Città con troppo cemento e poco verde urbano fanno male alla salute dei bambini

I risultati di uno studio italiano firmato da ricercatori Cnr, Ingv, Arpa Emilia-Romagna e DepLazio

[17 Gennaio 2019]

Vivere in aree dove è alta la presenza del cemento è dannoso per la salute respiratoria e oculare dei bambini, mentre le zone con molto verde urbano sono protettive: è quanto emerge da una ricerca italiana – Associations of greenness, greyness and air pollution exposure with children’s health: a cross-sectional study in Southern Italy –  firmata da ricercatori Cnr, Ingv, Arpa Emilia-Romagna e DepLazio, attraverso lo studio di specifici indicatori greenness (per il verde urbano), greyness (per le aree cementificate) e biossido d’azoto (NO2).

«La ricerca – spiega Stefania La Grutta, primo ricercatore del Cnr-Ibim – rientra nel progetto Giardini per allergici, nato dalla collaborazione tra Cnr, Comune di Palermo e l’organizzazione no profit Vivisano onlus. Sono stati coinvolti in tutto 244 scolari, tra gli 8 e i 10 anni, di due scuole elementari che hanno compilato un questionario per la valutazione dei sintomi respiratori, allergici e generali. Sono stati calcolati gli indicatori individuali di esposizione ambientale sia al greennesse al greyness sia al biossido d’azoto (NO2)» in una zona suburbana occidentale pianeggiante di Palermo, di circa 11 km2.

Sebbene l’inquinamento outdoor dell’area selezionata non sia influenzato da emissioni di specifiche fonti, come presenza di industrie o di traffico urbano, dallo studio emerge che i bambini che vivono in aree di tessuto urbano continuo, densamente cementificate, riportano più sintomi oculari e generali, come cefalea e stanchezza, rispetto a quelli che vivono in aree di tessuto urbano discontinuo, meno cementificate. La prossimità (<200 m), poi, a una strada ad alto traffico determina un aumento del rischio dei sintomi oculari (bruciore, lacrimazione, sensazione di sabbia negli occhi) e nasali. Con elevate esposizioni a livelli di biossido di azoto (NO2 ≥ 60 μg/m3), il rischio di sintomi generali aumenta.

«L’associazione tra il greyness e la salute dei bambini sottolinea la necessità – conclude Giovanni Viegi, direttore Cnr-Ibim – di una pianificazione urbana sostenibile a misura di bambino.  L’associazione, poi, tra verde urbano e salute dei bambini sostiene la promozione e attuazione di soluzioni naturali come potenziale strategia di mitigazione per ridurre l’inquinamento atmosferico e i suoi effetti. La ricerca si inserisce nell’ambito della recente Prima Conferenza Mondiale su Inquinamento Atmosferico e Salute di Ginevra, in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fatto il punto sulla salute degli abitanti del Pianeta (oltre 7 milioni di morti anticipate sono attribuite annualmente all’inquinamento atmosferico) e ha lanciato un appello ai governi, al mondo sanitario e della ricerca per fare della lotta all’inquinamento atmosferico una priorità».

Al proposito è meritoria l’iniziativa segnalata oggi dal ministero dell’Ambiente, che con un decreto di prossima pubblicazione in Gazzetta ufficiale prevede 1 milione di euro per il cofinanziamento di interventi per la gestione sostenibile degli spazi verdi nelle strutture sanitarie.