[25/09/2009] News

Oltre il Pil: la lettura del rapporto della commissione Stiglitz diventa obbligata

ROMA. A causa della drammatica crisi finanziaria ed economica che sta attraversando il mondo da più di un anno, sta crescendo il numero di osservatori, studiosi , analisti  ecc. che sono consapevoli del fatto che il nostro attuale sistema economico, basato su di una crescita materiale e quantitativa continua, presenta ormai serie ed evidenti difficoltà ad essere sostenuto dai sistemi naturali che ne consentono la sopravvivenza.

Parallelamente si sta diffondendo ed ampliando sempre di più il dibattito sull'inadeguatezza dei classici indicatori utilizzati dai modelli economici dominanti, come il Prodotto Interno Lordo (PIL) divenuto, nell'arco di questi decenni, sia nel mondo politico, ma anche in quello dei media e dell'informazione in genere, un vero e proprio simbolo della ricchezza e del benessere di una nazione.

Finalmente quello che, da diversi decenni, validissimi ed  attenti studiosi che si occupano delle relazioni tra i sistemi naturali ed i nostri sistemi sociali hanno sollevato ed analizzato con grande acume ed intuizione sta lentamente diventando patrimonio comune, dopo essere stato marginale per tanto, troppo, tempo.

Numerosi grandi studiosi hanno contribuito a questi campi di indagine che si sono andati affinando proprio negli ultimi decenni ma che hanno visto figure di grandi capacità di analisi e ricerca anche nell'Ottocento e a cavallo tra Ottocento e Novecento fino ai nostri giorni. Tra questi è obbligatorio citare figure quali Stanley Jevons (1835-1882), Serge Podolinski (1850-1891), Wilhelm Ostwald (1853-1932) premio Nobel per la Chimica, Vladimir Vernadsky (1863-1945), Alfred Lotka (1880-1949), Friederick Soddy (1877-1956) anch'egli premio Nobel per la chimica, Leslie White (1900-1975), George Kingsley Zipf (1902-1950), il grande economista Nicholas Georgescu-Roegen (1906-1994) fondatore della bioeconomia che ha poi dato i natali alla disciplina che oggi definiamo Ecological Economics (economia ecologica), il grande ecologo Howard Odum (1924-2002)  e tantissimi studiosi che stanno operando in questi ultimi anni a cavallo tra Novecento e nuovo secolo.

Tutti questi notevoli personaggi ci hanno aiutato a comprendere meglio le relazioni esistenti tra i sistemi naturali e i sistemi sociali e ad analizzare gli stock di energia e materia ed i flussi che attraversano i metabolismi nell'interazione di questi sistemi complessi.

Uno straordinario sforzo internazionale si sta oggi avendo nel valutare i nuovi indicatori di benessere, di performance economica, di progresso sociale e di sostenibilità.

La scorsa settimana il premio Nobel per l'economia Joseph Stiglitz ha presentato il rapporto finale del lavoro della Commission on the Measurement of  Economic Performance and Social Progress, da lui coordinata insieme ad un altro importante premio Nobel per l'economia, Amartya Sen ed al noto economista francese Jean Paul Fitoussi, commissione voluta agli inizi del 2008 dal presidente francese Nicholas Sarkozy (vedasi il sito www.stiglitz-sen-fitoussi.fr).

Il rapporto, oltre ad essere estremamente interessante, è economicamente e politicamente molto rilevante. Scaturisce da una Commissione veramente di alto livello, dove sono presenti altri premi Nobel per l'economia , come Daniel Kahneman, prestigiosi economisti come, ad esempio, Lord Nicholas Stern, ben noto per aver pubblicato la cosidetta "Stern Review on Climate Change" sui costi economici del cambiamento climatico. Tra i membri della Commissione vi è anche, unico italiano, Enrico Giovannini, per anni all'OCSE e, da poco, nominato presidente dell'ISTAT.

Inoltre la rilevanza politica del rapporto è data anche dal forte appoggio del presidente francese Sarkozy che lo ha voluto, scatenando un dibattito internazionale di alto livello, anche nell'agenda politica planetaria.

L'obiettivo del lavoro della Commissione è stato proprio quello di identificare i limiti del Prodotto Interno Lordo (PIL) come indicatore della performance economica e del progresso sociale; di considerare quali informazioni aggiuntive sono necessarie per la produzione di nuovi indicatori di progresso sociale più rilevanti; di sistematizzare la possibilità di strumenti capaci di misure alternative e di discutere come presentare le informazioni statistiche in modalità appropriate.

La Commissione ha fatto chiaramente presente che il PIL costituisce una inadeguata misura per dare conto del livello del benessere nel tempo, particolarmente nelle sue dimensioni economiche, sociali ed ambientali, nella visione che oggi viene definita di sostenibilità.

Il PIL viene ritenuto uno strumento non sbagliato in se stesso ma per l'utilizzo errato che ne viene fatto.  Un messaggio chiave del rapporto è che ormai è giunto il tempo per modificare i nostri sistemi di misurazione delle performance economiche e per porre quindi l'enfasi non più sulla misurazione della produzione economica ma sulla misurazione del reale benessere delle persone. E, il rapporto aggiunge altrettanto chiaramente, che le misure del reale benessere devono essere poste in un contesto di sostenibilità.

Il rapporto ha analizzato a fondo tre tematiche centrali relativamente al motivo che ha condotto alla nascita della Commissione e cioè alla misurazione delle performance economiche e del progresso sociale: i classici temi che sono legati al PIL, la qualità della vita e la sostenibilità.

Il rapporto inoltre argomenta 12 raccomandazioni che partono proprio dalla valorizzazione di numerosi aspetti e capacità di misurazione di tanti fattori che non sono compresi nel PIL. La misurazione e la capacità di assessment riguardante la sostenibilità è stato un impegno centrale della Commissione, proprio perché la sostenibilità pone la sfida di determinare almeno i livelli correnti di benessere che possono essere mantenuti per le generazioni future.

Il rapporto della commissione Stiglitz diventa oggi una lettura obbligata per chiunque abbia la volontà di modificare in positivo l'attuale stato delle cose. E' quindi un fatto di grande rilevanza che il dibattito politico internazionale si sia arricchito di un ulteriore valido, autorevole ed argomentato strumento che fornisce un significativo contributo per far voltare pagina alle nostre società, imboccando la strada ineludibile della sostenibilità dei nostri modelli di sviluppo socio-economici.

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