Sull’Appennino tosco-emiliano nasce un polo d’eccellenza su fusione nucleare e radiofarmaci

Siglato il Protocollo d’intesa tra Enea, Toscana ed Emilia-Romagna, potrebbe portare fino a 100 milioni di euro di investimenti

[15 Gennaio 2019]

Grazie al Protocollo d’intesa tra Regione Emilia-Romagna, Regione Toscana ed Enea nascerà a Brasimone – sull’Appennino tosco-emiliano, a 60 chilometri da Firenze e Bologna – un polo scientifico di eccellenza internazionale sulle tecnologie per la fusione nucleare, per la produzione di radiofarmaci destinati alla diagnosi e alla terapia dei tumori. L’obiettivo è quello di rilanciare e valorizzare il know-how e le grandi apparecchiature sperimentali già presenti al centro Enea di Brasimone, prevedendo investimenti che potrebbero arrivare fino a 100 milioni di euro e la creazione di nuovi posti di lavoro sia all’interno della struttura Enea che nell’indotto dell’area.

Si tratta di una firma che arriva in un momento particolare a livello internazionale, con il Canada – oggi il maggior produttore mondiale – deciso a chiudere per motivi di obsolescenza i reattori impegnati nella produzione radiofarmaci per la medicina nucleare, aprendo così spazi importanti per altri produttori con processi alternativi. L’Italia, con il centro del Brasimone e con l’impianto che verrà realizzato nel centro Enea della Casaccia, a Roma, potrebbe conquistare un ruolo di rilievo in questo campo attraverso la ricerca sulla fusione nucleare – processo opposto alla fissione, sulla quale si basa sia la tecnologia per le centrali atomiche sia quella per le bombe nucleari –, che ormai da decenni viene inseguita (finora con scarso successo, ma un ampio ammontare di fondi spesi) anche come opzione per produrre energia pulita, inesauribile, sicura con lo stesso meccanismo che ‘accende’ il sole e le stelle.

Quest’intesa – spiega il presidente Enea, Federico Testa – ha una valenza strategica perché consente di avviare la realizzazione di un centro di eccellenza in settori molti innovativi, facendo leva sulle competenze, la professionalità e le conoscenze acquisite in decenni di ricerca all’interno. È un risultato di rilievo per poter cogliere le opportunità e le prospettive di sviluppo molto interessanti che si aprono a livello internazionale nel settore dei radio farmaci rispetto alle quali vorremmo coinvolgere anche operatori privati».

Nel dettaglio, a Brasimone in una prima fase verranno realizzate le infrastrutture dove sperimentare la possibilità di produrre radionuclidi mediante neutroni da fusione: i primi studi e le prime sperimentazioni sono già in via di realizzazione anche grazie ai finanziamenti in ambito Eurofusion. Successivamente si partirà con il primo prototipo di macchina (Sorgentina Rf) con l’obiettivo di arrivare a coprire fino ad un terzo del fabbisogno mondiale di radionuclidi come il Tecnezio 99 con il quale vengono effettuate circa 30 milioni di tomografie ad emissione di fotone singolo (Spect) all’anno, per un valore stimato di otto miliardi di dollari. Oltre che alle tecnologie per i radiofarmaci, verranno sviluppati specifici progetti collegati al reattore a fusione Demo e alla Divertor Tokamak Test Facility, il grande polo scientifico tecnologico che si spera possa dare risposte alle molte problematiche ancora aperte nel processo di fusione per una futuribile produzione di energia “pulita” e sostenibile.

«Innanzitutto – commenta l’assessore alle Attività produttive della Regione Toscana, Stefano Ciuoffo – c’è da dare atto ad Enea per la fattiva disponibilità con la quale ha ascoltato le richieste delle due regioni arrivando a trovare soluzioni all’altezza per rilanciare un centro come quello di Brasimone che ha potenzialità ancora inespresse. Gli investimenti prospettati e la capacità di creare sinergie con università e organismi di ricerca di Toscana ed Emilia Romagna renderà ancora più centrale il lavoro qui svolto diventando centro di attrazione di competenze e “cervelli” con ricadute positive per tutto il territorio. È un risultato ottenuto con gioco di squadra e siamo anche soddisfatti per i campi di ricerca individuati per il Brasimone che aprono prospettive davvero di forte sviluppo».