Porto di Portoferraio, Legambiente: non è con le antiche ricette del cemento che si risolvono i problemi

Quel di cui c’è bisogno è una vera e propria rivoluzione copernicana nei trasporti insulari

[8 Agosto 2019]

Legambiente Arcipelago Toscano accoglie con favore la decisione, pur tardiva, della nuova Giunta comunale di Portoferraio di confrontarsi con le associazioni, le forze politiche, i movimenti e la popolazione sulla proposta di modifica portuale avanzata dell’Autorità dell’Alto Tirreno. Nel ricordare ancora una volta  che il piano recentemente presentato coincide pressoché completamente con un analogo progetto presentato nel lontano 2005 dall’allora Autorità Portuale di Piombino che venne già a suo tempo sonoramente bocciato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici con diverse e indiscutibili motivazioni fra le quali citiamo “Come già osservato in occasione della lettera n.149 del 18.10.2006 riportata in premesse, questo piano di adeguamento tecnico-funzionale non si ritiene ammissibile, in quanto si avrebbe una modifica della destinazione d’uso del banchinamento, peraltro, tale modifica richiederebbe l’attivazione di una variante di P.R.P (mai avvenuta). Inoltre si ritiene inopportuno che le previste navi da crociera attracchino a ridosso del centro storico, soprattutto per l’impatto del notevole traffico di pullman a servizio dei croceristi”, Legambiente Arcipelago Toscano ribadisce, al di là degli inadempimenti tecnici, la sua assoluta contrarietà a qualsiasi ipotesi di prolungamento del molo alto fondale che permetterebbe l’ormeggio di navi di dimensioni evidentemente non compatibili per lunghezza, altezza, numero di passeggeri e inquinamento da emissioni, con la Darsena Medicea, i bastioni delle Fortezze e con l’intero Centro Storico di Cosmopoli.

Per quanto riguarda l’ampliamento del banchinamento a mare, oltre che concordare con le riserve del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, Legambiente Arcipelago Toscano chiede che, prima di progettare nuove colate di migliaia di tonnellate di cemento a mare, gli eventuali strumenti tecnici e urbanistici atti ad evitare gli ingorghi automobilistici (peraltro già limitati ai fine settimana dei 2 mesi di alta stagione), con i quali si giustificherebbe un intervento così invasivo e impattante, vengano discussi e approntati all’interno della necessaria revisione degli strumenti urbanistici esistenti e soprattutto in un’ottica che comprenda l’intera linea di costa da San Giovanni alla zona portuale, la viabilità esistente e quella ipotizzabile nei prossimi 10 anni, il recupero degli spazi a terra attualmente destinati ad altri usi, l’approntamento dei percorsi ciclabili e non ultimo il trasporto pubblico, in condivisione e con le modalità alternative e sostenibili emergenti. In questa ottica si potrebbe anche prendere in considerazione lo spostamento nelle ore notturne di alcuni slot dedicati al traffico traghetti che potrebbe fin da subito alleggerire il congestionamento di qualche fine settimana estivo in zona portuale.

Mentre metropoli e interi Stati europei viaggiano veloci verso l’innovazione radicale dei trasporti pubblici e privati, non è certo realizzando ulteriori attrattori di traffico ai danni della città e con antiche ricette fallimentari che si risolvono problemi di una destinazione turistica come l’Elba che basa le sue attrattive su ambiente e storia. Quel di cui c’è bisogno è una vera e propria rivoluzione copernicana nei trasporti insulari.