Emendamento del Partito democratico al Ddl Falanga

Abusi edilizi, il Pd ci ricasca. Legambiente: «Chi va con lo zoppo impara a condonare»

Sì al potere di abbattimento alle Procure, ma rischio di riaprire i termini del vecchio condono

[11 Luglio 2013]

Qualche giorno fa Rosaria Capacchione, la coraggiosa giornalista anti-camorra diventata senatrice del Partito Democratico, aveva  annuncia la presentazione di un emendamento all’ormai famigerato Disegno di legge Falanga in esame in Commissione giustizia sulla vicenda dagli abusi edilizi.

La Capacchione spiegava che l’emendamento, che porta la firma anche dei senatori campani del Partito Democratico, Vincenzo Cuomo, Angelica Saggese e Pasquale Sollo, «Lascia alla Procura la competenza sugli abbattimenti, ma individua una graduazione degli immobili da abbattere. Sono fatti salvi solo ed esclusivamente i piccoli interventi fatti fino al 2003 (data dell’ultimo condono). La demolizione sarà sempre obbligatoria per gli immobili di rilevante impatto ambientale, o costruiti su area demaniale o comunque in zona coperta da vincolo ambientale e paesaggistico o sottoposta a vincolo idrogeologico. Per gli immobili che minacciano rovina e costituiscono, pertanto, un pericolo (già accertato), per la pubblica e privata incolumità, anche nel caso in cui l’immobile sia abitato, per gli immobili in corso di costruzione o comunque allo stato grezzo e non ultimati».

Tutto bene quindi, con il Pd che cerca di rimediare a precedenti “gaffe” condonistiche della quali ha dato conto nei giorni scorsi anche greenreport.it? No, a giudicare dallo sferzante giudizio di Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente: «Chi va con lo zoppo impara a condonare. L’effetto contagio di questa strana maggioranza porta anche i senatori del Pd a proporre il loro condono. Anche se l’emendamento al disegno di legge Falanga, presentato dalla senatrice Rosaria Capacchione del Pd, lascia alle Procure la competenza sugli abbattimenti, la seconda parte del testo, relativo alla graduazione degli immobili, rischia di riaprire di fatto i termini del vecchio condono edilizio. Rimaniamo, infatti, perplessi sull’escludere dall’abbattimento i piccoli interventi fatti fino al 2003, data dell’ultimo condono. Chi controllerà e dimostrerà che gli abusi siano antecedenti al 2003 e non realizzati nel 2013? L’unico emendamento che si potrebbe accettare è la bocciatura del Ddl Falanga. Pertanto chiediamo ai membri della Commissione, che non sono favorevoli alla salvaguardia dell’abusivismo edilizio, di fermare subito questo testo e di vigilare sui futuri ulteriori tentativi di difendere e promuovere il cemento illegale».