[21/09/2009] News toscana

Navi dei veleni e container scaricati in mare: scatta l'inchiesta della magistratura

GROSSETO. Forse anche a causa dell'attenzione da parte della magistratura seguita alle dichiarazioni del pentito di ‘ndrangheta Francesco Fonti, pubblicate da L'Espresso, secondo cui una delle tante ( il numero andrà stabilito sulla base del coordinamento delle indagini delle procure semmai ci sarà) navi dei veleni sarebbe stata affondata di fronte alle coste livornesi, la magistratura ha aperto un'inchiesta anche sull'episodio avvenuto quest'estate e segnalato da un'imbarcazione di ambientalisti tedeschi, che avrebbero visto gettare in mare da una nave diversi container, documentandolo anche con alcune foto compresa quella a corredo di questo articolo.
Nessuna indiscrezione per il momento da parte degli inquirenti che mantengono il più stretto riserbo (anche sulle tecnologie che utilizzeranno per i rilievi) sulla vicenda che sarebbe avvenuta il 5 luglio scorso 10 miglia a nord del porto di Marciana Marina.

«Ci auguriamo che il lavoro di indagine della procura di Livorno possa contribuire a fare luce sull'industria criminale dello smaltimento illegale dei rifiuti industriali e ad individuare manovalanza, mandanti e industrie colluse - afferma Erasmo D'Angelis (Pd), presidente della Commissione Territorio e Ambiente del Consiglio Regionale - L'apertura dell'indagine relativa alla dichiarazioni del pentito della 'ndrangheta Francesco Fonti, che indica il mar Tirreno davanti a Livorno come uno dei ‘cimiteri' marini di scorie tossiche dove sarebbero stati affondati migliaia di fusti contenenti sostanze pericolose, è un passo in avanti nell'accertamento della verità».

«Già nella seduta di domani della Commissione ci occuperemo di questo caso valutando le modalità di intervento. Ma intanto - conclude D'Angelis - chiediamo al Governo Berlusconi una campagna di rilevamenti sui fondali con le tecnologie disponibili e l'urgenza che richiede la gravità del crimine, per sciogliere ogni dubbio e restituire tranquillità alla popolazione garantendo l'economia costiera, la pesca e il turismo».

Intanto venerdì anche l'assessore all'ambiente della regione Toscana, Anna Rita Bramerini, ha dichiaratoto che di fronte a tali inquietanti notizie « è necessario avviare immediate verifiche» e che a tale ragione verrà chiesto «agli organismi tecnici competenti, e innanzitutto alla Capitaneria di Porto di attivarsi per chiarire la reale portata di queste dichiarazioni».

L'assessore all'ambiente, Anna Rita Bramerini, puntualizza la posizione della Regione Toscana, dichiarando che di fronte a tali inquietanti notizie « è necessario avviare immediate verifiche» e che a tale ragione verrà chiesto «agli organismi tecnici competenti, e innanzitutto alla Capitaneria di Porto di attivarsi per chiarire la reale portata di queste dichiarazioni».
«Mi auguro -- dice ancora l'assessore -- che il lavoro di indagine della magistratura vada avanti e possa contribuire a dare un colpo decisivo a questa vera e propria industria criminale dello smaltimento illegale dei rifiuti».

L'auspicio è condiviso e si lega anche a quello che il governo - magari per il tramite del ministero degli interni e dell' ambiente- sostenga da una parte il lavoro d'indagine delle procure e dall'altro il lavoro tecnico di monitoraggio per capire la natura dei carichi di rifiuti affondati in fondo al mare, laddove questi verranno rintracciati.
Un fenomeno conosciuto tanto nelle sedi parlamentari che governative (basta leggere i rapporti delle varie commissioni d'inchiesta sui rifiuti a partire dalla prima presieduta da Massimo Scalia e gli atti delle risposte alle interrogazioni parlamentari ai ministri).

«Un fenomeno - che come evidenzia l'assessore Bramerini - ha arrecato danni gravissimi al territorio e alla salute pubblica del nostro paese e che ha consentito alle organizzazioni mafiose di realizzare profitti enormi. Se questo è stato possibile - continua Bramerini- è anche perchè il nostro paese non è stato in grado di realizzare quel sistema impiantistico fin d'allora indicato come necessario di cui gran parte d'Europa si avvale da molto tempo.
Sono ormai dieci anni da quando la Commissione parlamentare sul ciclo illegale dei rifiuti ha denunciato un gap impiantistico del 70% tra la produzione di rifiuti speciali e la capacità di smaltimento corretto con una impiantistica adeguata. Deve essere chiaro - conclude l'assessore - che se anche il nostro paese non si doterà di infrastrutture adeguate in tale senso, la denuncia a posteriori, anche se ripetuta, non sarà mia in grado di fermare le attività criminali».

Il nostro è un paese che esporta gran parte dei rifiuti speciali che produce all'estero per mancanza di infrastrutture impiantistiche in gradi di accoglierli, che si propone di ripartire con centrali per la produzione elettrica nucleare senza aver ancora risolto non il problema delle scorie che verranno ma di quelle che ancora derivano dalla passata stagione dell'energia atomica.

E' anche il paese in cui la criminalità organizzata ha saputo sfruttare il gap esistente (e il favore delle imprese inclini a spendere poco per smaltire i propri rifiuti) e che di fronte a lauti guadagni e all'ipotesi di farla franca non ha esitato a far diventare discariche di tutto non solo il mare ma gran parte di territori. E in cui - se le dichiarazioni del pentito Fonti verranno verificate e corrisponderanno al vero- i servizi segreti e la politica hanno trovato in questi traffici canali utili per alimentarne altri.

 

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