17 aprile, Giornata mondiale della lotta contadina

Gli agricoltori sono sempre di più soggetti a pressioni da parte dell’agroindustria e pratiche commerciali sleali, divenendo l’anello più debole della filiera del cibo

Mentre sosteniamo e partecipiamo con convinzione ai movimenti che chiedono un’azione urgente per arginare le conseguenze dei cambiamenti climatici, non possiamo dimenticare chi, per rivendicare una distribuzione equa delle risorse naturali, ha perso la vita: il 17 di aprile di 23 anni fa, diciannove manifestanti del “movimento sem terra” venivano uccisi dalla polizia brasiliana a “Eldorado dos Carajás” nello stato del Pará. Circa 3.500 famiglie appartenenti al Movimento stavano partecipando ad una protesta pacifica per chiedere l’applicazione della ridistribuzione delle terre, prevista dalla costituzione federale del Pará e in particolare la distribuzione ai contadini dei 40.000 ettari, prevalentemente improduttivi, della fazenda Macaxeira.

Da allora, il 17 di aprile viene commemorato come la giornata mondiale della lotta contadina. In 23 anni i progressi fatti per assicurare delle condizioni eque e dignitose a chi produce cibo per il resto del mondo sono insoddisfacenti e, nonostante l’importante adozione della “Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei contadini e delle altre persone che lavorano in ambito rurale”, i contadini in buona parte dei Paesi del mondo sono vittime di iniquità e pressioni dovute principalmente a interessi commerciali. Gli agricoltori sono sempre di più soggetti a pressioni da parte dell’agroindustria, pratiche commerciali sleali come il dumping e l’appropriazione delle terre (land grabbing), divenendo l’anello più debole della filiera del cibo a dispetto del fatto che rappresentano in realtà la base della produzione mondiale di cibo. Non bisogna dimenticare infatti che, secondo stime recenti, l’agricoltura contadina produce circa il 70% del cibo a livello globale. E non è necessario cercare nei Paesi del sud del mondo per identificare trattamenti iniqui a scapito dei contadini e, alla fine dei conti, della collettività. Esempi recenti sono l’asta on-line al doppio ribasso applicata da Eurospin per acquistare prodotti agricoli a costi praticamente inferiori a quelli di produzione.

Come Cospe ci schieriamo oggi a fianco dei milioni di famiglie di contadini del mondo per chiedere l’applicazione globale della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei contadini e per garantire la giusta tutela e la valorizzazione del ruolo di chi produce cibo in maniera efficiente e nel rispetto della biodiversità e dei diritti umani.