Riceviamo e pubblichiamo

Ostia, le novità introdotte dal Piano di utilizzazione degli arenili

[10 Aprile 2020]

In un momento storico così delicato per il nostro Paese, l’Amministrazione ha organizzato una diretta Facebook per presentare le novità introdotte dal Piano di utilizzazione degli arenili (PUA), recentemente approvato in Consiglio.

Il PUA regolamenta le concessioni e qualifica le questioni di gestione di tipo amministrativo, finanziario ed economico delle aree del demanio marittimo.  Per il Piano di utilizzazione degli arenili, ovviamente, l’attuazione del Regolamento n. 57/2006 non è obbligatorio, ma era sinceramente auspicabile da parte di un’Amministrazione che ha sempre dichiarato apertamente l’importanza della partecipazione della cittadinanza. Il fatto che il PUA non è un piano regolatore non implica l’impossibilità di istituire dei tavoli di lavoro con associazioni, comitati, organizzazioni e cittadini.

Nella proposta si evidenzia che la gestione della res publica verrà affidata a privati senza stabilire dei criteri standard da rispettare o delle prescrizioni ambientali.

Dai tempi della legge Galli si sottolinea come la privatizzazione è ormai divenuta un jolly nella descrizione e nell’analisi della politica e della società contemporanea. Le spiagge del nostro litorale, infatti, vengono suddivise in ambiti e ciascun ambito viene gestito da un concessionario.

Il PUA affida al concessionario vincitore della gara pubblica la pianificazione, la manutenzione e la vigilanza su tutta l’area dell’ambito, senza fissare criteri di dettaglio e standard uniformi di progettazione, senza prescrizioni ambientali, senza neanche precisare quali demolizioni dovranno essere eseguite da parte del gestore.

Nel PUA, infatti, la parola “demolizioni” non compare mai e non viene menzionato alcun abbattimento. Vengono, invece, riconosciuti come “invarianti” circa 22 strutture in cemento in quanto sono state definite storiche (stabilimenti pre-esistenti) o a valore testimoniale (stabilimenti che insistono da tempo immemore sul litorale di Ostia e rappresentano un punto di riferimento per la cittadinanza).

Si annuncia, inoltre, l’abbattimento del lungo muro e di alcune cabine nella zona di Ostia Levante al fine di garantire la visuale verso il mare tutelando però gli edifici sopra menzionati e senza progettare interventi in grado di ripristinare le dune costiere.

Nel nuovo PUA viene presentata la “passeggiata lineare regolamentata, trasversale e a libero transito su una porzione di arenile superiore ai 5 metri di battigia” senza prevedere però dei controlli o un quadro normativo sanzionatorio esponendo la disciplina al rischio inevitabile di impieghi non conformi, considerando anche che tale porzione di arenile adibita al transito non può essere perimetrata. Tale proposta, infatti, non permette di individuare una fascia di rispetto in zona costiera che ne garantisca la tutela attiva per contrastare la sempre crescente domanda di trasformazione del suolo. Inoltre non tiene conto che la spiaggia non ha un equilibrio statico, ma dinamico.

Infine, nel PUA, per quanto concerne le spiagge ricadenti nel settore naturalistico 11 e 12, si prevede il divieto all’utilizzo di dispositivi di pulizia meccanica dell’arenile antistante i cordoni dunali lato mare per una fascia longitudinale di almeno 10 metri. In merito, si rappresenta che il divieto di pulizia meccanica dovrebbe essere atteso per tutto il nostro litorale in quanto tale operazione modifica il naturale profilo della spiaggia rendendola più vulnerabile alle mareggiate e, di conseguenza, ai fenomeni erosivi.

di Ilaria Falconi*

*Tecnico ISMEA presso il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Consigliere Nazionale SIGEA (Società Italiana di Geologia Ambientale), Consigliere SIGEA (Società Italiana di Geologia Ambientale) Sez. Lazio