2 milioni di bambini dei popoli tribali vengono “riprogrammati” culturalmente sottraendoli alle famiglie

Abusi e violenze sulle bambine indigene nelle scuole residenziali dell’India

Negli ultimi anni, solo nelle “Factory School” del Maharashtra, sono morti almeno 1.500 bambini Adivasi

[2 Dicembre 2019]

Survival International denuncia che «Quindici bambine sono state drogate e stuprate ripetutamente in una struttura studentesca per bambini indigeni, nello stato di Maharashtra, in India. È quanto emerso nel corso di un processo che ha rivelato uno scioccante livello di abusi anche in altre scuole simili».

Il governo indiano della destra induista del Bharatiya Janata Party Bjp ha imposto la chiusura delle scuole dei villaggi e costringe i genitori dei bambini indigeni a mandarli in scuole residenziali lontane da casa, sia per destrutturare culturalmente le comunità indigene che per sottrarre i giovani all’influenza dei comunisti maoisti naxaliti che sono molto forti tra gli Adivasi, come vengono chiamati i popoli tribali indiani che sono esclusi anche dal sistema castale. Inoltre la riprogrammazione culturale serve anche spesso a impedire alle giovani generazioni di condividere la cultura della sacralità della natura che porta molti popoli tribali a battersi contro progetti di estrazione mineraria, deforestazione e land grabbing sui loro territori. .

Secondo Survival questa politica di deculturalizzazione etnica, che prevede la sottrazione dei bambini alle loro famiglie e comunità per lunghi periodi, è un disastro, «E gli abusi sistematici nei confronti dei bambini indigeni all’interno delle scuole residenziali, testimoniati da questo e da altri casi simili, lo dimostrano. Il caso Maharashtra è emerso solo dopo il ricovero in ospedale di due delle bambine abusate. Cinque persone sono state arrestate, ma non il proprietario della residenza, che è un politico locale e ha accusato le madri delle bambine di voler semplicemente ricevere un risarcimento».

Jyotsna, madre di una delle vittime, ha dichiarato: «Mia figlia, di nove anni, è stata stuprata per 3 mesi. Non avremmo mai immaginato che potessero succedere cose simili alle nostre figlie. Perché queste cose accadono solo a noi Adivasi? Hanno versato sedativi e droghe nell’acqua che bevevano le nostre figlie… Hanno fatto iniezioni alle bambine! Come è potuto succedere? Chiediamo giustizia per le nostre figlie».
la polizia ha esaminato 15 ragazze di età compresa tra gli 8 e i 13 anni, e 13 sono hanno subito abusi sessuali e sono state drogate, mentre per le 2 che sono state “solo” drogate è stato addirittura chiesta la restituzione del risarcimento alle loro famiglie che sono poverissime e non possono permettersi un avvocato. Hanno fatto domanda per avere un avvocato d’ufficio, ma non gli è stato ancora concesso.

Survival International cita un rapporto del 2016 sullo Stato del Maharashtra dal quale veniva fuori una realtà terribile: «Negli ultimi anni almeno 1.500 bambini sono morti in scuole di questo genere. Nella grande maggioranza dei casi, la causa del decesso non era indicata o era definita come “sconosciuta”. A tre anni dalla denuncia dello scandalo, non è stato fatto quasi nulla per prevenire altri abusi».

Nel suo rapporto “Factory Schools: Erasing indigenous identity – Whoever controls the education of our children controls our future” Survival International aveva già denunciato «spaventosi livelli di abusi e decessi in scuole simili in tutto il paese e nel mondo» e l’Ong che difende i popoli tribali sta conducendo una campagna contro quelle che chiama le “Factory School “ e spiega che si tratta di «scuole per l’assimilazione che allontanano i bambini indigeni e tribali dalle loro famiglie e dalle loro comunità per “riprogrammarli” e conformarli alla società dominante. Lontani da casa, i bambini sono ad alto rischio di abusi e abbandono. Queste scuole sono parte di deliberate politiche governative che mirano nel lungo termine a cancellare le identità indigene e rubare loro le terre. Alcune sono persino sponsorizzate da corporazioni o industrie estrattive che cercano di sfruttare le terre, la forza lavoro e le risorse delle comunità».

Il direttore generale di Survival International, Stephen Corry, spiega che «I bambini indigeni sono inviati in Factory School dove corrono il rischio reale di perdere la vita. La filosofia di questo intero sistema scolastico, dove proliferano abusi e abbandoni, è quella di strappare ai bambini le loro identità e separarli dalle loro culture e dalle loro comunità. La sofferenza inflitta a queste bambine è insopportabile. Se la loro istruzione fosse stata sotto il controllo e lo sguardo vigile delle loro comunità, tutto questo non sarebbe mai accaduto. E’ arrivato il momento di fermare le Factory School, adesso!»

Secondo Jo woodman, ricercatrice senior di Survival International, in queste Factory School vengono “riprogrammati” almeno 2 milioni di bambini e conclude: «La scuola dovrebbe essere un luogo sicuro, ma, in questo caso, sono state ripetutamente drogate e abusate bambine di soli 8 anni. Separati completamente dalle loro famiglie, costretti a confrontarsi e apprendere lingue sconosciute, addestrati a vergognarsi della propria identità, molti bambini indigeni soffrono terribilmente in queste scuole e sono ad alto rischio di abusi. A distanza di tempo, è stato riconosciuto che l’analogo sistema scolastico applicato dal Canada con gli indigeni è equivalso a un genocidio culturale. Non credo ci vorrà molto prima che sia riconosciuto tale anche il trattamento riservato dall’India nei confronti dei bambini indigeni. I popoli indigeni devono avere il controllo della loro educazione».