[16/09/2009] News

Il rapidissimo arretramento dei ghiacciai delle isole francesi australi

LIVORNO. Non tutti lo sanno, ma il più grande ghiacciaio della Francia è a più di 12.000 chilometri dalle Alpi, nelle isole Kerguelen, che fanno parte delle Terres Australes et Antarctiques Françaises un possedimento sperso nell'oceano artico e abitato da poche decine di ricercatori e centinaia di migliaia di foche, pinguini e uccelli marini.

Una ricerca dei glaciologi del laboratoire d'études en géophysique et océanographie spatiale (Legos) pubblicata dal Journal of Geophysical Research, mettendo insieme informazioni storiche, dati satellitari e indagini sul campo, dimostra che il ghiacciaio Coock, che nel 1963 raggiungeva circa 500 km2 (più del doppio dell'isola d'Elba), sta subendo una rapida diminuzione dei ghiacci che sta addirittura accelerando. In 40 anni lo spessore del ghiacciaio Cook si sarebbe ridotto al ritmo di 1,5 metri all'anno, la sua superficie è diminuita del 20% ed il suo ritiro è attualmente due volte più rapido di quello osservato negli anni ‘90.

L'arcipelago delle Kerguelen ospita numerosi ghiacciai che occupano le zone più elevate di queste isole sperse agli estremi limiti meridionali dell'oceano indiano ed i primi studi dei ricercatori francesi dimostrano all'inizio un lento arretramento del ghiacciaio Ampère (uno tra quelli che formano la calotte Cook) tra il 1800 eed il 1965, dopo lo scioglimento dei ghiacciai è molto più rapido.

Dal 1974 in poi, la sorveglianza diretta della calotte Cook non è più stata assicurata, però, osservazioni effettuate dallo spazio tra il 1991 e il 2006, hanno permesso agli scienziati del Legos di raccogliere dati certi su quanto stava accadendo in un'area di difficile accesso.

Le indagini sulla situazione dei ghiacciai delle Kerguelen sono partite da una carta dell'Institut Géographique National del 1967, quando i ghiacciai si estendevano in totale su più 700 km2 delle isole, poi, grazie alle immagini fornite dai satelliti Spot e Landsat, i ricercatori hanno attualizzato l'inventario dei ghiacciai negli anni 1991, 2001 e 2003, quantificando o così il ritiro dei ghiacci.

La calotte Cook nel 1991 era 448 km2 e nel 203 si era e ristretta a 403 km2, perdendo così il 20% della sua superficie, con un calo due volte più rapido dopo il 1991.

I glaciologi hanno anche stimato la perdita di volume del ghiacciaio Cook in 40 anni con un bilancio della massa che rappresenta fedelmente la risposta della calotta alle variazioni climatiche: la riduzione della calotte Cook raggiunge i 300 - 400 metri nelle lingue glaciali alle basse altitudini, mentre il suo spessore sembra reggere meglio più in alto. Il calo di spessore medio di 1,5 metri all'anno è molto elevato anche se paragonato agli altri ghiacciai del pianeta che non godono certo di buon salute, inoltre l'accelerazione della perdita di massa glaciale continua anche in questi ultimi anni. Secondo gli scienziati il declino dei ghiacciai delle Kerguelen non può essere unicamente attribuito al recente global warming causato dalle attività umane, una parte di questo vistoso fenomeno si spiegherebbe anche con una risposta ritardata di questi ghiacciai australi al riscaldamento naturale che ha fatto seguito alla Piccola era glaciale (il periodo freddo tra il 1850 ed il 1900), ma l'accelerazione imponente dello scioglimento dei ghiacciai di queste isole francesi è senza dubbio attribuibile alle temperature elevate ed alla forte diminuzione delle precipitazioni nevose che si sono verificate dagli inizi degli anni ‘80».

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