[05/10/2009] News

Nessun pasto è gratis: neppure per la biologia molecolare

LIVORNO. Oggi tutte le scienze, da quelle naturali a quelle sociali, si confrontano con un approccio sistemico, perché il paradigma sistemico legge i singoli fenomeni, anziché come isolati, come parte di un tutto. Non fa eccezione la biologia molecolare, di cui tratta un interessantissimo intervento di Edoardo Boncinelli apparso oggi sul Corriere della Sera, propedeutico a lanciare Bergamo Scienza, la rassegna di divulgazione scientifica in programma la prossima settimana nella città lombarda.

La moderna biologia molecolare, spiega Boncinelli, è nata negli anni Quaranta, quasi contemporaneamente alla teoria dell'informazione e a quella della cibernetica, assumendone molti dei concetti: del resto, scrive il professore - «la vita è intrinsecamente informazione, informazione che fluisce e che viene continuamente utilizzata, dal dna della prima cellulala-uovo fecondata alle complessità anatomiche e funzionali di un corpo adulto»

Dal nostro punto di vista è particolarmente interessante la definizione che  Edoardo Boncinelli dà dell'entropia, vista attraverso il prisma della biologia molecolare: «Il più grosso pericolo per l'informazione - prosegue il capo del Laboratorio di biologia molecolare dello sviluppo presso l'Istituto Scientifico San Raffaele - è l'entropia, che misura proprio la perdita di informazione che si osserva durante un dato processo: l'informazione produce controllo e ordine, l'entropia casualità e disordine, perché se l'entropia sale, l'informazione si perde, mentre se si acquista informazione si riduce l'entropia. Ma quest'ultima cosa non accade mai all'interno di un sistema chiuso dove l'entropia non può che salire o al massimo restare costante, e quindi l'informazione deve per forza diminuire».

E qui si arriva al dunque, che riporta la riflessione alla teoria sistemica e introduce il concetto di limite e quello di carryng capacity, che pure non sono mai nominati esplicitamente dal professore Boncinelli. Ma anzi è proprio per questo che l'intervento pubblicato sul Corriere della Sera risulta importante: perché l'impossibilità di una crescita infinita e fine a sé stessa, qui non viene annunciata da un ambientalista, ma dimostrata scientificamente dalla biologia molecolare, che ne prende semplicemente atto.

«Il fatto è che noi non siamo sistemi chiusi, non lo è il singolo vivente e non lo è la materia vivente nel suo complesso: siamo sistemi aperti attraverso cui transitano in continuazione materia, energia e informazione (...). Il cibo che mangiamo e la luce del sole sono le fonti dell'informazione di cui abbiamo bisogno e un po' ne restituiamo al mondo circostante, sotto forma di calore, escrementi, acqua e anidride carbonica».

Un perfetto equilibrio dinamico dunque, almeno all'apparenza, perché la spada di Damocle che pende sul nostro sistema si chiama appunto secondo principio della termodinamica: «L'aumento locale di ordine (fornito dall'informazione, ndr) che si osserva in ciascun essere vivente è poi ripagato dal disordine che ciò crea nell'ambiente circostante, così che il saldo totale è sempre un aumento di entropia (...). Gli esseri viventi inquinano e l'inquinamento del mondo circostante è il prezzo della vita».

Che nessun pasto fosse gratis probabilmente i lettori di greenreport si sono stancati di sentirselo dire, eppure anche la biologia molecolare dice proprio questo, tanto che il professor Boncinelli conclude il suo intervento ricordando che «la terra nel suo complesso è una ben curiosa postazione spaziale: si abbevera avidamente della luce del sole e si carica continuamente di scorie inutilizzabili: chi la osservasse da lontano potrebbe pensare a un enorme inghiottitoio di energia e di informazione», che poi sputa fuori caos.

L'impostazione teorica e pratica della sostenibilità deve del resto molto agli ambiti transdisciplinari talvolta definiti come scienza del caos o della complessità, come spiega bene Gianfranco Bologna nel suo Manuale della sostenibilità, e come per esempio continua a non voler capire Franco Battaglia, che anche nel suo articolo di sabato sul Giornale, a commento della tragedia messinese, citava  un «sedicente scienziato climatologo che recentemente sentenziò: "molteplici fattori che stanno destabilizzando il cambiamento climatico globale potrebbero, in ogni momento, fra diventare il mondo molto più caldo o persino molto più freddo". Quando si dice idee chiare distinte» è il commento - che dice davvero tutto - del nostro Battaglia!

Lasciando da parte l'ignoranza, quello che invece notiamo manca all'intelligente fotografia scattata di Boncinelli è piuttosto l'indicazione di una strada da seguire  per governare la limitatezza delle risorse alla luce dell'entropia: riconsiderare le risorse, il loro limite, il loro delicato equilibrio dinamico, la loro possibile distribuzione in rapporto alle esigenze degli ecosistemi e dei sistemi sociali, comporta la necessità di ridiscutere alla radice le formule e i principi che regolano l'economia, riportandola ad essere strumento per il governo della polis. Questa strada si chiama scienza della sostenibilità, ed è appunto alla base dell'economia ecologica che anche questo giornale cerca di promuovere e far conoscere.

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