[14/06/2007] Energia

Eolico, piace all´86% degli italiani

LIVORNO. L’energia eolica piace e ce ne vorrebbe di più. Questo il giudizio dell’86% degli italiani, le cui opinioni sono state presentate oggi durante la presentazione dell’European Wind Day. L’indagine, promossa dall´Anev (Associazione Nazionale Energia del Vento), e da Greenpeace ha voluto verificare il consenso alla costruzione di impianti eolici. Sono state intervistate 800 persone, di cui 300 in Sardegna, a cura della Customer Asset Improvement, già di Databank e oggi del gruppo Cerved.

«In alcune regioni l’eolico stenta a decollare – spiega in una nota Greenpeace - per un incomprensibile ostracismo promosso da alcuni governi locali, primo tra tutti quello della Sardegna, la regione più ventosa d’Italia. Eppure, l’indagine ben sottolinea il favore accordato all’eolico: su una scala da 1 a 5, questa fonte rinnovabile arriva seconda classificata con 4,1 punti, dietro il solare fotovoltaico che ottiene 4,5; in Sardegna, l’eolico supera addirittura la media nazionale, toccando i 4,3 punti».

Tra le diverse affermazioni proposte nell’indagine, il livello più alto di condivisione, 3,8 punti su 5, è stato raggiunto dalla dichiarazione «Fatte salve alcune zone di rilevante interesse paesaggistico e turistico, in Sardegna si dovrebbe cercare di sviluppare il più possibile l’energia eolica», mentre la frase più favorevole alla posizione del Governo ha avuto un voto più basso, 2,7 punti su 5.

Quasi il 60% dei sardi considera l’eolico una opportunità positiva di sviluppo del territorio e anche tra i meno convinti, il 30% non si oppone al suo sviluppo.
Per quanto riguarda il limite posto dalla Regione Sardegna allo sviluppo dell’eolico, solo il 19% ritiene che questo non vada superato, mentre oltre il 75% vorrebbe fosse aumentato, con un picco del 36% che addirittura dichiara di voler uno sviluppo senza limiti.

«I risultati dell’indagine - ha detto Simone Togni, segretario Generale dell’Anev - confermano che nel nostro Paese, c’è grande consenso sull’energia eolica, che rappresenta la fonte rinnovabile oggi con le maggiori prospettive nel breve e medio periodo». Giuseppe Onufrio, direttore delle campagne di Greenpeace, ha aggiunto che «gli ostacoli allo sviluppo dell’eolico vanno rimossi e questa fonte deve esser messa al centro delle politiche energetiche anche in Sardegna dove al contrario si punta al carbone, perseguendo una politica che è contro il clima globale».

Sempre a proposito di eolico Enel Erelis, la controllata francese dell’azienda energetica italiana, ha finalizzato l’acquisto di quattro progetti di impianti eolici per 58 megawatt in aree a grande potenzialità eolica in Bretagna (14 MW e 12 Megawatt), Picardia (20 MW) e Auvergne (12 MW), il cui completamento è previsto entro il 2009.

Enel è entrata nel dell’energia eolica francese nel 2006 acquisendo Erelis che ha un portafoglio complessivo di progetti in varie regioni della Francia per circa 500 MW, 8 dei quali entreranno in funzione entro quest’anno, altri 8 MW nel 2008, mentre impianti per 196 MW sono in fase medio avanzata e circa 290 MW in fase iniziale di sviluppo, mentre circa 110 MW sono stati sviluppati per conto terzi.

Con gli acquisti francesi Enel implementa il suo impegno nelle energie rinnovabili che, spiega l’azienda in una nota «é parte del Piano Ambiente che prevede investimenti per oltre 4 miliardi di qui al 2011 nelle fonti rinnovabili e nella ricerca. Già oggi Enel si colloca ai primi posti nel mondo con oltre 19.000 MW di potenza installata idroelettrica, eolica, geotermica, solare e a biomasse».

Mentre investe sulle rinnovabili, però, l’Enel fa business pure con il nucleare in Bulgaria. Ovviamente l’Enel diversifica i suoi investimenti per non perdere alcuna occasione. Quasi inutile ricordare a chi si oppone all’eolico che l’alternativa alle fonti fossile (petrolio e carbone) e al nucleare appunto, non può essere rappresentata solo dal fotovoltaico. Da solo questo non riuscirà mai a produrre l’energia di cui abbiamo bisogno.

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