Vaccini, gli europei sono i più contrari del mondo. In testa la Francia

L'Italia è tra i Paesi più scettici sull’importanza della vaccinazione

[14 Settembre 2016]

Secondo il rapporto “The State of Vaccine Confidence 2016: Global Insights Through a 67-Country Survey”, la  grande indagine  globale mai fatta sulla fiducia nei vaccini, pubblicata su EBioMedicine e che analizza gli atteggiamenti al riguardo in 67 Paesi, «La fiducia dell’opinione pubblica nei vaccini varia ampiamente tra i paesi e regioni del mondo, e la regione europea è la più scettica riguardo alla sicurezza dei vaccini».

Uno scetticismo che tocca il suo picco in Francia e che sembra crescere nonostante i recenti focolai di malattie scatenati da persone che rifiutano la vaccinazione. Secondo il team che ha redatto lo studio, formato da ricercatori britannici, francesi e di Singapore, «i risultati forniscono informazioni preziose, che potrebbero aiutare i politici a identificare e risolvere i problemi».

Lo studio è il frutto di interviste a quasi 66.000 persone in  67 Paesi, per scoprire se per il loro i vaccini sono importanti, sicuri, efficaci e compatibili con le loro credenze religiose e ne è venuto fuori che «Anche se il sentimento generale verso i vaccini è positivo in tutti i Paesi presi in esame, i ricercatori hanno trovato significative variazioni negli atteggiamenti di tutto il mondo».

In Europa ci sono 7 dei 10 Paesi del mondo  meno fiduciosi nella sicurezza dei vaccini (Francia, Bosnia e Erzegovina, Russia, Ucraina, Grecia, Armenia e Slovenia). Il 41% dei francesi non ha fiducia nei vaccini, più di tre volte la media mondiale che arriva al 12%. Francia è seguita da Bosnia-Erzegovina (36%), Russia (28%) e Mongolia (27%),  Grecia, Giappone e Ucraina sono al 25%.

Gli autori dicono che «Gli atteggiamenti negativi in Francia possono essere il risultato di una serie di controversie nel Paese nel corso degli ultimi due decenni, tra polemiche sui  sospetti effetti collaterali dei vaccini per l’epatite B e HPV ed esitazioni di una parte significativa dei medici sull’utilità di alcuni vaccini».

Il sud-est asiatico è la regione più fiduciosa della sicurezza dei vaccini, con il  Bangladesh dove meno dell’1% non si fida e diffidenti al minimo in Indonesia (3%) e Thailandia (6%). Sarà perché nei Paesi tropicali in via di sviluppo è evidente che i vaccini salvano vite umane?  Lo stesso ragionamnto potrebbe valere le persone anziane, oltre i 65 anni, che hanno globalmente un punto di vista più positivo sui vaccini rispetto ad altri gruppi di età. Sono infatti la generazione che per prima ha sperimentato i benefici della vaccinazione di massa.

Bangladesh, Iran e l’Ecuador hanno la più alta percentuale di persone che ritengono i vaccini importanti, mentre la Russia, l’Italia e l’Azerbaigian sono i paesi più scettici sull’importanza della vaccinazione. Eppure, grazie alla vaccinazione, l’ultimo caso di polio in Italia risale al 1982. Ma il 20% circa degli italiani non sono convinti che i vaccini siano sicuri, il 17,6% non crede che siano efficaci e il 14% per cento che siano importanti.

Il 17% degli italiani ritiene i vaccini contrari al loro credo religioso. Un  problema particolarmente acuto in un paese a maggioranza buddista come la Mongolia, dove la percentuale di contrari supera il 46%.

Anche se i ricercatori hanno scoperto che in alcuni Paesi  particolari gruppi religiosi  sono  più scettici verso i vaccini che in altri stati, in tutto il mondo,  nessuna singola religione è associata ad atteggiamenti negativi. Questo indicherebbe che  l’impatto sugli atteggiamenti della religione nei confronti dei vaccini dipende dal contesto locale, piuttosto che dalla dottrina religiosa stessa.

Alla London school of hygiene & tropical medicine, che ha guidato il team di ricerca,  sottolineano che «La fiducia dell’opinione  pubblica nella vaccinazione è un problema sanitario globale sempre più importante. I cali di fiducia possono portare le persone a rifiutare i vaccini, il che a sua volta innesca focolai di malattie come il morbillo negli Stati Uniti e in Europa, Asia, Pacifico e Africa. Ha anche causato battute d’arresto per il programma di eradicazione globale della polio».

Lo Strategic advisory group of experts on immunization dell’Organizzazione mondiale della sanità ha chiesto «un migliore monitoraggio della fiducia nei vaccini per aiutare a prevenire queste dannose conseguenze per la salute pubblica».

La principale autrice dello studio, Heidi Larson dalla London school of hygiene & tropical medicine, ha evidenziato che «I nostri risultati forniscono uno spaccato dell’opinione pubblica sui vaccini su una scala senza precedenti. E’ di vitale importanza per la salute pubblica globale che monitoriamo regolarmente gli atteggiamenti nei confronti dei vaccini in modo da poter identificare rapidamente i Paesi o gruppi dove c’è calo di fiducia. Possiamo quindi agire rapidamente per indagare su ciò che sta portando al cambiamento degli atteggiamenti. Questo ci dà una possibilità migliore di prevenire possibili focolai di malattie come il morbillo, la poliomielite e la meningite, che possono causare malattie, disabilità per tutta la vita e la morte. E’ sorprendente che l’Europa si distingua come la regione più scettica riguardo alla sicurezza del vaccino. E, in un mondo dove Internet fa in modo che credenze e preoccupazioni per i vaccini possono essere condivise in un istante, non dobbiamo sottovalutare l’influenza che questo può avere sugli altri Paesi in tutto il mondo».

Ma i risultati mostrano anche  che molti Paesi (in particolare Francia, Bosnia & Herzegovina, Giappone, Iran, Mongolia e Vietnam), danno maggiore importanza ai vaccini che alla fiducia nella loro sicurezza. Quindi, non necessariamente le stesse persone che “non si fidano” respingono il valore della vaccinazione, anche se hanno dubbi su quanto siano sicuri i vaccini.

La Larson resta abbastanza fiduciosa: «Il nostro studio suggerisce che l’opinione pubblica capisce in gran parte l’importanza dei vaccini, ma la sicurezza è la loro preoccupazione principale. Questo potrebbe riflettersi in un gap di fiducia preoccupante e dimostra che l’accettazione di un vaccino è precaria. I  risultati sottolineano che la comunità scientifica e della sanità pubblica devono  fare molto meglio per costruire la fiducia dell’opinione pubblica nella sicurezza della vaccinazione».