[18/09/2009] News

Gira che ti rigira alle rottamazioni affibbiano sempre il prefisso eco

LIVORNO. Puntuale come i suoi comunicati stampa mensili sull'andamento del mercato automobilistico, il centro studi Promotor (emanazione della società che organizza il Motor show di Bologna) diretto da Gian Primo Quagliano, soffia sul fuoco della paura acceso qualche giorno fa dall'amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne che ha rivendicato la necessità di prorogare gli incentivi alla rottamazione per tenere in piedi il settore.

Per la verità il centro studi Promotor la prende un po' larga, suggerendo che «gli incentivi all'acquisto di eco-veicoli, cosi come quelli destinati alla trasformazione a gas, dovrebbero diventare permanenti» perché oggi «soltanto il 4,6% dei 36 milioni di autovetture circolanti in Italia dispone di alimentazioni ecologiche (metano, gpl, ibride ed elettriche)».

Va dunque perseguita e incoraggiata anche la strada della trasformazione a gas che, infatti, da diversi anni gode di incentivi pubblici concessi con una serie di provvedimenti che però sono stati sempre limitati nel tempo. «E' comunque da sottolineare - prosegue Quagliano - che alcune case automobilistiche da qualche anno offrono vetture nuove omologate per alimentazione sia a benzina che a gas e, in qualche caso, anche solo per l'alimentazione a gas. Le vetture omologate a gas, unitamente alle ibride e alle elettriche godono dal 7 febbraio di incentivi particolarmente generosi che difatti hanno portato le immatricolazioni di questo tipo di vetture a crescere del 170% su base annua nei primi otto mesi del 2009, a quota 263.000. E la previsione e' di chiudere l'anno a 400.000 ecoveicoli»

Poi però dalle auto ecologiche si passa a parlare di quelle aziendali (suggerisce di rendere integralmente detraibile l'Iva sugli acquisti di autovetture fino al 31 dicembre 2010) e quindi dopo un volo radente sulla crisi e sulle prospettive di uscita (solito mantra su uscita a U, V o W), ecco finalmente svelato il vero obietivo: «La conseguenza, per quanto riguarda l'auto nel nostro Paese, è che l'attuale pacchetto di incentivi in scadenza il 31 dicembre prossimo dovrebbe essere rinnovato quantomeno per tutto il prossimo anno».  

La questione la affrontiamo anche nell'intervista a Guido Viale: la rottamazione in sé per sé non ha nulla di ecologico e chiunque mette il prefisso eco davanti a questi incentivi fa quanto meno solo del greenwashing. Non ha niente a che vedere perché il saldo non è quello fra quanto inquinava la macchina rottamata e quanto inquina quella nuova, bensì deve essere calcolato su tutto il ciclo di vita dell'automobile e prima di compensare la sua impronta ecologica (dall'estrazione delle materie, prime, alle lavorazioni, alla componentistica, ai singoli elementi sballottati da una capo all'altro del pianeta, allo smaltimento degli scarti di tutti questi processi), l'auto nuova ne deve fare di strada.

Ammettiamo dunque che gli incentivi rottamazioni siano uno strumento necessario per garantire l'esistenza di milioni di famiglie che nel mondo campano di questa industria: va bene, ma visto che questi non-eco-incentivi sono sempre più necessari ciò significa che il mercato (quello occidentale) in piedi da solo non ci sta più, è diventato solo un mercato di sostituzione, e quindi invece di alimentarlo a flebo statali (cioè coi soldi dei cittadini) di rottamazioni, bisognerebbe cominciare a pensare di riconvertirlo, verso mercati che hanno un po' più futuro, quindi più sostenibili..

Torniamo alle auto ecologiche, da dove eravamo partiti. Tutto vero quanto dice il centro Promotor sul metano: «questo carburante rispetto a tutte le altre soluzioni a basso impatto, ha alcune valenze peculiari di grande rilievo non soltanto sul piano ecologico, ma anche con riferimento alla esigenza del Paese di rendersi maggiormente indipendente dalle forniture di petrolio. Il metano infatti non è un prodotto petrolifero, è disponibile in grandi quantità, può essere utilizzato come viene estratto senza lavorazioni e, inoltre, tra le soluzioni oggi disponibili per l'autotrazione, è la più ecologica ed anche la più sicura, perché questo gas non viene trasportato su strada o su rotaia, ma viaggia nei metanodotti».

Peccato che in Italia vi siano appena 700 distributori di metano male dislocati nella penisola e che il self service non sia possibile (come invece lo è per esempio in Germania)  a meno della presenza di un operatore (quindi quest'ultima apertura contenuta nella normativa varata pochi mesi fa è del tutto inutile e ignorata) . Quindi più che gli incentivi per le auto a gas (comunque benvenuti, soprattutto per le trasformazioni), servirebbe un serio piano nazionale per costruire un'efficiente rete distributiva del metano, altrimenti resterà sempre una nicchietta a cui riferirsi quando si vuol fare un po' di greenwashing.

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