Finalmente stop Ue alla pesca elettrica: sarà vietata dal 2021

Una vittoria di Bloom e dei pescatori artigianali

[14 Febbraio 2019]

Anche il Consiglio europeo ha  ceduto e ha concordato con il Parlamento europeo e la Commissione Ue di mette finalmente definitivamente fine alle eccezioni che permettevano, soprattutto a pescherecci olandesi, di continuare la pesca elettrica a strascico.  La pesca elettrica «Sarà totalmente vietata ai pescherecci dell’Unione europea in tutte le acque che frequentano, comprese quelle al di fuori dell’Ue«, un divieto totale che però entrerà in vigore solo il primo luglio 2021.

E’ sicuramente una vittoria per Bloom e la coalizione di pescatori artigianali e di ONG che hanno per anni martellato le istituzioni europee e nazionali con un’asfissiante campagna mediatica contro questa pesca a strascico altamente distruttivas. Ma a Bloom dicono che il divieto «interverrà troppo tardi per i nostri gusti».

La fondatrice di Bloom, Claire Nouvian, è comunque molto soddisfatta: «En 2017, quando Bloom a cominciato a fare campagna al Parlamento europeo, tutti i gruppi politici salvo uno (la Sinistra europea Gue/Ngl) accettavano il principio della pesca elettrica, i pescatori artigianali non avevano più nessuna speranza di vederla vietata e il dibattito si basava anche sulla sua estensione massiccia in Europa. Il cammino percorso è gigantesco. Veniamo da lontano. Abbiamo completamente rovesciato a nostro favore l’ecosistema politico e il negoziato si è basato quasi esclusivamente sulla data del divieto, più nessuno rimetterà in causa il suo principio».

Fino al 30 giugno 2021 i pescherecci a strascico equipaggiati con reti elettriche potranno utilizzarle in deroga, rispettando quanto previsto dal 2007: la pesca elettrica non potrà essere effettuata da più del 5% della flotta a strascico degli Stati membri dell’Ue. Non potrà essere concessa nessuna nuova deroga. Inoltre, l’accordo politico trovato dalle istituzioni Ue precisa che la ricerca scientifica deve essere strettamente inquadrata con un numero limite di 6 imbarcazioni (già troppe secondo Bloom) e validata dal Comitato scientifico, tecnico ed economico della pesca, l’organo scientifico della Commissione Ue.

Mathieu Colléter, responsabile relazioni istituzionali di Bloom che ha seguito il dossier pesca elettrica a Bruxelles, sprizza gioia da tutti i pori: «Finalmente! Ci sono voluti più di due anni di campagna, due denunce ufficiali alla Commissione europea, una richiesta di apertura di inchiesta europea per frode, un reclamo di Bloom alla mediatrice europea, centinaia di incontri con i rappresentanti permanenti degli Stati membri e i parlamentari a Bruxelles, per ottenere questo divieto della pesca elettrica».

L’accordo raggiunto sul divieto di pesca elettrica deve ancora essere approvato dal Parlamento europeo in una votazione in plenaria. «Si tratta di un passaggio obbligatorio ma senza rischi. Una volta trovato un compromesso su un terreno politico così delicato, è quasi impossibile per il Parlamento metterlo a repentaglio», afferma Colléter.

La direttrice di Bloom, Sabine Rosset, evidenzia che però «Un divieto al 30 giugno 2021 è il frutto di un compromesso troppo generoso per gli olandesi.  Non potendo far niente contro il divieto, gli industriali hanno difeso un periodo di transizione di tre anni per continuare a fulminare l’ambiente marino fino al 2022, mentre Bloom e i pescatori artigianali hanno chiesto un divieto al 31 luglio 2019. Un periodo di transizione più di due anni da oggi, è troppo lungo per i pescatori artigianali che hanno subito una concorrenza sleale da parte di navi industriali che pescano illegalmente da anni. Nel frattempo, la Francia deve proibire immediatamente la pesca elettrica nelle proprie acque in modo che le navi olandesi non possano più pescare sulle nostre coste. Inoltre, è essenziale che le istituzioni forniscano un piano di emergenza per sostenere economicamente la piccola pesca su piccola perché non ha più i mezzi per resistere».

