[07/10/2009] News toscana

Caso Chimet: per l'amministrazione provinciale di Arezzo, se l'azienda si vuole ampliare deve ripresentare il progetto

FIRENZE. La Chimet, l'azienda di Badia al Pino in provincia di Arezzo, se vuole procedere all'ampliamento deve ripercorre l'iter di presentazione della domanda, in sostanza deve ripresentare il progetto. Questo in sintesi il parere (negativo) espresso della Giunta provinciale in merito alla compatibilità ambientale del "Progetto per ampliamento, risanamento ambientale e riqualificazione paesaggistica" dello stabilimento Chimet.

Alla base della presa di posizione dell'amministrazione provinciale sono state indicate le carenze progettuali e di studio riscontrate, motivate nei verbali della Conferenza dei servizi, come pure nel rapporto dell'Inchiesta pubblica. «Tali carenze per la loro quantità e qualità, non consentono di individuare compiutamente gli effetti degli interventi proposti e di valutarne la loro compatibilità ambientale ed impediscono la prosecuzione del procedimento» dichiarano dall'amministrazione.

La giunta ha inoltre precisato che la procedura di approvazione del progetto ed i conseguenti atti da emanarsi da parte delle amministrazioni competenti sono subordinati alla presentazione di una nuova domanda e alla successiva pronuncia dell'Autorità competente in materia di Valutazione dell'impatto ambientale. Infine la nuova domanda dovrà anche essere corredata da una nuova versione della documentazione progettuale ed ambientale, completa ed organica. Si riparte da capo quindi.

Vedremo ora i passi che farà l'azienda, che aveva già indicato di voler spostare i nuovi investimenti all'estero. «Non ci sono particolari commenti da fare - dichiarano il presidente della provincia di Arezzo Roberto Vasai e l'assessore all'ambiente Andrea Cutini - se non sottolineare che quella assunta dalla giunta è una decisione che giunge a chiusura di un approfondito e partecipato percorso tecnico, condiviso da tutti i soggetti competenti: provincia, comune, Asl e Arpat».
Di tenore diverso invece il giudizio dell'amministrazione provinciale in merito all'esercizio dell'attuale stabilimento: «sulla base dei contenuti e delle motivazioni del giudizio conclusivo dell'inchiesta pubblica, alla luce della documentazione presentata, la giunta ha dato atto che il procedimento, svolto in sede di Valutazione dell'impatto ambientale sull'esistente, consente di confermare le autorizzazioni ambientali relative agli attuali livelli produttivi e di trattamento». Però nella delibera viene stabilito che la provincia convochi entro 30 giorni la Conferenza dei Servizi per procedere ad un aggiornamento dell'Autorizzazione integrata ambientale a suo tempo rilasciata a Chimet Spa.

Torna all'archivio