[18/09/2009] News

Flussi di materia: come ridurli in sette mosse di Gianfranco Bologna

Come avevo già anticipato in un articolo di questa rubrica qualche mese fa, il 15 e 16 di questa settimana si è tenuto a Davos in Svizzera, l'importantissimo World Resources Forum, voluto da uno dei grandi pionieri dello studio dei flussi di materia che interessano i nostri metabolismi sociali rispetto a quelli naturali, che è Friederich Schmidt-Bleek, oggi presidente del Factor 10 Institute, insieme a numerosi altri enti e strutture che si occupano di questa fondamentale questione, come lo Swiss Federal Laboratories for Materials Testing and Research (EMPA), la Swiss Academy of Engineering Sciences (SATW) , il Sustainable Europe Research Institute (SERI)  ed l'International Panel on Sustainable Resources Management del Programma delle Nazioni Unite sull'Ambiente (UNEP) .

La dichiarazione finale del Forum che ha visto la partecipazione di tanti illustri studiosi dell'uso delle risorse,  è molto chiara: andare avanti con il modello di crescita continua di utilizzo delle risorse della Terra non è possibile, è quindi indispensabile assicurare la stabilità economica alle società umane in un mondo finito modificando profondamente i nostri sistemi di produzione e consumo. E' necessaria una nuova strategia globale per gestire l'utilizzo delle risorse naturali che procuri un accesso equo a tutti per il presente e mantenendo le loro disponibilità per le generazioni future. 

Il tema dell'utilizzo delle risorse è cruciale per tutte le questioni legate alla possibilità di avviare percorsi di sostenibilità nei nostri modelli di sviluppo socio-economico. Sappiamo bene che la nostra specie sin da quando esiste su questo pianeta è sempre intervenuta sui sistemi naturali. Ha poi, nel tempo, progressivamente e costantemente accelerato, grazie alla crescita della popolazione ed alla crescita della nostra evoluzione culturale , il proprio intervento, trasformando, modificando e distruggendo i sistemi naturali, utilizzando una quantità crescente  di risorse e producendo scarti e rifiuti solidi, liquidi e gassosi, spesso difficilmente "metabolizzabili" da parte della natura stessa.

Come avevano già indicato le ricerche sin qui realizzate sui flussi di materia a livello mondiale (vedasi il sito www.materialflows.net) l'estrazione delle risorse a livello globale ( e stiamo parlando di quattro grandi categorie : biomassa, minerali, metalli e combustibili fossili) è cresciuta dai 40 miliardi di tonnellate nel 1980 ai circa 55 miliardi di tonnellate nel 2002, per raggiungere i 60 miliardi nel 2008 con la previsione di toccare gli 80 miliardi di tonnellate nel 2020 e 100 miliardi nel 2030.

Proprio in occasione del Forum, tra i tanti rapporti e ricerche presentate, il rapporto "Overconsumption? Our use of the world's naturale resources" curato dai Friends of the Earth Europe e dal prestigioso Sustainable Europe Research Institute (SERI) diretto dal noto esperto dei flussi di materia Friederich Hinterberger , ha fornito ulteriori interessantissime argomentazioni e informazioni sul tema. L'attuale economia mondiale utilizza quindi 60 miliardi di tonnellate annue di risorse ricavate dagli ecosistemi e dalle viscere della Terra, che sono equivalenti al peso di più di 41.000 edifici come il noto Empire State Building di New York (cioè 112 Empire State Building ogni giorno). Quasi la metà di questa estrazione di risorse ha luogo in Asia, seguito dal Nord America con circa il 20% e l'Europa e l'America Latina con il 13% ciascuna, Africa con il 9% ed Oceania con il 3%.

Queste risorse naturali comprendono sia le rinnovabili che le non rinnovabili. Le rinnovabili comprendono tutte le biomasse e quindi i prodotti agricoli, zootecnici, forestali ed ittici mentre quelle non rinnovabili includono i combustibili fossili, i metalli ed i minerali utilizzati per la manifattura di automobili e computers e per costruire case ed infrastrutture. Oltre a ciò materiali addizionali sono estratti e rimossi dalla superficie del suolo ma non sono direttamente utilizzati nei processi produttivi. Questi materiali mobilitano un' ulteriore estrazione annuale di almeno 40 miliardi di tonnellate. Quindi annualmente le nostre società mobilitano sui 100 miliardi di tonnellate di risorse naturali e materie prime. 

Il Forum propone che i nostri sistemi economici rispettino i limiti biofisici del pianeta. Dobbiamo quindi cercare di stabilizzare l'uso delle risorse ad un livello di 6-10 tonnellate pro capite l'anno al 2050 (si tratta di una stima basata sulle conoscenze sin qui acquisite su questa problematica e sull'utilizzo corrente totale di risorse diviso per la popolazione mondiale). E' evidente che le ulteriori ricerche in atto possono far ritarare questi dati come avviene sempre in questi casi.

Il metabolismo delle società umane, cioè lo studio della conversione dei flussi di materia ed energia che occorrono alle nostre società per mantenerle in esistenza, è diventato quindi sempre più un oggetto di indagine e di analisi interdisciplinare molto importante e significativo, base fondamentale per la scienza della sostenibilità.

I sistemi sociali sono sistemi metabolici che utilizzano energia, materia ed altre risorse naturali per mantenersi, riprodursi ed incrementare le strutture e le funzioni esistenti.

Il Forum nella sua dichiarazione finale ha concentrato le sue richieste su alcuni punti fondamentali tra i quali :

-         L'avviare accordi internazionali su target globali pro capite di estrazione e consumo di risorse che dovrebbero essere effettivi al più tardi entro il 2015, con l'obiettivo di ottenere un disaccoppiamento veramente significativo tra lo sviluppo economico e l'utilizzo delle risorse;

-         L'introduzione di misure politiche efficaci per rafforzare moltissimo la produttività delle risorse e per far scendere la domanda di esse nel tempo utilizzando meccanismi di tassazione, meccanismi di "cap and trade" (come quelli utilizzati nel Protocollo di Kyoto) ecc.;

-         L'urgente introduzione di target dell'uso di risorse soprattutto nelle area di particolare delicatezza, quali gli ecosistemi di acque interne, le risorse del mare e le foreste tropicali, per ridurre significativamente la rapida distruzione della biodiversità e dei servizi degli ecosistemi;

-         Il rafforzamento e la focalizzazione delle ricerche mirate all'obiettivo dell'incremento della produttività delle risorse;

-         L'ottenimento di un consenso sociale entro il 2012 su indicatori ecologici ed  economici (a livelli macro, meso e micro) legati al valore della natura e che vadano oltre il Prodotto Interno Lordo (PIL);

-         Il ridisegnare i modelli delle imprese affinchè i ricavi siano basati sull'incremento della qualità dei servizi piuttosto che sulla vendita di prodotti materiali;

-         L'avviare processi per ripensare gli stili di vita e sviluppare i pattern di consumo basati sulla sufficienza e l'uso attento e parsimonioso delle risorse naturali.

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