[28/09/2009] News toscana

Qualche domanda sulla pedonalizzazione del duomo di Firenze

FIRENZE. L'improvvisa accelerazione in avanti che, con le dichiarazioni del sindaco Renzi della scorsa settimana, è stata impressa al progetto per la pedonalizzazione di piazza Duomo, riveste un carattere duplice: da una parte è indubbio come l'allargamento di un'area pedonale già presente, e l'inclusione in essa dell'intero perimetro della cattedrale, apre prospettive interessanti per lo sviluppo della mobilità dolce nel capoluogo e libera monumenti di primario interesse dalla morsa del traffico, finora incidente sui lati nord ed est della cattedrale.

Non dispiace, cioè, immaginare la Firenze del prossimo futuro come realmente attraente per i flussi pedonali e per quelli su bici, oggi effettivamente penalizzati dalla sostanziale incompletezza della Ztl e dalla generale inosservanza di essa, facilitata anche dalla carenza di controlli. Ed è comunque degna di interesse l'impostazione che la nuova giunta, sia pure talvolta con una certa mentalità dirigistica e insieme a misure che hanno destato non poche perplessità (a parte ovviamente lo stop al passaggio della tramvia, si pensi all'abolizione sul controllo-sosta da parte dei "vigilini" e dei conseguenti 5-6 milioni di euro che non andranno a bilancio per il solo secondo semestre del 2009, misura che ora sembra in via di riassorbimento attraverso una maggiore presenza sul territorio dei vigili "ufficiali"), sembra intenzionata ad imprimere alla mobilità da e per il centro di Firenze.

Ma proprio in questo sta il lato oscuro della scelta intrapresa, e che secondo le previsioni sarà operativa dal 25 ottobre: se in questi giorni di autunno siccitoso sembra tutto semplice e agevole, è da immaginarsi cosa avverrà nelle mattinate piovose e fredde che avvolgono la città nei mesi invernali.

Secondo dati Ataf-Legambiente, infatti, oggi nel tratto via Martelli-via Cerretani (cioè duomo-stazione Smn) passano circa 35.000 persone: è immaginabile che andranno tutte a piedi per chilometri, sotto la pioggia o con 2 gradi sopra zero? O magari prenderanno i bussini elettrici, che contano al massimo 20-25 posti? E cosa succederà ai veicoli per le merci e ai taxi (oltre che alla vivibilità del centro per i residenti, ma questo è un discorso a parte)? E davvero qualcuno pensa seriamente all'assurda ipotesi di sostituire l'impatto della tramvia al duomo con quello - mille volte superiore - dei tapis-roulant nel centro di Firenze?

E, proseguendo con le domande che sorgono davanti alla questione, se davvero le linee principali (tra cui citiamo l'1, il 23, il 17, il 14) dovranno, in tutto o in parte, sostituire il loro passaggio al duomo con il transito sui viali di circonvallazione, di quanto aumenterà la già costante congestione del traffico privato sui viali? Sono stati compiuti studi al riguardo, o davvero dobbiamo immaginare che, come si dice, uno si alza la mattina e sceglie di chiudere il duomo ai bus, e se il traffico sui viali aumenta (e di quanto?) chi se ne importa?

E poi c'è un'ultima domanda: ma non sarà che Firenze rischia, a questo punto, di ritrovarsi con il duomo integralmente pedonalizzato, ma contemporaneamente di dover affrontare le velleità di chi (e sono tanti, a Firenze) vuole riportare in auge il mai compianto progetto-tubone, cioè il piano per un percorso automobilistico parzialmente sotterraneo da Castello a Varlungo, che passerebbe alle pendici della collina di Fiesole e che si sta riaffacciando nel dibattito in questi giorni?

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