Bloom rende omaggio alla mobilitazione dei pescatori artigianali europei, delle associazioni (Blue Marine Foundation; Blue Ventures; COAST; End Ecocide; Irish Wildlife Trust; Lonxanet; Notre Affaire A Tous; Open Seas; The Black Fish; Shark Project Germany; Slow Food; LIFE;NUTFA; SIFT; IJmuiden fishermen; Coalition Clean Baltic; Pan Cypriot Association of Professional Fishermen; Fishermen United; Fileyeurs Hauts-de-France; IIMRO; Leigh and Southend fishermen; Lowestoft Fish Market Alliance; Thanet fishermen / Queenbourgh fishermen; Plateforme Petite Pêche; ischereischutzverband Schleswig-Holstein; MedReact; C-LIFE; Foreningen for Skånsomt Kystfiskeri; Climaxi)  e dei cittadini che hanno fatto campagna a fianco di noi, così come alcuni politici che hanno svolto un ruolo chiave nel percorso verso la vittoria, come gli eurodeputati Younous Omarjee , Yannick Jadot e Rosa d’Amato. Anche la mobilitazione di alcuni parlamentari è stata decisiva, come quella di Isabelle Thomas, François Ruffin, Erwan Balanant, Paul Christophe, Jean-Luc Mélenchon (e molti altri) in Francia, quella di Frédérique Ries in Belgio, Anja Hazekamp nei Paesi Bassi e i britannici Richard Benyon, Zac Goldsmith, Julie Girling, John Flack e Peter Aldous. Bloom ringrazia gli Chef che si sono uniti sotto l’impulso di Christopher Coutanceau, la rete Relais & Châteaux, la rete Euro-Toques, il Culinary College di Francia, Intermarché e Carrefour che hanno scelto di non commercializzare specie provenienti sia dai Paesi Bassi e che dall’Association des Poissonniers de France.

La Nouvian ricorda che «Quando abbiamo iniziato la nostra campagna contro la pesca elettrica, l’intero ecosistema politico era contro di noi Ci siamo imbarcati in questa nuova battaglia, troppo grande per il piccolo team di Bloom, perché ci sembrava moralmente inaccettabile consentire le scariche elettriche sulla vita marina. Ma le scoperte dei nostri ricercatori Laetitia Bisiaux e Frédéric Le Manach ci hanno permesso di far emergere fatti di una gravità insospettata: abbiamo rivelato una serie di decisioni pubbliche profondamente corrotte a favore delle lobby olandesi della pesca industriale. La nostra lotta ha preso un’inaspettata piega nella lotta contro la frode sistemica, gli abusi finanziari, gli abusi e una disfunzione preoccupante delle istituzioni. Oggi celebriamo non solo una vittoria per l’ambiente marino e i pescatori artigianali, ma anche una vittoria per i cittadini. Questo risultato ci ricorda che con perseveranza e rigore, un piccolo gruppo di persone motivate e sostenute dall’opinione pubblica può vincere contro un sistema politico-industriale radicalmente ostile».

Il direttore scientifico di Bloom, Frédéric Le Manach, conclude aprendo un nuovo fronte di battaglia: «La Commissione europea ha riconosciuto il merito della nostra denuncia sull’illegalità dell’83% delle licenze di pesca elettrica e ha annunciato l’apertura di una procedura di infrazione contro i Paesi Bassi. ma la decisione dipende dal collegio dei commissari. Ma abbiamo appreso nella notte tra il 12 e il 13 febbraio, ancora una volta dai giornalisti olandesi, che è stata presa la decisione di non perseguire i Paesi Bassi per le loro licenze illegali. Questo è anche il modo in cui abbiamo scoperto la decisione dell’Ufficio di anti-frode di non aprire un’indagine in seguito alla denuncia di Bloom, Non si inizia bene! Chiediamo a Jean-Claude Juncker di parlare pubblicamente per dirci se il Collegio dei Commissari abbia o meno bloccato la richiesta della Direzione Pesca (DG Mare) di avviare un procedimento contro i Paesi Bassi. D’altro canto, i milioni di euro raccolti con licenze illegali devono essere restituiti ai contribuenti europei, a qualsiasi costo. Non ci fermeremo qui».