[11/02/2009] Comunicati

Il Giornale, i pipistrelli e ricercatori vampiri di denaro pubblico

LIVORNO. IL primo febbraio Francesco Cramer ci deliziava su "Il Giornale" con un articolo intitolato "Pagato dalla Regione per ululare nei boschi" che proseguiva l´ormai pervicace campagna contro gli sprechi ambientalisti delle amministrazioni pubbliche. Cramer se la prendeva con il professore pisano Andrea Gazzola, dell´università di Sassari, accusato di scialacquare 8mila 750 euro all´anno per imitare l´ululato dei lupi come consulente in un progetto di monitoraggio della regione Val d´Aosta. Poi toccava alla Campania che ha sperperato 110 euro per una lezione tenuta da Alessandro Sciarillo su l´ape e i suoi prodotti, mentre la solita Val d´Aosta ha buttato via 70mila euro per «l´indagine e l´analisi faunistico ambientale per lo studio della lepre variabile, nell´ambito del progetto Gestalp».
Il giornalista non capisce perché un ricercatore come Josef Leiter dovrebbe interessarsi per conto della provincia autonoma di Bolzano a «rilevare e analizzare la situazione dei gamberi, ma solo quelli d´acqua dolce» (chissà dove pensai trovarli quelli di mare Cramer in Sud Tirolo? ndr), mentre a Trento la professoressa Clara Paola Brambilla si è trastullata nel comportamento del cervo nel bacino del Travignolo mediante dati radiotelemetrici. Poi ci sono anche quelli come Vincenzo Ferri, pagato lautamente con ben 3 mila euro dalla Comunità montana della Valle Cavallina (Bg) per il progetto "Mitigazione dell´impatto del traffico stradale sulle popolazioni anfibie" e il giornalista si chiede perché spendere un tale patrimonio per salvare rospi, ranocchi e tritoni, bestie viscide e spesso gracidanti. Ma la cosa che più ha fatto adombrare il Cramer è stato il fatto che si dissipi il denaro pubblico anche per lo studio di animali anche meno "carini", come i pipistrelli: ad Elena Patriarca, un vero e proprio vampiro del pubblico denaro, sarebbero toccati addirittura 6 mila euro per 6 mesi di «attività di monitoraggio demografico e l´inventario dei chirotteri presenti in valle».

Al fustigatore degli sprechi zoologici italici che invoca i fulmini di Brunetta su questi tentativi (abbastanza micragnosi se confrontati con i progetti e le spese dei Paesi avanzati) di salvare e comprendere meglio una biodiversità in pericolo che l´Europa ci invidia, ha inviato una cortese risposta proprio la signora che studia i pipistrelli, vale la pena di leggerla perché svela bene l´abisso che corre tra il "buonsenso" populista e semplificatorio di alcuni giornali e la necessità e le ragioni "complicate" della ricerca scientifica e ambientale che allo sfottente Giornale sembra un costoso ed inutile trastullo.

«Caro Francesco Cramer,

mi chiamo Elena Patriarca, di professione rubo al contribuente italiano e avrei continuato la mia carriera di parassita se Lei non mi avesse smascherata. Grazie al suo articolo ormai tutti sanno che ho ricevuto 6 mila euro dalla Regione Valle d´Aosta per il monitoraggio dei chirotteri (i pipistrelli, ovvero un terzo delle specie di mammiferi presenti nella regione).

Nel suo articolo però Lei non dice tutto, certamente non per ignoranza o per intento, bensì, immagino, per delicatezza. Io ormai sono nel baratro, probabilmente nessuno mi affiderà più un incarico e quindi tanto vale che vuoti del tutto il sacco: denuncerò i mandanti!

Si tratta di gente che bazzica a Bruxelles, pesci grossi, non aringhe come me, che rubano i soldi del contribuente europeo. Tengono i contatti con noi aringhe attraverso dei pizzini, cui hanno dato il nome di "Direttive", immagino per disorientare i giornalisti come Lei. Uno di questi pizzini, la Direttiva Habitat, obbliga gli Stati membri dell´Unione Europea a monitorare lo stato di conservazione delle specie di "interesse comunitario", fra le quali tutti i chirotteri. Lo Stato Italiano è tenuto a trasmettere rendicontazioni su tale argomento a quei furfanti di Bruxelles ogni 6 anni e, a tale fine, alle Regioni spetta il compito di raccogliere dati sul proprio territorio e trasmetterli annualmente allo Stato.

In tali resoconti, le Regioni devono anche far sapere quali misure hanno adottato per evitare il degrado dei Siti di Importanza Comunitaria (specie di covi, dove la "cupola" dell´organizzazione tutela habitat e specie minacciati). I soldi che avrò dalla Regione, in effetti, sono serviti anche a questo: durante il periodo del mio incarico mi sono infatti occupata della tutela dei chirotteri presenti in questi covi; in particolare mi sono adoperata affinchè i lavori che dovevano essere realizzati in un importante edificio che ospita una colonia di repellenti rinolofi maggiori fossero portati a termine senza pregiudicare i chirotteri. E´ l´ultima colonia riproduttiva di tale specie di pipistrelli conosciuta sull´intero territorio piemontese-valdostano. Le altre, grazie al cielo, sono andate incontro all´estinzione per cause antropiche o non sono ancora state "scoperte" da noi aringhe, cosicchè non abbiamo potuto sperperarci sopra soldi pubblici; al riguardo Le va riconosciuto il merito di avere, con l´articolo, diminuito le probabilità che qualcuno sia pagato per scoprire tali colonie ed incrementato la probabilità che vengano distrutte senza che l´opinione pubblica lo sappia, perfetto corollario del tipo di informazione da Lei promosso.

Non paga delle nefandezze di cui sopra, avevo in programma anche una giornata di formazione, in cui istruire degli scagnozzi al fine di organizzare meglio futuri sperperi di denaro pubblico, sempre per i pipistrelli. Pensavo al Corpo Forestale, al personale dei Parchi e, più in generale, a quelli che in Valle d´Aosta sprecano tempo con la gestione degli ambienti rilevanti per la tutela dei chirotteri - ambienti forestali, zone umide, agroecosistemi, ambienti ipogei ed edifici monumentali - o che si occupano (mi vergogno a dirlo) di divulgazione naturalistica.

Non so se la Regione vorrà confermare l´organizzazione della giornata; nel caso, sarà mia premura avvisarLa immediatamente e spero di averLa mia ospite: potrei fare ammenda offrendoLe tanti spunti per ulteriori avvincenti articoli.

Cordialmente, Elena Patriarca»

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