[13/10/2009] News

Il grande sogno di Enrico Falqui

FIRENZE. Churchill affermava che "la democrazia è il peggior sistema di governo dopo tutti gli altri"; lo stesso si può dire dell'economia di mercato che possiede l'ingordigia necessaria per essere, in alcuni cicli storici quale quello attuale,  lo strumento di una crescita indiscriminata che degrada in modo irreversibile il capitale naturale, senza tenere conto delle "esternalità" sull'uso dell'ambiente e delle risorse.

Ad esempio, sia la struttura che i livelli dei prezzi dei consumi energetici sono il frutto di una potente "manipolazione"della struttura delle tariffe, facendo pagare di meno i consumi maggiori e penalizzando tutte le innovazioni che producono maggiore efficienza negli usi finali dell'energia.

In altre parole, possiamo dire che tutti conoscono l'importanza che i "megawatt"di energia elettrica prodotta hanno sulla struttura dei prezzi dell'energia ma nessuno ha mai calcolato, per definirne le tariffe i "negawatt" di energia risparmiata, utilizzando maggiore efficienza e innovazione tecnologica " di sistema"nei cicli produttivi e nei sistemi insediativi urbani.

Lo stesso ragionamento vale per il consumo di carburante da parte degli autoveicoli e per la definizione della struttura dei prezzi del combustibile, "alla pompa"(di benzina).

Se, invece esistesse un mercato dei "negachilometri"( cioè la quantità di chilometri risparmiati annualmente dall'automobista, attraverso spostamenti effettuati con vettori sostitutivi, più efficienti e più innovativi nel ciclo di mobilità del sistema urbano), le società petrolifere ed automobilistiche , soggetti determinanti in qualsiasi Paese nella formazione della struttura dei prezzi dei carburanti, scoprirebbero che è più facile diminuire l'uso della macchina e che servirebbero meno autostrade ed infrastrutture.

La spiegazione di tutto ciò è assai semplice: i "negawatt"così come i "negachilometri" non sono una merce soggetta a contrattazione, arbitraggio, mercati secondi, prodotti derivati e a tutti quei meccanismi di mercato che regolano il mercati dei beni materiali a scala globale.

Tuttavia, dopo l'elezione di Barak Obama alla presidenza del più potente Stato capitalista del mondo, alcuni segnali di inversione di tendenza nelle strategie economiche, che influenzano i grandi Trattati internazionali sull'ambiente e sulle modificazioni climatiche, hanno cominciato a manifestarsi con maggiore forza.

 

Nel prossimo summit di Copenhagen (novembre 2009), saranno presenti 192 Paesi per sottoscrivere un "Trattato mondiale sul Clima", il cui contenuto può rappresentare una svolta storica per l'intera comunità economica mondiale e per le prospettive ecologiche del nostro Pianeta.

Per la prima volta, nella storia dei Trattati internazionali, il documento descrive il percorso che il mondo dovrebbe avviare, riconoscendo che l'incremento delle temperature globali deve mantenersi al di sotto dei 2 gradi. Inoltre, si stabilisce un tetto globale alle emissioni, associato ad un idoneo budget di carbonio, spiegando in dettaglio come i paesi in via di sviluppo e quelli industrializzati possano contribuire alla salvezza del Pianeta e delle sue popolazioni, coerentemente con i propri mezzi e le proprie responsabilità, in modo tale che i Paesi più poveri e più vulnerabili possano essere protetti e risarciti.

 Gli "sherpa" diplomatici americani hanno stavolta appoggiato ed influito sui Paesi in via di sviluppo, affinché si discuta un vero e proprio testo legislativo per concludere un accordo globale e ambizioso che contenga impegni legalmente vincolanti per i Paesi industrializzati e stabilisca percorsi a basso contenuto di carbonio per i Paesi in via di sviluppo, sostenuti dall'aiuto dei Paesi più ricchi ed industrializzati.

(continua)

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