È nata la piattaforma Raya Karkara, per un Niger agro ecologico

Valorizzazione delle risorse naturali, gestione partecipata delle aree più fertili e miglioramento delle tecniche produttive

In Niger più dell’85% della popolazione risiede nelle zone rurali e per molti di loro la unica fonte di sopravvivenza è la terra: in particolare nel Paese sono presenti numerose attività agricole, alle piccole aziende a conduzione familiare. Queste però non sempre garantiscono la sicurezza e la sovranità alimentare, in quanto si tratta di aziende che, a causa della loro condizione socio-economica, soffrono per la mancanza dei servizi di base e dell’accesso al mercato, per la scarsa formazione tra gli operatori, la scarsità di mezzi di produzione e di finanziamento e delle risorse ecc. Non bisogna inoltre sottovalutare che le coltivazioni in queste aree subiscono le drammatiche conseguenze dei cambiamenti climatici e della desertificazione.

In particolare nella regione di Tahoua, dove Cospe lavora, il rapporto tra uomo e ambiente mette a rischio la sovranità alimentare e l’accesso alle risorse: «Questa regione è una frontiera tra l’area pastorale e agricola, dove la pressione sulle risorse naturali degli agricoltori stabili e degli allevatori transumanti è sempre maggiore; questa pressione è dovuta al tasso demografico, tra i più alti al mondo (4,1%), che comporta conflitti per l’accesso all’acqua e alla terra – Ci racconta Simone Teggi, cooperante Cospe – La soluzione possibile sta nella valorizzazione delle risorse naturali, da un lato attraverso dei piani di gestione partecipata delle aree più fertili e dall’altro un miglioramento delle tecniche produttive, in maniera che si possa arrivare a uno sfruttamento sostenibile delle risorsa acqua e terra».

Questa consapevolezza ha portato Cospe Onlus, insieme al ministero dell’Agricoltura del Niger e a diverse organizzazioni internazionali (Fao, Pnud, Ue, ecc.), di produttori e orticoltori (Cnpfp, Fcmn Niya), Moriben), Swissaid, l’università di Tillabery e altre organizzazioni della società civile a lanciare lo scorso 18 settembre la Déclaration de la Plate forme Raya Karkara. Questa Piattaforma agroecologica permette ai diversi attori di condividere le loro esperienze per promuovere l’agroecologia per sviluppare una serie di tecniche agricole che permettano ai contadini di sviluppare la produttività nella valorizzazione agrosistemica delle risorse naturali.

Il manifesto propone l’agroecologia come l’unica scelta possibile per un’agricoltura durevole e che rispetti ed arricchisca il territorio, in quanto, come si legge nel documento, “l’agroecologia combina un insieme di tecniche che permettono alle aziende familiari di mantenere e sviluppare gli equilibri degli agro-sistemi e di mantenere e sviluppare le proprie attività nel lungo periodo. Durante i nostri interventi siamo riusciti a diffondere le pratiche che al contempo sono rispettose dell’ambiente, economicamente efficaci e socialmente eque. Questa produzione è sostenibile e preserva le condizioni di sopravvivenza per le generazioni future”.

«Oggi – ci spiega ancora Teggi – attraverso le tecniche agro ecologiche e la valorizzazione delle tecniche contadine, savoir faire paysans, si cerca, tramite la Piattaforma contadina del Niger, di valorizzare tutto ciò non solo in termini di qualità del cibo ma anche nella sostenibilità della produzione. Inoltre, attraverso l’utilizzo di queste tecniche ci si è accorti che si può arrivare ad avere dei prodotti di maggiore qualità nutritiva ma anche più facili da conservare e quindi più redditizi».

La ricchezza proveniente dalle tecniche agro-ecologiche è evidente anche nella vita di tutti i giorni, nelle coltivazioni più semplici: «Nel caso della produzione della cipolla, prodotto agricolo di maggior esportazione con una variabilità enorme di prezzo durante l’anno, attraverso l’utilizzo di tecniche agroecologiche si arriva a conservarle per 6 mesi con perdite minime che arrivano al 10%, valorizzandone il prezzo che varia dal momento della produzione da 4 euro a 60 euro (per 120 kg) dopo qualche mese, nella stazione secca».

Cospe, da trent’anni in Niger, lavora nella valorizzazione delle tecniche locali che permettano la valorizzazione delle risorse naturali. Il sostegno alla piattaforma Raya Karkara si inserisce nell’ambito del progetto “Terre e paix”, che lavora su questi temi tra Senegal, in Mali e in Niger, in stretta collaborazione con le organizzazioni locali contadine.