La legge urbanistica della Calabria impugnata dal governo, scoppia la polemica

«Varie norme omettono di prevedere il coinvolgimento dei competenti organi statali»

[29 Febbraio 2016]

Su proposta del ministro per gli affari regionali e le autonomie, Enrico Costa, il Consiglio dei ministri ha impugnato la legge Regione Calabria  n. 40 del 31/12/2015,  “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16 aprile 2002, n.19 (norme per la tutela, governo ed uso del territorio – legge urbanistica della Calabria)” «In quanto varie norme omettono di prevedere il coinvolgimento dei competenti organi statali nel procedimento di adeguamento o di conformazione degli strumenti urbanistici al piano paesaggistico regionale, come invece disposto da Codice dei beni culturali e del paesaggio. Tali norme regionali pertanto, invadono la potestà legislativa esclusiva statale in materia di tutela del paesaggio, in violazione dell’articolo 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione. Altre norme, riguardanti la valutazione ambientale strategica, contrastano con l’ordinamento comunitario e con la legislazione statale in materia, in violazione dell’articolo 117, primo comma e secondo comma, lett. s), Cost.» ,

La prima a reagire alla notizia è stata Wanda Ferro, la vicecoordinatrice di Forza Italia, che ha sfidato il Presidente della Regione Mario Oliverio (PD) nelle regionali del 2014, che chiede addirittura le dimissioni della giunta di centro-d sinistra calabrese. «Non siamo affatto sorpresi – ha detto la Ferro – che il governo abbia impugnato la  nuova legge urbanistica davanti alla Corte Costituzionale, quanto avvertiamo un senso di disagio per l’approssimazione e  l’alterigia con le quali la  giunta dei professori ha sottovalutato i profili di incostituzionalità della legge di tutela e  governo del territorio che riguarda l’intero sistema produttivo sino al punto di incidere  profondamente sullo  sviluppo socioeconomico  della regione Calabria. Allo stesso modo non siamo sorpresi  che anche l’ufficio legislativo della Regione Calabria abbia ignorato i profili di incostituzionalità che hanno indotto il governo ad impugnare la legge davanti alla Consulta, piuttosto ci meraviglia che il governatore Oliverio non abbia ancora accresciuto di professionalità quell’ufficio legislativo che ha difeso strenuamente la legge per la quale il presidente candidato miglior perdente è rimasto fuori dal consiglio Regionale e su cui il Tar Calabria ha mosso rilievi di  incostituzionalità tanto da rimetterla davanti alla Corte costituzionale». La vicecoordinatrice di Forza Italia Calabria dice di aver subito segnalato che «Questa legge urbanistica era sbagliata. La nuova legge regionale era stata contestata dai  Comuni, dagli ordini professionali, dalle associazioni di categoria, da tutti gli addetti ai lavori e no, ma il governo Oliverio ha deciso di andare per la sua strada. Se fossimo in una democrazia veramente compiuta, sarebbe normale che il governo Oliverio, o quantomeno gli autori della legge impugnata, traessero le conclusioni e rimettessero il mandato, ciascuno per le proprie responsabilità».

Una posizione un po’ azzardata, alla quale si sono immediatamente associati altri consiglieri regionali di Forza Italia, visto che l’ultima legge urbanistica impugnata dal governo è il “piano casa” della Regione Liguria, presieduta dal coordinatore nazionale di Forza Italia Giovanni Toti. Seguendo il ragionamento della Ferro si dovrebbe dimettere anche lui, visto che il governo ha impugnato la legge ligure con motivazioni ancora più pesanti di quelle espresse per la legge calabrese.

All vigilia dell’impugnazione, anche il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà (PD) aveva evidenziato le sue perplessità: «Le preoccupazioni espresse negli ultimi giorni rispetto alla nuova legge urbanistica della Regione Calabria sono assolutamente fondate. Come avevo già espresso all’indomani dell’incontro di Lamezia, la nuova normativa evidenzia una serie di lacune che vanno assolutamente superate. Si tratta di eccezioni, tecniche ma anche sostanziali, che riguardano centinaia di comuni calabresi e che lasciano perplessi soprattutto nell’ottica dell’ormai imminente costituzione della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Sono convinto che l’avvio di un percorso virtuoso di concertazione e di confronto con il Governatore della Calabria Mario Oliverio possa servire a superare le criticità che sono state evidenziate».

Dopo il vero e proprio sacco urbanistico della Calabria – una delle regioni a più alto tasso di abusivismo – perpetrato negli ultimi decenni, l’edilizia è in crisi nera, tanto che il 22 febbraio Legambiente Calabria ha detto di condividere le preoccupazioni dell’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) di Cosenza  per il calo degli occupati calabresi nel settore edilizio.  Elaborando i dati Istat nel secondo trimestre 2015, Ance ha rivelato che il numero degli occupati nell’edilizia in Calabria è diminuito del 3,5% rispetto allo stesso periodo del 2014.

Gli ambientalisti dicono che sono dati che non possono non destare preoccupazione: «Legambiente Calabria crede che un rilancio nel settore dell’edilizia sia necessario quanto possibile per offrire, a tanti calabresi, lavoro, speranza e fiducia. L’edilizia può e deve trovare una spinta positiva riconvertendo la sua attività nella sostenibilità ambientale e questo sarà possibile anche se la politica favorirà ed agevolerà gli investimenti sull’efficientamento energetico delle strutture abitative e di conseguenza su tutte le tecnologie dell’economia verde. L’imprenditoria regionale e la politica calabrese devono capire l’importanza di investire sul recupero energetico dell’edilizia pubblica, mettendo in sicurezza i tanti edifici scolastici, recuperando l’immenso patrimonio edilizio pubblico, abbattendo e delocalizzando gli abusivismi edilizi e gli immobili in aree a rischio idrogeologico».

Il Cigno Verde auspica di poter avviare con Ance «un confronto che metta al centro della politica il lavoro, la buona edilizia e lo sviluppo del settore nella rigenerazione urbana in un’ottica di consumo di suolo zero».