Presentata interrogazione al presidente del Consiglio e due ministri

«L’8×1000? Destiniamolo per 10 anni ai beni culturali delle zone colpite dal terremoto»

Realacci: «Oltre 5 mila i siti di alto valore artistico, storico e culturale colpiti dal sisma in Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo»

[3 Gennaio 2017]

I beni culturali sono una risorsa preziosa per il Paese, lo si vede nella grande affluenza di questi giorni, ma lo sono ancora di più per le zone colpite dal sisma. Essi devono costituire uno dei motori per la ripresa delle zone del cratere dove, oltre a ricostruire gli edifici, occorre riattivare i processi produttivi per dare un futuro alle comunità.

Sono oltre 5 mila i siti di alto valore artistico, storico e culturale colpiti dal terremoto che ha fatto tremare Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo. Agli edifici storici si aggiungono le opere d’arte di enorme valore: tele, affreschi, sculture. Un patrimonio preziosissimo che rappresenta parte fondamentale dell’identità dell’Italia e dell’Europa.

Ho proposto, anche con una interrogazione presentata insieme ai colleghi Braga e Borghi al presidente del Consiglio e ai ministri dell’Economia e delle finanze e a quello dei Beni e delle attività culturali, che l’8×1000 dello Stato sia destinato, per almeno 10 anni, alla ricostruzione e al restauro di questi beni feriti. Si tratterebbe di circa 150/200 milioni annui che garantirebbero un flusso di finanziamenti certo e costante nel tempo per le attività di restauro e ripristino.

Questa finalità per i fondi dell’8×1000 dello Stato è già prevista dalla legge e viene incontro anche ad alcuni rilievi avanzati dalla Corte dei Conti sull’impiego di queste somme il cui utilizzo è poco trasparente. È una scelta concretizzabile in tempi brevi e che darebbe un segnale forte per il futuro delle collettività che stanno vivendo il dramma del terremoto.

di Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente della Camera