Per mappare i fondali marini europei è necessaria la cooperazione scientifica

FIXO3 offre ai ricercatori marini la possibilità di usare gratuitamente 15 osservatori

[7 Luglio 2015]

Il progetto Fixed-point Open Ocean Observatory network (FixO3), avviato nel settembre 2013, si propone di aggiungere valore a 15 osservatori  multidisciplinari europei che, dall’Oceano Artico al centro dell’Atlantico e a largo delle coste di Creta effettuano misurazioni dei fondali marini in mare aperto. Stazioni di monitoraggio che rappresentano un’eccezionale risorsa di ricerca perché rendono più facile il monitoraggio dell’ambiente che cambia ed aiutano gli scienziati europei a comprendere meglio come funziona il sistema globale degli oceani.

I partner italiani di sono FixO3 Consiglio Nazionale delle Richerche (CNR), Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) e FixO3, che nei 4 anni della sua durata riceverà 7 milioni di euro di finanziamenti Ue, punta a raggruppare i 15 osservatori in una «infrastruttura coerente e interoperabile» ed offre agli istituti di ricerca marina la possibilità di richiedere il Transnational Access (Tna) cioè «Il pieno accesso con un sostegno scientifico e tecnologico. Il TNA è una forma di sostegno per gli utenti esterni mediante un accesso coordinato a infrastrutture di ricerca all’avanguardia e pieno sostegno logistico gratuiti. L’infrastruttura copre 14 osservatori dell’oceano aperto e un luogo di prova in acque poco profonde. Gli utenti interessati possono richiedere accesso a una o più infrastrutture e istallazioni e ricevere tutta l’assistenza tecnica necessaria».

Il team di FixO3sottolinea che il primo bando per Tna, chiuso il 31 luglio 2014, «ha ricevuto un totale di 15 proposte per nove delle infrastrutture che offrivano l’accesso. Uno dei richiedenti ha potuto testare una videocamera automatica presso l’osservatorio in acque basse in Spagna. Questo ha permesso all’istituto di ricerca italiano Enea, proprietario della videocamera, di testare la sua abilità di analizzare la struttura di una specifica comunità di pesci».

Il primo maggio di quest’anno è stato pubblicato il secondo invito a presentare proposte per il Tna e per farlo c’è tempo fino al 20 luglio. «I richiedenti – si legge in una nota – sono invitati a contattare il manager dell’osservatorio dell’infrastruttura FixO3 prescelta per una valutazione di pre-fattibilità del progetto prima di presentare le proposte, che saranno poi valutate da un comitato di esperti. I gruppi di utenti, in particolare quelli provenienti da paesi nei quali non esistono infrastrutture di ricerca simili, sono incoraggiati a fare domanda».

Secondo il bollettino scientifico dell’Ue Cordis, il progetto, che si concluderà ad agosto 2017, «E’ sulla buona strada per raggiungere un approccio multidisciplinare integrato regionale per capire meglio i cambiamenti che si verificano nell’oceano naturalmente e a causa delle attività umane. Uno dei risultati del progetto sarà l’istituzione della più grande rete coordinata al mondo di osservatori, che coprirà tutte le parti dell’oceano dalla superficie al fondale».

FixO3 ha recentemente pubblicato il rapporto “Deep Sea Mining” sull’industria mineraria in mare profondo, sottolineando le sfide e le opportunità per suoi partner ed evidenziando: «Anche se l’attività mineraria in mare profondo rappresenta un settore nuovo e importante di studio e investimento nell‘ambiente marino, si trova a fronteggiare una serie di significative sfide tecnologiche riguardanti l’estrazione e l’operazione, e questioni ambientali, legislative e socio-economiche. I partner di FixO3 sono in una buona posizione per fare un’analisi da esperti e consigliare su questa importante questione».
Per ulteriori informazioni:

http://www.fixo3.eu/