Sangue, risorse, volontari e beni di prima necessità: l’aiuto della Toscana dopo il terremoto

Rossi: «Prevenzione? Bisognerebbe consentire, solo in Toscana, di spendere 10 milioni l'anno per 10 anni al di fuori del patto di stabilità»

[29 Agosto 2016]

Si struttura e fortifica l’impegno nei soccorsi che dalla Regione Toscana sono giunti sui luoghi del centro Italia colpiti dal terremoto, già dalle prime ore successive alla tragedia. Da Firenze informano oggi che la Protezione civile regionale è all’opera nella messa a regime i tre campi costruiti in questi giorni: il campo di “Cornillo nuovo” ospita gli addetti regionali della Protezione civile e i volontari della Colonna mobile delle associazioni, 110 persone in tutto; gli altri due campi organizzati dalla Toscana accolgono la popolazione sfollata della zona. A “Cornillo cimitero” vengono ospitate 25 persone e a “Musicchio” altre 35. Queste persone arrivano nei campi la sera, per mangiare e riposare. Il resto della giornata lo trascorrono soprattutto nei pressi delle loro abitazioni, spesso anche in piccole tende canadesi di fortuna. Complessivamente, i tre campi producono oltre 300 pasti al giorno e dispongono di un altro centinaio di posti letto nel caso il Dicomac, la Direzione comando e controllo istituita in queste ore dal Dipartimento della Protezione civile nazionale, decida di destinarvi altre persone colpite dal sisma.

Aiuti determinanti alle popolazioni colpite continuano ad arrivare anche dai cittadini toscani che si organizzano ritagliando spazi e risorse all’interno della propria quotidianità. Ad esempio, dalla Regione evidenziano come la risposta dei donatori toscani all’appello a donare il sangue per i feriti del terremoto sia «davvero eccezionale». Solo nel giorno del sisma (il 24 agosto) le donazioni sono state 642, il giorno seguente quasi il doppio, 1.173. Sangue che continua generosamente ad arrivare. Ora però – sottolineano dalla Regione – è necessario però incanalare questa grande disponibilità e generosità in una corretta programmazione, per garantire questo supporto anche nelle prossime settimane. Va ricordato infatti che il sangue ha una scadenza di 42 giorni, poi non è più utilizzabile. L’invito che la Regione rivolge ai donatori è quindi quello di contattare le associazioni e i centri trasfusionali prima di recarsi a donare.

Gli uffici della Regione Toscana hanno inoltre ricevuto in questi giorni molte telefonate di cittadini pronti a partire come volontari per i luoghi colpiti dal terremoto. Nel ringraziarli tutti per la generosità espressa la Regione tuttavia informa che al momento non è previsto nessun invio di nuovi volontari sul posto e, nel caso ne servissero altri, questi saranno forniti dalle associazioni del volontariato che costituiscono la Colonna mobile toscana. L’Associazione nazionale pubbliche assistenze (Anpas), le Misericordie e la Croce Rossa Italiana sono infatti attive tutto l’anno nel reclutare e formare volontari in caso di emergenza (qui altre info).

Lo stesso vale per la raccolta di beni di prima necessità. «Ringraziando fin da ora tutti coloro che si faranno avanti – ha detto l’assessore regionale Federica Fratoni – che so essere tantissimi, fatto che conferma le grandi capacità di risposta che la Toscana sa dare in questi casi, ribadisco l’invito a non attivare raccolte di beni di prima necessità come alimenti e vestiario o medicinali, perché al momento non sono necessari». Nel mentre è stato attivato l’indirizzo di posta elettronica al quale sarà possibile segnalare le disponibilità di aiuti. Chi avesse – e l’invito è rivolto soprattutto a enti, imprese e attività produttive, associazioni, oltre che ai privati cittadini – la possibilità di accoglienza in strutture (alberghi, abitazioni o locali), oppure avesse la disponibilità di mezzi e strumentazioni utili a gestire l’emergenza, così come beni di prima necessità, vestiario, medicinali, è pregato di farlo presente scrivendo a: emergenzaterremoto@regione.toscana.it.

Al contrario, la necessità di risorse finanziarie per gestire in modo efficace ed efficiente l’emergenza continua – e lo sarà ancora per molto – ad essere pressante. Per questo la Regione Toscana e Anci hanno attivato un conto corrente per «chi volesse contribuire con un aiuto economico a sostegno dei progetti per il dopo terremoto. Il conto è l’8888.32, presso l’agenzia 17 di Mps a Firenze: Iban IT 43 Q 01030 02818 000000888832».

«Noi mettiamo un milione di euro, i Comuni aggiungeranno quello che vorranno ma anche i privati potranno contribuire», è stato il commento a caldo del presidente Enrico Rossi, che è tornato a fare il punto sulla pressante necessità di prevenzione antisismica (e delle relative risorse) anche in Toscana.

«Come si può fare prevenzione con cento milioni appena di investimenti l’anno che il patto di stabilità impone oggi ad una Regione come la Toscana? – si chiede il presidente – Cento milioni non solo per l’ambiente o la sismica ma per tutto. È chiaro che se si vuole vivere in un paese più sicuro e più sereno bisognerebbe consentire, solo in Toscana, di spendere dieci milioni l’anno per dieci anni al di fuori dei tetti del patto di stabilità: cinque per la messa in sicurezza sismica degli edifici ed altrettanti da spendere per la prevenzione del rischio idraulico. Serve un piano decennale serio. Ma non basta. Servirebbero anche leggi speciali sugli appalti – aggiunge Rossi –, leggi di monitoraggio e leggi di commissariamento. E’ un nodo politico, una sfida per un’intera generazione politica ed è una questione che in Europa va messa bene in chiaro. Peraltro con un piano da 10 miliardi l’anno per tutta l’Italia si creerebbero anche 200 mila posti di lavoro».

Accanto agli investimenti pubblici, chiosano da Firenze, ci sono poi gli incentivi ai privati. «Misure come quelle del bonus fiscale sulle ristrutturazioni, che consentono di recuperare il 65 per cento della spesa in dieci anni e che sono state allargate anche agli interventi antisismici, vanno proseguite e rese stabili” sottolinea Rossi, riconoscendo l’azione del governo. Che funzionino del resto lo si è visto anche in Toscana, numeri alla mano, con un balzo in avanti delle autorizzazioni».