Ponte sullo stretto, Green Italia: «Mega-opera inutile, il padre di tutti gli eco-mostri»

[27 Settembre 2016]

Al Presidente del Consiglio Renzi, evidentemente entrato in modalità campagna elettorale, che al cospetto di Impregilo ha annunciato la ripartenza del progetto Ponte sullo Stretto, vorremmo ricordare le sue sagge parole pronunciate nel 2012, quando disse che invece di parlare del Ponte Messina, sarebbe stato il caso di dare 8 miliardi di euro alle scuole per renderle più moderne e sicure.

Sconcerta  che oggi sia tornato a parlare dei fantomatici 100mila posti di lavoro, rispolverando uno dei vecchi cavalli di battaglia della Prima Repubblica e dell’era Berlusconi, che speravamo definitivamente archiviati. È sorprendente pensare che Renzi voglia cavalcare la campagna referendaria in nome di minori costi della cosa pubblica, quando per decenni la Società Ponte sullo Stretto ha prosciugato decine e decine di milioni di euro dalle casse dello Stato.

Siamo un Paese assediato dal dissesto idrogeologico, dall’inadeguatezza sismica delle strutture e infrastrutture, dall’inefficienza energetica, dall’80% dei SIN (Siti di Interesse Nazionale) che aspettano da anni i fondi per bonifiche che sembrano non arrivare mai, da 6 milioni di cittadini che vivono in aree a rischio a causa dell’inquinamento, da 84.400 morti l’anno per cause correlate all’inquinamento, crivellato di eternit in ogni dove, con infrastrutture ferroviarie del tutto inadeguate che spaccano ancora di più il Paese in due.

Un Paese che ha bisogno di opere diffuse e capillari che garantirebbero centinaia di migliaia di posti di lavoro stabili, duraturi, in grado di distribuire risorse e benessere. E invece no, si estrae dal cilindro degli incubi una mega-opera sostanzialmente inutile, il padre di tutti gli eco-mostri, che si erge sulla grande bugia che possa servire allo sviluppo economico del Sud.

di Annalisa Corrado e Oliviero Alotto, portavoce Green Italia