[28/09/2009] News toscana

Del Lungo sul futuro di Firenze: «Ś alla pedonalizzazione, ma occorre dare risposte alla mobilità e non solo spostare il problema»

FIRENZE. Sul futuro di Firenze e sulle ultime decisioni prese dal sindaco Matteo Renzi di domande ne sorgerebbero tante (vedi altro articolo, link a fondo pagina), e ci sarebbe da ribadire ancora una volta come il defunto passaggio della tramvia al duomo sembrava un ottimo modo di perseguire gli stessi obiettivi ma senza con ciò gravare sui flussi di traffico automobilistici intorno al centro e in periferia, già molto intensi e che andrebbero invece ridotti. Per fare il punto sulla vicenda, abbiamo sentito il parere di Claudio del Lungo (nella foto), ex-assessore all'Ambiente nella precedente amministrazione.

Del Lungo, la pedonalizzazione di piazza Duomo è necessaria? E' utile?

«Assolutamente si, per molti motivi: attualmente si concentrano sul duomo circa 1800/2000 autobus al giorno, e ad alcune fermate si creano ingorghi di autobus anche di 70-80 metri. E' evidente che la pedonalizzazione ridurrebbe l'inquinamento atmosferico in una zona peraltro molto frequentata. Si ridurrebbero inoltre le vibrazioni cui sono sottoposti i monumenti, e diminuirebbe anche l'inquinamento acustico: strade come via Martelli o via dell'Agnolo, molto strette e percorse da varie linee di autobus, sono oggi altamente rumorose.
Il problema è dove far passare gli autobus e come far muovere le persone: forse con i bussini la cosa sarebbe fattibile, anche se ho dubbi».

Quindi lei è favorevole alla soluzione-bussini?

«Guardi, io ero favorevole alla tramvia: un mezzo silenzioso, non inquinante, e ad alta capacità, mentre i bussini portano al massimo 20 passeggeri e non risolvono il problema del passaggio di centinaia di migliaia di persone in quel tratto».

Alcune tra le linee principali, secondo le previsioni, sposterebbero in parte o del tutto sui viali le tratte che oggi passano per il duomo. E naturalmente sui viali la congestione è destinata, in assenza di altre misure, ad aumentare. Quindi il gioco vale la candela o no?

«Così facendo si sposterebbe il problema, non risolverebbe nulla: ripeto, l'unica strada praticabile è la tramvia, poi se ci sono i soldi al limite si può fare una metropolitana. Ma prima va fatta la tramvia: nessuna città ha fatto prima la metropolitana e poi la tramvia.
Ma poi immaginiamo come faranno le persone ad andare in duomo, una piazza distante 2 km da piazza Libertà e 1 dalla stazione (le due più vicine fermate, se il progetto andrà a regime, nda): anche prendendo i bussini non si risolve il problema, e nemmeno se venissero adottati modelli elettrici più grandi (40-50 persone). Perlomeno, ci vorrebbe lo stesso numero di passaggi di oggi.
Discorso diverso è (era, nda) il tram: le vibrazioni sono molto minori dei bus, perchè il peso grava su tutta la rotaia, e i mezzi portano 200 persone per volta, davanti agli 80-90 dei bus attuali».

Si parla di pedonalizzazione del duomo da una parte, ma dall'altra nel dibattito si è riaffacciata anche la questione della circonvallazione-nord, cioè il famigerato tubone Castello-Varlungo.

«Sono sempre stato contrario al progetto: esistono studi finanziati dalla Cassa di Risparmio, durante i quali io posi 3 quesiti, che poi sono gli stessi che espressi 14 anni fa durante la discussione della tratta Tav Firenze-Bologna. La prima questione riguarda dove andranno (e come saranno riutilizzati) i milioni di mc di smarino che eventualmente deriveranno dai lavori. Poi c'è l'inquinamento atmosferico: quando si concentra su gallerie così lunghe (e con due soli sbocchi) una così grande massa di traffico si crea un forte inquinamento localizzato intorno agli sbocchi d'uscita. Come saranno affrontati questi problemi, insieme a quelli della sicurezza del tunnel? E infine c'è la questione della falda, poichè in varie zone interessate (es. il Poggetto) ci sono già problemi di movimenti geologici superficiali.
Certo, sono tutti problemi che sono affrontabili, se le cose sono fatte bene: ma alla fine anche così si sposta il problema del traffico, mentre il punto fondamentale è che bisogna dare una risposta alla mobilità, e se la risposta è spostare il problema, allora non è una vera risposta».

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