Il presidente panamense a Italia e Spagna: «Mantenete gli impegni presi»

Un imprevisto da 625 milioni di dollari blocca l’ampliamento del canale di Panama

Il costruttore Consorzio Gupc, al quale partecipa Impregilo, minaccia di fermare i lavori

[3 Gennaio 2014]

Il presidente di Panama, Ricardo Martinelli, ha annunciato che andrà in Spagna e Italia per chiedere ai due governi di mantenere gli impegni per l’ampliamento del canale di Panama. La decisione di Martinelli è arrivata subito dopo che il Consorzio italo-spagnolo Grupo Unidos por el Canal (Gupc) incaricato di realizzare le opere di ampliamento ha minacciato di sospendere i lavori.

«Vado in Spagna e Italia ad esigere il rispetto della responsabilità morale di questi governi che stanno agendo così perché non può esistere che un’impresa metta una quantità enorme di sovra-costi in un’opera di ampliamento», ha sottolineato il presidente panamense.

Per la politica italiana (Berlusconi e il faccendiere Lavitola insegnano) Panama e le sue opere pubbliche sono un terreno molto scivoloso ed unto da troppe bustarelle, e Martinelli accusa esplicitamente il consorzio italo-spagnolo: «Hanno vinto l’appalto a un prezzo misero e ora arrivano con la storiella che i prezzi stanno aumentando», ha detto Martinelli, di solito più che accomodante con le grandi multinazionali..

Il Consorzio Gupc, incaricato dell’ampliamento del Canale di Panama, è capeggiato dall’impresa di costruzioni spagnola Sacyr e vede la partecipazione dell’italiana Impreglio, dell’impresa di costruzioni navali  belga Jan de Nul e di quella panameña Constructora Urbana, e ieri ha minacciato di interrompere i lavori se le autorità che gestiscono il canale non pagheranno 600 milioni di dollari in più entro 21 giorni. In un comunicato inviato alla a Comisión Nacional del Mercado de Valores (Cnmv) spagnola, la Sacyr, per conto dell’intero Consorzi Gupc, ha annunciato che «procederà alla sospensione dei lavori se non verrà posto rimedio alle violazioni entro il periodo di preavviso».

Il progetto di costruzione del Tercer Juego de Esclusas è la principale componente del Programa de Ampliación del Canal de Panamá che prevede un sistema di transito per navi Post-Panamax attraverso la costruzione di un complesso di chiuse sul versante atlantico e pacifico del Canale. Le nuove chiuse aumenteranno la capacità del Canale di Panama di soddisfare la domanda esistente e futura del traffico marittimo e puntano ad impedire che nasca il Canale concorrente in Nicaeagua, che punta proprio alle grandi navi Post-Panamax.

Il primo gennaio l’amministratore del Canal de Panamá, Jorge Quijano, ha respinto «in maniera categorica» le pressioni del Gipc che avrebbero «l’unico proposito di forzarci a negoziare fuori dei termini stabiliti nel contratto».

I lavori dell’ampliamento del canale, che avevano inizialmente un costo previsto di 5,2 miliardi di dollari – dei quali 3,2 miliardi vanno al Gupc – sono iniziati nel 2009 e dovevano finire nell’ottobre 2014, ma sono già in ritardo di 9 mesi.

La Sacyr denuncia «gravi inadempienze» del contratto da parte dell’Autoridad del Canal de Panamá e reclama 625 milioni di dollari in più: «Sono costi imprevisti, di molte e differenti classi in un’opera di tale portata – ha detto un portavoce della Sacyr  all’agenzia Afp –  Parliamo di tematiche tecniche, di componenti del cemento, di tecnicismi, geologia, imposte, tasse, questioni di lavoro e climatologiche». Ma il Consorzio Gupc dice di voler trovare una soluzione: «Abbiamo tutta la volontà di raggiungere un accordo giusto che permetta che l’opera prosegua il suo corso con il  minor costo possibile e nel minor tempo possibile».

L’ex amministratore del Canal de Panamá, Alberto Alemán, sotto la cui gestione è iniziato l’ampliamento della via d’acqua che collega gli oceani Atlantico e Pacifico, si è detto certo che «Panama difenderà i suoi interessi di fronte alle pretese milionarie del Consorzio Gupc, che costruisce l’opera e minaccia di sospenderla».