Nel 2030 il 70% della popolazione mondiale vivrà nelle città e l’acqua sarà un grosso problema

Ma il 60% degli insediamenti urbani non è ancora stato costruito

[21 Novembre 2017]

Quest’anno, l’Onu ha scelto il tema “Innovative Governance, Open Cities” per mettere l’accento sull’importanza dell’urbanizzazione come fonte di sviluppo globale e inclusione sociale. L’urbanizzazione è una delle tendenze più trasformative del XXI secolo. Le città sono il motore trainante della crescita economica sostenibile, dello sviluppo e della prosperità sia nei Paesi sviluppati sia in quelli in via di sviluppo. Attualmente, il 54% della popolazione mondiale (4 miliardi di persone) vive in aree urbane. Entro il 2030, 2 miliardi di persone si saranno trasferite in città, Così, entro i  prossimi 10 anni, il 70% della popolazione mondiale vivrà nelle città che saranno così al centro dei temi legati allo sviluppo sostenibile e ad altre sfide globali, tra cui i cambiamenti climatici, con un impatto senza precedenti sulle infrastrutture e le risorse esistenti, soprattutto per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico.

Alla luce di questa inarrestabile rivoluzione planetaria, Local governments for sustainability (Iclei), United cities and local governments (Uclg), Global Water Operators’ Partnerships Alliance (Gwopa/UN-Habitat), CNM Confederação nacional de municípios (Cnm – Brasile) e il World water council (Wwc) hanno messo insieme le loro forze e riunito allo stesso tavolo i decision-maker, i leader locali e gli esperti del settore «al fine di affrontare le sfide legate all’acqua a livello locale». L’accordo di partnership appena siglato è un passo importante verso la preparazione e l’organizzazione della Conferenza degli entilocali e regionali che si terrà in concomitanza con il World water forum dal18 al  23 marzo 2018 a Brasilia.

Il Wwc dice che «Le dieci città più popolose al mondo saranno Tokyo (37.2 milioni), Delhi (36.1 milioni), Shanghai (30.8 milioni), Mumbai (27.8 milioni), Pechino (27.7 milioni), Dacca (27.4 milioni), Karachi (24.8 milioni), Il Cairo (24.5 milioni), Lagos (24.2 milioni) e Città del Messico (23.9 milioni). Dal 2016 al 2030, circa il 35% dell’aumento della popolazione interesserà queste 10 mega-città. Si prevede che entro il 2030 le aree urbane nei paesi in via di sviluppo quali Karachi, Lagos e Dacca supereranno città come New York, Osaka e São Paulo. Questo comporterà un aumento del 50% della domanda energetica e idrica, mettendo alla prova le risorse esistenti e minacciando la sicurezza dell’acqua a livello globale, con ricadute sulla salute pubblica, le economie e lo sviluppo delle regioni interessate. Le soluzioni a livello locale sono le più adeguate per rispondere a problemi di natura locale. Inoltre, è necessario considerare l’impatto sugli ecosistemi idrici costieri, dal momento che tre quarti della popolazione di queste mega-città (76%) vivrà in prossimità del mare. Per questo, gli enti locali e regionali stanno guidando iniziative che possano rispondere alle possibili problematiche in tema idrico, quali gap nella fornitura domestica, i cambiamenti climatici e la crescente domanda di cibo, energia e acqua».

Il presidente del World water council, Benedito Braga, sottolinea che  «I cambiamenti climatici rappresentano una sfida di primaria importanza per le città, dato che entro il 2030 il 40% della popolazione mondiale vivrà lungo bacini fluviali che potrebbero presentare problemi di vario genere dovuti all’acqua, e il 20% sarà a rischio alluvioni. “Le alluvioni e gli eventi di siccità sono aumentati a livello globale e l’impatto è devastante. Le città del mondo stanno già subendo gli effetti dei cambiamenti climatici in atto. Le infrastrutture e le abitazioni subiscono danni irreparabili; per questo chiediamo ai governi di essere consapevoli degli effetti positivi che le infrastrutture idriche possono avere nel migliorare o aiutare a gestire simili circostanze”, ha commentato I finanziamenti dovrebbero quindi interessare le aree e infrastrutture urbane e rurali ed essere al servizio di queste città e dei bisogni a livello locale, che necessitano di soluzioni a livello locale».

Sono temi compresi in diversi  accordi globali promossi dall’Onu, come l’Accordo di Parigi sul clima, la New Urban Agenda, il Sendai Framework e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.  Il WWc e i suoi partner sottolineano che «L’investimento in campo idrico è quindi un fattore chiave nel dar vita a città più sane e con più risorse, garantendo maggiori opportunità di progresso per tutti gli abitanti» e Mohamed Boussraoui,  della Uclg, aggiunge che «L’acqua occupa un posto di primo piano in tutti questi progetti. Gli enti locali rivestono un ruolo fondamentale nel fornire servizi ai cittadini, nonché infrastrutture adeguate e sostenibili».

Anche se organismi internazionali e ONG spingono perché questi progetti vengano attuati, il loro siccesso dipenderà soprattutto dai governi nazionali e dall’impegno e dal rafforzamento degli enti locali e regionali che contribuiranno alla loro realizzazione in un mondo sempre più urbanizzato e in rapida mutazione climatica e ecologica.

Il Wwc fa notare che la situazione è molto delicata: «Spesso le città e le regioni mancano di una guida che permetta loro di raggiungere gli obiettivi locali e nazionali, e di mettere in atto soluzioni concrete. I sindaci e i network ai quali appartengono devono sviluppare strategie condivise per adottare approcci integrati che possano andare oltre le barriere di natura politica, finanziaria, tecnologica e comportamentale».  Ma il sindaco di Tevragh-Zeina (Mauritania) Fatimetou Abdel Malick, evidenzia che «Non esiste un collegamento più stretto con i cittadini degli enti locali. Questo rapporto diretto può aiutarci a mobilitare i cittadini e sensibilizzarli su questi temi più di chiunque altro».