[09/10/2009] News toscana

Per i disastri annunciati non basta la protezione civile. Anche in Toscana

PISA. Il disastro di Messina come tanti altri prima ha fatto scattare immediatamente il livello di attenzione anche in Toscana. Il TG 3 toscano ci ha informati, ad esempio, dei rischi ad Arezzo ma anche  altrove. E a scattare come sempre è innanzitutto la protezione civile, una sorta di effetto Bertolaso. Anche l'anniversario della alluvione di Firenze riguardò soprattutto questo profilo sebbene l'assessore Betti avesse parlato di una situazione non buona di alcuni dei nostri fiumi e non solo sotto il profilo della sicurezza ma anche della loro condizione ecologica. Pochissimo insomma -e non solo in questa occasione- si è parlato e si parla dell'assetto idrogeologico e non soltanto per quanto riguarda le risorse assolutamente irrisorie.

Si capisce perciò che abbia fatto  scalpore la dichiarazione di Matteoli che  su Messina non ha trovato di meglio  che dire,  andremo avanti con il ponte sullo stretto. Ma nessuno ha ricordato che si deve proprio a Matteoli che lo fece votare in una maniera mai verificatasi prima in nessun consesso parlamentare e non, il nuovo Codice ambientale cha pochi anni fa ha manomesso la legge 183 quella appunto sui bacini idrografici e il suolo. Tanto manomessa che essi sono stati ridisegnati cervelloticamente e ancora non sono in grado di rispettare le disposizioni comunitarie. Ma mentre per la legge si procede come sulla  Salerno-Reggio Calabria, il 1 ottobre la Gazzetta Ufficiale ( una vera sinistra coincidenza) con il Decreto 140 diventato legge  dal nuovo assetto del ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare è stata cancellata la direzione generale della difesa del suolo. Dai prossimi mesi la ‘centrale' antifrane del Ministero non esisterà più dopo essere stata ridotta al lumicino con meno di 200 milioni di euro a disposizione. Ora sparirà del tutto per essere assorbita in una più vasta direzione generale dove perderà ogni connotazione specifica. E tutto ciò mentre si discute di Codici, Carta delle autonomie  che dovrebbero spalancare le porte al federalismo altrimenti Bossi scende in guerra. Tra le cose da fare c'è appunto quella di  ridisegnare le politiche del governo del territorio. Ma della legge che è in lista d'attesa da tempo chi ha notizie? Ancora una volta si parla solo e confusamente di norme urbanistiche mentre sul resto, appunto, registriamo abrogazioni, tagli, manomissioni e non solo per l'assetto idrogeologico ma anche per la tutela della natura e del paesaggio dove si assiste a recuperi centralistici che non sembra preoccupare finora più di tanto. Evviva il federalismo, dunque, mentre intanto regioni ed enti locali sono tenuti a bagno maria.

Non si penserà spero che con i piani casa e simili si possano fronteggiare problemi di questa portata che a me non pare siano seguiti e gestiti con l'impegno indispensabile e non solo a Roma. Neppure nel dibattito all'interno del PD in Toscana ho avuto l'impressione che questi aspetti abbiano trovato -nonostante le robuste tradizioni politiche. istituzionali e culturali di questa regione- l'attenzione e il rilievo che la situazione richiede.

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