[18/09/2009] News

La Bulgaria disposta a vendere ai russi il 30% della sua centrale nucleare "non necessaria"

LIVORNO. Oggi il ministro delle finanze della Bulgaria, Siméon Djankov, ha detto alla televisione nazionale che «La Bulgaria potrebbe vendere alla Russia il 30% delle sue quote nel progetto della centrale nucleare di Belene».

Si tratterebbe di un mutamento inaspettato dell'atteggiamento del governo di destra bulgaro.

Nel 2008 la Russia e la Bulgaria avevano firmato un accordo che prevedeva la costruzione di una centrale nucleare a Belene, attualmente il 51% dellle quote del progetto appartiene allo Stato bulgaro ed il 49% alla compagnia elettrica tedesca Rwe.

Già in campagna elettorale e suvbito appena insediato nel luglio scorso, il nuovo primo ministro nazional-populista della Bulgaria, Boïko Borissov, aveva detto che bisognava rivedere i progetti energetici con la Russia, compresa la costruzione della centrale nucleare e dell'oleodotto Burgas-Alexandropolis alla quale partecipa anche la Grecia.

Secondo Djankov invece «Questo progetto potrebbe essere percorribile se la parte bulgara fosse ridotta al 20-22%. La Bulgaria non ha bisogno di questo progetto sotto il suo attuale aspetto per soddisfare i suoi bisogni di energia».

Quindi parrebbe di capire che la centrale non necessaria si farebbe, però per esportare l'energia nucleare altrove.
Così il nazionalismo energetico della destra bulgara (venato da un inedito ed esibito rigurgito anti-russo e forse sostenuto dalla storica avversione per la Grecia), finirebbe per mettere a disposizione delle stessa potenza straniera, della quale a parole si dice di voler contenere l'invadente presenza, una centrale nucleare inutile realizzata sul proprio territorio...

Forse si riuscirà a capirne di più dai risultati dell'incontro tra Djankov e il ministro russo dell'energia Sergei Chmatko in programma per oggi.

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