Contro la desertificazione, Cospe scommette sulle comunità rurali

Proteggere la terra. Ripristinare i suoli. Coinvolgere le persone. Con questo slogan – “Protect Earth. Restore Land. Engage People” – la United nation convention to combat desertification (Unccd) promuove oggi la “Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione”. Dal 1994, 17 di giugno vengono organizzate in tutto il mondo manifestazioni ed eventi per sensibilizzare la società sulla gravità e sui rischi correlati alla desertificazione.

Quest’anno l’attenzione è rivolta all’importanzadel coinvolgimento delle comunitànella gestione del territorio e nella lotta alla desertificazione. La partecipazione è un aspetto chiave per il lavoro che Cospe promuove nelle aree rurali dell’Africa Sub-Sahariana. In Swaziland e in Angola, i due paesi che secondo il “Global Assessment of Land Degradation and Improvement”, redatto da Lada (Land degradation assessment in drylands), Isric (World soil information) e Fao (Food and agricolture organition) nel 2008, hanno la più alta percentuale al mondo di suolo soggetto a fenomeni di degradazione, Cospe scommette sulle comunità rurali per preservare il suolo e prevenire i fenomeni di desertificazione.

Nella regione di Lubombo, nella parte orientale dello Swaziland, da alcuni anni si sta testando l’efficacia della pianificazione partecipativa dell’uso del suolo e delle risorse naturali e promuovendo pratiche agro-ecologiche e di agricoltura di conservazione che permettono di preservare e rigenerare la fertilità dei suoli. In Angola, il deserto costiero di Namibe e Benguela è in rapida espansione verso nord. Una delle principali cause di questo avanzamento del deserto è probabilmente dovuto alla perdita delle zone forestali. Si stima che che dal 2001 al 2014 la perdita di copertura forestale ammonta a 1.740.010 ettari (fonte: Global Forest Watch).

Dopo vari anni di lavoro in collaborazione con l’ente di gestione forestale angolano (Instituto de desenvolvimento florestal), per contrastare l’espansione del deserto nella regione di Namibe, nel 2011 è stata avviata la prima esperienza pilota di gestione partecipativa delle foreste nel paese. Si tratta di percorsi lunghi, che mirano a valorizzare le pratiche di gestione del territorio tradizionali, integrandole con le evidenze scientifiche più recenti ed è ancora prematuro trarre delle conclusioni sull’efficacia di questo approccio.

Ma le evidenze disponibili confermano quanto riscontrato in altri paesi dell’Africa subsahariana: le comunità locali hanno le conoscenze e le competenze necessarie per gestire i suoli in maniera sostenibile e contrastare i fenomeni di desertificazione. Deve però essergli garantita la possibilità e le risorse necessarie per farlo in maniera efficace.

di Cospe per greenreport