[16/09/2009] News toscana

Vicenda Chimet: la Commissione d'inchiesta pubblica boccia la richiesta d'ampliamento dell'azienda

FIRENZE. La commissione che ha condotto l'inchiesta pubblica sul progetto di ampliamento della Chimet proposto dalla stessa azienda, ha espresso in modo soft il suo verdetto che rimane però inequivocabile: la commissione ha invitato l'azienda di Badia al Pino a ritirare la domanda di Via in riferimento al progetto in questione. Se ciò non avvenisse, la stessa commissione invita gli enti preposti ad esprimere parere negativo, alla luce delle carenze emerse.

Ricordiamo (greenreport si è occupato più volte della vicenda) che con il progetto si chiedeva di ampliare, da 12.500 a 30.000 tonnellate, la quantità di rifiuti industriali trattati annualmente all'interno dello stabilimento. Il comune di Civitella aveva chiesto alla provincia di attivare la procedura per l'inchiesta pubblica.

«Si tratta della prima esperienza di questo tipo a livello provinciale - ha ricordato l'assessore all'ambiente Andrea Cutini - e di una delle prime a livello regionale. Credo che possiamo essere soddisfatti del lavoro svolto dalla commissione, che fornisce agli enti preposti elementi utili per le decisioni da assumere e mette a disposizione della popolazione importanti chiarimenti e approfondimenti su una vicenda di grande complessità e delicatezza».

La commissione composta dal presidente Gabriele Chianucci, dal prof. Alfonso Metello Andretta, dal prof. Mariano Didero e dalla dottoressa Elisabetta Chellini ha espresso la sua valutazione finale apponendo due ragioni principali che stanno all'origine, di cui la prima rimanda alla valutazione dei risultati sugli studi epidemiologici e sul monitoraggio biologico: «La commissione - ha informato Chianucci - ha ritenuto di applicare il principio di precauzione, tenendo conto dei primi risultati degli studi condotti sulla popolazione, tenendo conto che sono in fase di avvio ulteriori studi di approfondimento. In questo senso, abbiamo anche suggerito agli enti decisori, di fronte ad un eventuale ritiro del progetto presentato dall'azienda, di non riaprire una procedura di Via, prima di avere acquisito i risultati dello studio di monitoraggio biologico che è stato avviato».

La seconda motivazione, invece rimanda alle carenze riscontrate nel progetto presentato dall'azienda, con particolare riguardo alla Valutazione di impatto ambientale. «Prendiamo atto di queste conclusioni della commissione in quanto confermano la correttezza del lavoro fatto dall'amministrazione comunale - ha commentato il sindaco di Civitella Massimiliano Dindalini - Per ciò che riguarda la richiesta di ampliamento fatta dall'azienda, mi pare che di fronte alle conclusioni dell'inchiesta pubblica non vi siano le condizioni per una decisione positiva».

La tensione tra azienda e popolazione è alta e la situazione delicata anche dal punto di vista economico ed occupazionale. Della vicenda si è occupata anche la Regione che però almeno in merito alla valutazione degli studi epidemiologici e del monitoraggio dà una lettura sostanzialmente diversa rispetto a quanto rilevato dalla Commissione d'inchiesta.

«Dal monitoraggio fatto da Arpat e dalla Chimet sulle emissioni atmosferiche delle linee di incenerimento della stessa azienda che trattano il recupero di metalli preziosi e la termodistruzione di rifiuti speciali, anche sanitari, si sono verificate lievi non conformità- ha dichiarato l'assessore all'ambiente Anna Rita Bramerini rispondendo in Consiglio regionale alle interrogazioni di Ilio Pasqui (Pd), Fabio Roggiolani (Verdi) e Marco Carraresi (Udc)- La Chimet ha però aumentato i propri controlli sui rifiuti ed ha revisionato la procedura di preaccettazione ed accettazione dei rifiuti sia da termodistruzione che a recupero per evitare il ripetersi di casi del genere in futuro. Inoltre, l'Arpat ritiene improbabile che, vista la durata e l'entità delle emissioni anomale- ha continuato l'assessore- queste possano aver determinato modifiche in termini di qualità dell'aria».

L'assessore ha poi risposto sulle indagini epidemiologiche atte ad accertare le conseguenze della presenza di eventuali inquinanti nell'ambiente: «l'indagine sulle deposizioni al suolo di diossine ha mostrato concentrazioni inferiori ai valori limite ma è comunque in corso per precauzione un monitoraggio biologico» ha concluso Bramerini.

Torna all'archivio