[18/09/2009] News

Il terremoto è un setaccio sociale

LIVORNO. Nell'era dei social network e della politica-reality dell'immane calamità del sisma del 6 aprile in Abruzzo è stato detto, e si continua a dire, tutto e il contrario di tutto, finendo spesso con lo speculare sulle vite degli abruzzesi.

L'emergenza Abruzzo della Protezione Civile terminerà a fine settembre ma chiudere i campi degli sfollati non significherà fare uscire dalla fase di emergenza tutta la gente di Abruzzo.

Sono stato volontario con Legambiente al Campo Ferrovie de l'Aquila, la prima volta a fine maggio, la seconda volta dal 5 al 12 settembre: il campo a maggio ospitava circa 300 persone mentre a settembre c'erano circa 120 ospiti.

Il terremoto è divenuto un setaccio sociale: nella primissima emergenza gli sfollati erano tutti uguali, ma da subito chi aveva i mezzi per farlo si è sottratto allo status di terremotato, e così dopo cinque mesi restano nei campi gli ultimi: anziani, giovani coppie, disoccupati, extracomunitari e altre marginalità.

Per questi il futuro è se più incerto perché al momento attuale i progetto C.A.S.E. et similia non danno una risposta definitiva alla domanda abitativa degli sfollati.

Le sistemazioni che in alternativa vengono offerte, nei comuni marsicani e teramani, in un territorio morfologicamente montuoso come quello abruzzese, dove le distanze sono raddoppiate, equivalgono ad una deportazione.

Chi ha un lavoro precario a l'Aquila e sarà ospitato a Sulmona, sarà costretto a lasciarlo e di fatto essere sradicato dalla propria città, ancora peggiore se possibile il destino di quelle persone anziane separate dai luoghi natii; è una seconda scossa, non tellurica, ma sociale e per questo non meno drammatica.

Vi scrivo però anche per parlare dell'esperienza umana bellissima: gli Sciroccati, questo il nome i volontari (disoccupati e studenti universitari, giovanissimi e pensionati, avvocati e operai) si sono dati, hanno prestato con entusiasmo la propria manodopera, a preparare e servire i pasti agli ospiti e a pulire i locali.

E al di là di un contesto drammatico oltre che essere un'esperienza umana che porteranno sempre nel cuore, è stato pure molto divertente!

Gli Sciroccati continuano tutt'ora a lavorare al Campo: chi fosse interessato a portare il suo contributo può mandare una mail a legambientemergenza@legambiente.eu : per le peculiarità del campo che ospita gli sfollati su treni e non in tende, dovrebbe durare più a lungo e forse ospitare coloro che negli altri campi non hanno trovato sistemazione.

Colgo l'occasione per salutare tutti gli Sciroccati d'Italia e tutti i terremotati.  

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