[22/09/2009] News

Pirati del mare e navi dei veleni: il miserevole risarcimento di Trafigura per la Probo Koala

LIVORNO. La multinazionale olandese Trafigura ha firmato il 19 settembre a Londra un "accordo amichevole" che si basa su un risarcimento di 30 milioni di sterline (152 milioni di euro, circa 23 miliardi di franchi Cfa) per i circa 31 mila ivoriani che hanno chiesto indennizzi per i danni alla salute provocati nel 2006 dallo sversamento ad Abidjan dei rifiuti tossici trasportati dal cargo Probo Koala che era stato noleggiato dalla società.

A causa dello sversamento di prodotti tossici erano morte 17 persone e migliaia erano state intossicate. L'accordo firmato dall'avvocato dei ricorrenti di Abidjan con Trafigura è stato accettato solo dal  75% dei suoi clienti. In verità, il compromesso raggiunto sembra molto favorevole alla multinazionale. Come spiega il quotidiano della Costa d'Avorio Fraternité Matin «Ogni ricorrente percepirà la somma di 750.000 franchi Cfa (1.140 euro) a titolo di danni ed interessi. Questo accordo mette così fine alla procedura avviata contro Trafigura nel Regno Unito. All'inizio, un processo avrebbe dovuto aprirsi davanti all'Alta corte di Londra il  6 ottobre prossimo». Processo che avrebbe potuto avere conseguenze penali e finanziarie molto più gravi di quelle lievi che hanno colpito la multinazionale in Costa d'Avorio, dove l'accordo con il governo è stato molto agevole.

Il comunicato congiunto di avvocato ed impresa assicura che dall'agosto 2006 «Le parti hanno investito enormemente tempo e denaro al fine di realizzare un'analisi dettagliata degli eventi avvenuti ad Abidjan nel  2006. Hanno operato più di 20 esperti indipendenti di  diversi settori».

Il direttordi Trafigura, Eric de Turckheim, prima incassa l'accordo e poi con una notevole faccia tosta assicura: «Per le conclusioni degli esperti delle due parti Trafigura è totalmente innocente». Insomma, il risarcimento sarebbe non dovuto, ma una benevola elargizione umanitaria per trarsi fuori dall'imbarazzo delle fastidiose proteste di questuanti ivoriani, che non si sa bene chi avrebbe avvelenato e fatto ammalare e morire.

La tesi di Turckheim non convince Fraternité Matin: «Bisogna ricordare alla multinazionale Trafigura che ha sempre negato tutte le sue responsabilità negli avvenimenti, aveva concluso a febbraio un accordo amichevole con lo Stato ivoriano che fermava tutte le procedure penali con la controparte del versamento  d'un indennizzo globale di oltre 100 miliardi di Fcfa» (152 milioni di euro).

Di quel malloppo alle vittime toccherà molto poco, visto che in gran parte finiranno nelle casse del governo della Costa d'Avorio, mentre con il risarcimento londinese ad ogni intossicato e morto a causa dei rifiuti  tossici andranno poco più di mille euro, una bella sommetta in Costa d'Avorio, forse un anno di salario, ma pur sempre un mese di lavoro di un operaio italiano e un'inezia per Trafigura e Turckheim.

Ma fortunamente non è ancora finita, Greenpeace, che ha scelto di rivolgersi alla giustizia olandese, ha detto che non si fermerà e proseguirà nella sua azione giudiziaria. Alla fine forse riusciremo a capire quanto vale per una multinazionale la vita e la malattia di un africano e quanto costano i risarcimenti di un crimine ambientale commesso nella povera Costa d'Avorio.

Chissà se poi sapremo in grado di capire a quanto ammonteranno i risarcimenti per danno ambientale e chissà, forse anche sanitario, e se mai ci saranno quando verrà definitivamente alla luce la vicenda delle navi dei veleni che hanno impestato non solo le nostre coste ma, a quanto sembra, l'intero Mediterraneo. Intanto si tratta di capire se mai verrà tolta definitivamente la cortina che avvolge questa vicenda e se sarà possibile quantificare i danni ambientali e sanitari che può aver prodotto, oltre a quelli economici.

Anche la cronica mancanza di impianti per il trattamento dei rifiuti tossici nel nostro Paese forse è dovuto anche al fatto che c'è sempre a disposizione una Costa d'Avorio, o un mare di nessuno, dove smaltirli a basso prezzo e a scarso rischio.

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