[28/09/2009] News toscana

Efficienza energetica, il sindaco di Pisa scrive a Berlusconi per scongiurare la bocciatura del bonus del 55%

FIRENZE. «Estrema preoccupazione per le notizie che giungono riguardo ai contenuti della nuova legge finanziaria in discussione in Parlamento per l'annullamento delle misure a favore del risparmio energetico e dell'autoproduzione di energia da fonti rinnovabili nella costruzione di nuovi edifici abitativi o nelle ristrutturazioni». Parole del sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, espresse in una lettera che il primo cittadino ha oggi inviato al premier Berlusconi.

E' citato anche il paradosso «particolarmente amaro» per cui la notizia del ritiro degli incentivi è giunta proprio nel momento in cui «a Pisa il consiglio comunale stava approvando, con larghe convergenze politiche (il Pdl si è astenuto, nda) e dopo un fitto e partecipato confronto con esperti e rappresentanze, il Regolamento edilizio per la sostenibilità energetica", che orienta e incentiva buone pratiche costruttive e uso di pannelli solari e fotovoltaici».

Il regolamento, approvato il 24 settembre, sarà attuato in via provvisoria e monitorato per un anno, poi tornerà al consiglio per le eventuali modifiche e l'approvazione definitiva. Tra gli ambiti più interessanti è da segnalare l'adozione di un indice di sostenibilità ambientale, il cui punteggio sarà attribuito attraverso l'analisi di vari parametri (in special modo energetici, ma in generale riguardanti la pressione sul capitale naturale) e andrà da -2 a +5.

Per ogni progetto per nuova edificazione o di ristrutturazione integrale il punteggio minimo dovrà essere zero, mentre se a giudizio degli esperti il progetto avrà punteggio positivo, sono previsti meccanismi progressivi di premialità tramite sgravi sugli oneri di urbanizzazione e/o incrementi volumetrici.

A ciò si aggiungono, nel regolamento, misure volte a diminuire l'impatto derivante dalla produzione di calore: tutti i nuovi impianti termici dovranno necessariamente essere ad alto rendimento, mentre al di fuori del centro storico le misure saranno ancora più serrate e imporranno, in caso di realizzazione di impianti ex-novo o rifacimenti totali di essi, di coprire almeno il 50% del fabbisogno di energia tramite le rinnovabili.

E anche l'impostazione partecipativa che prevede un anno di tempo per vedere l'efficacia della legge e la sua compatibilità sul territorio è positiva, anche se sussiste il rischio di rimandare scelte che invece (anche davanti all'incombere di vari progetti di ampio impatto, come la nuova area industriale di Ospedaletto) necessitano di essere messe in atto in via definitiva il prima possibile.

Ed ecco che ora, almeno secondo il sindaco, incombe la possibile cancellazione di misure, come lo sgravio del 55% per l'efficienza energetica, che «hanno dato ottimi risultati, ripagando lo sforzo finanziario dello Stato, attivando investimenti stimati per tre miliardi di euro, come volano della nostra "green economy", consentendo risparmi per le famiglie». Inoltre, secondo Filippeschi, «questo gravissimo arretramento contraddice apertamente le intese intercorse nei mesi scorsi fra Governo e Regioni sui tavoli istituzionali», ed è quindi auspicato un «ripensamento in sede di discussione della legge finanziaria, confidando comunque nella sensibilità dei Gruppi parlamentari».

Al di là della vicenda del taglio dei fondi, appare necessario evidenziare come in questa fase di forte espansione della green economy sono proprio le città d'arte, come Pisa, a dover fare i maggiori passi in avanti: questo perché, se è vero che (timidamente) si stanno affacciando, nelle programmazioni urbanistiche delle comunità, reali stimoli all'affermazione delle energie rinnovabili e in generale di tecniche eco-compatibili in ambito edilizio, è anche vero che le aree storiche e monumentali sono finora in buona parte escluse dai provvedimenti, come testimonia anche il regolamento sopra citato.

La questione naturalmente è complessa, e non si può certo pensare che la riqualificazione energetica di un edificio rinascimentale sia paragonabile a quella di uno moderno, o scrollare le spalle davanti ai problemi di impatto che alcune tecnologie (come il fotovoltaico) possono avere nel loro inserimento nei centri storici.

Ma se il sentiero è tracciato, la strada va invece ancora costruita, ed essa non potrà non passare per l'adozione di misure più coraggiose per individuare ulteriori ambiti di applicazione delle rinnovabili anche nei centri storici, superando le resistenze culturali e anche quelle burocratiche, magari attraverso un'azione più concertata con le soprintendenze e gli altri organi di controllo. E il problema, com'è ovvio, non si ferma ai confini del comune di Pisa, ma investe immediatamente tutte le località Toscane di interesse storico-architettonico, in primis il capoluogo.

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