Aeroporto di Bolzano “pubblico”, al referendum vince il no con oltre il 70%

Non sarà allungata la pista, come invece prevedeva una norma già in vigore

[13 Giugno 2016]

Al referendum – consultivo ma vincolante –  sul disegno di legge “Norme sull’aeroporto di Bolzano”, che doveva decidere il destino dell’aeroporto “pubblico” di Bolzano/Bozen, hanno votato il 46,7% degli altoatesini, il 6,7% in più del quorum necessario, e il risultato è inequivocabile: il 70,6% ha votato no e solo il 29,4% Sì.

Non è, come qualche comitato anti-aeroporto nel resto dell’Italia si è affrettato a dire, un No assoluto all’aeroporto, come sottolinea un comunicato della provincia autonoma: «Nel referendum consultivo sull’aeroporto di Bolzano si doveva scegliere se la Provincia autonoma dovesse continuare o meno a finanziare lo scalo».

Scorporando il dato finale, hanno votato 183.570 elettori sudtirolesi, il  48,4% dei 379.104 cittadini iscritti al voto in Alto Adige, ma la percentuale è stata abbassata dai  7.806 residenti all’estero che hanno votato per corrispondenza, solo il 25,1% dei 31.044 residenti all’estero. Complessivamente al referendum hanno  partecipato 191.376 dei 410.148 cittadini aventi diritto al voto.

Il Comune dove si è votato di più è Cortaccia con il 77,2%, quello dove si è votato meno  è Vipiteno con il 34,9%. Nel capoluogo Bolzano ha votato il 42,1% degli elettori, a Laives il 56,8%, a Merano il 35,7% a Bressanone il 44,5%, a Brunico il 47,1%. A livello di comprensorio la maggiore partecipazione al voto c’è stata nell’Oltradige/Bassa Atesina con il 60%, la più bassa in Alta val d’Isarco con il 41,9%.

Una sonora sconfitta per il presidente della provincia autonoma e leader della Südtiroler Volkspartei, Arno Kompatscher, che ha detto: «Rimango convinto che un aeroporto gestito dalla mano pubblica secondo regole ben precise sarebbe stata la soluzione migliore. Ma i cittadini hanno deciso diversamente ed è questa l’essenza della democrazia».

Kompatscher ha fatto comunque buon viso a cattivo gioco, anche perché sa bene che non si tratta certo di una rivolta di estremisti ambientalisti ma di un voto al quale ha dato un contributo determinante il suo moderatissimo elettorato,  e si  è detto comunque «molto soddisfatto per l’ampia affluenza alle urne, segno della volontà dei cittadini di partecipare al processo decisionale su questo tema. Ora metteremo in pratica quanto i cittadini hanno deciso».

Quindi Bolzano non ha “bocciato” l’aeroporto ma non ne avrà più uno finanziato dalla mano pubblica, ritenuto evidentemente troppo oneroso dai cittadini sudtirolesi, e dice che non è necessario averne uno più grande.  In una nota la Provincia autonoma assicura che «continuerà ad investire sulla mobilità, la ferrovia e il trasporto pubblico», mentre «Per lo scalo di Bolzano la concessione sarà messa a gara, la società Abd (100% della Provincia) che lo gestisce cesserà di avere il suo ruolo e non sarà nemmeno allungata la pista come una norma già in vigore prevede». Questi i risultati del referendum, chiari quanto l’opinione popolare che si è espressa, sebbene rimangano forti dubbi sull’opportunità di individuare nella consultazione referendaria lo strumento decisionale più appropriato per delineare di un’infrastruttura di tale portata.

Esultano i Verdi/Grünen/Vërc: «L’Alto Adige/Südtirol ha parlato chiaro: il progetto per l’ampliamento dell‘aeroporto di Bolzano non ha convinto, vent’anni di investimenti fallimentari non possono essere compensati da un nuovo rilancio. Che avrebbe vinto il no lo avevamo percepito durante i numerosi incontri con la cittadinanza su tutto il territorio, ma questo risultato ci ha davvero sorpresi, addirittura sopraffatti. L‘alta partecipazione al voto e il risultato finale sono un chiaro segnale alla giunta affinché concretizzi il no a un aeroporto più grande e all’aumento del traffico aereo. Ma soprattutto indica la richiesta di cittadini e cittadine per più qualità di vita, tutela dell’ambiente e risparmio».

Secondo i verdi sudtirolesi, «Questo risultato è stato possibile grazie l’impegno costante e il lavoro certosino di molti e molte: partiti, associazioni, innumerevoli persone hanno sposato la causa e contribuito organizzando e partecipando ogni giorno volontariamente alle iniziative della campagna per il no. E contro questo impegno convinto e tale abnegazione la grande mole di pubblicità a pagamento non ha potuto fare niente. E quindi ha vinto anche la cittadinanza attiva. Le cittadine e i cittadini della nostra provincia hanno mostrato che vogliono più democrazia diretta, voglio confrontarsi direttamente con i contenuti e andare consapevoli al voto. Questo processo ormai è inarrestabile. Oggi ha vinto l’ambiente, la qualità di vita del Sudtirolo meridionale e il sano buonsenso. Ed è una giornata di festa per la democrazia della nostra terra».