web (www.smiledragon.it/SCAMBIO/CLAST/Clast.html) didattica e interattiva, a disposizione di studenti e insegnanti.