Oms, ecco cosa sappiamo davvero su salute e malattie legate ai migranti

La massima autorità mondiale in fatto di sanità si è espressa dopo aver passato al vaglio 13mila documenti

[21 Gennaio 2019]

Secondo dati Onu nel 2018, 2.262 migranti – uomini, donne, bambini – hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa lungo le rotte del Mediterraneo, e anche nei giorni scorsi nuovi naufragi hanno portato a fondo 170 persone nell’indifferenza degli Stati europei, con il nostro in prima fila. Un’ignavia che si tenta di giustificare davanti agli occhi dell’opinione pubblica facendo spazio a ogni genere di fake news, come quella che l’arrivo di migranti porterebbe con sé anche nuove malattie. Non è così, come spiega oggi l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che insieme all’italianissimo Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà (Inmp) ha passato in rassegna 13mila documenti relativi alla salute dei migranti arrivati nella regione europea Oms per pubblicare il primo Report on the health of refugees and migrants in the WHO European Region.

Le prime bufale che vengono smontate sono quelle relative al reale flusso di migranti: attualmente circa 68,5 milioni di persone al mondo sono state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni, e in 25,4 milioni per farlo hanno dovuto attraversare un confine internazionale. Tuttavia, il volume globale di rifugiati e migranti in percentuale della popolazione mondiale è rimasto relativamente stabile per diversi decenni (pari a circa il 3% della popolazione mondiale), e contrariamente a quanto comunemente percepito, l’85% dei rifugiati a livello mondiale è ospitato nei paesi in via di sviluppo.

A fronte di una popolazione nazionale di poco inferiore ai 60 milioni di abitanti, l’Italia invece ospita 5,9 milioni di migranti internazionali, che dunque rappresentano circa il 10% della popolazione: in Grecia si arriva all’11%, in Francia al 12,2%, in Spagna al 12,8%, in Germania al 14,8%, fino al 17,6% della Svezia o al 29,6% della Svizzera. Questi i veri numeri, anche se in alcuni paesi europei i cittadini stimano «che ci siano 3 o 4 volte più migranti di quanti sono realmente», sottolinea l’Oms. Nel caso italiano le stime percepite arrivano anche a sei volte tanto i numeri reali.

Un’altra grande bufala è legata alle malattie che i migranti porterebbero con sé, costituendo dunque una minaccia per la salute del Paese d’arrivo. Anche in questo caso, non è così. La massima autorità mondiale in fatto di sanità spiega che «verosimilmente migranti e rifugiati hanno una buona salute generale, ma possono essere esposti al rischio di ammalarsi durante la migrazione o durante il soggiorno nei paesi di accoglienza, a causa di cattive condizioni di vita o  cambiamenti nel loro stile di vita».

Per questo «fornire una copertura sanitaria di qualità e accessibile nonché protezione sociale per tutti i rifugiati e migranti indipendentemente dal loro status giuridico» è importante, non solo per la loro salute ma per quella di tutti: da una parte quello alla salute «è un diritto umano fondamentale» e i migranti «contribuiscono attivamente allo sviluppo sia della loro società di accoglienza che dei loro paesi nativi». Inoltre, gruppi di popolazioni con una copertura sanitaria inferiore rispetto al resto «possono influire negativamente sulla salute di tutti».

L. A.