[14/10/2009] News

Spunta un secondo possibile relitto radioattivo nel mare calabrese

LIVORNO. Mentre si susseguono le prese di posizione allarmate o al contrario tranquillizzanti sull'ipotesi di un secondo relitto che sarebbe stato avvistato al largo delle coste calabresi, il sottosegretario all'Ambiente Menia ha incontrato oggi il Sindaco del Comune di Cetraro Giuseppe Aieta e al fine di comunicare l'invio, entro la prossima settimana, della nave geostazionaria Ocean, capace di effettuare un'ispezione del relitto localizzato ormai diverse settimane fa con eventuale prelievo di campioni utili a confermare la natura del carico di rifiuti affondato dalla ‘ndrangheta.

E' stato inoltre deciso che nel corso della prossima settimana il governo, nelle persone dei sottosegretari Menia e Bonfiglio, si recherà a Cetraro per incontrare i rappresentanti degli enti locali e per effettuere un sopralluogo per verificare lo svolgimento delle operazioni di accertamento.

Intanto sulla base della cartina della Oceanic disposal management Inc. (socie¬tà creata dall'imprenditore Giorgio Comerio, per l'affondamento programmato di scorie radioattive nei fondali marini), agli atti della commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti, Legambiente ha ipotizzato che l'eventuale secondo relitto individuato «potrebbe essere quello della nave Mikigan affondata il 31 ottobre 1986 nel mar Tirreno calabrese con il suo carico misterioso, sicuramente protetto da granulato di marmo (materiale utilizzato per schermare materiali altamente radioattivi), dopo essere partita dal porto di Massa Carrara, altro porto spesso citato nelle indagini sulle navi fantasma e luogo dal quale partì anche la Rigel, poi affondata con analoghe caratteristiche nel 1987 a largo di Capo Spartivento».

«"Le navi dei veleni costellano i nostri mari. Le segnalazioni di questi giorni e l'ultimo ritrovamento sono la prova che chi cerca trova - ha dichiarato il vicepresidente di Legambiente Sebastiano Venneri - e urge intervenire in forze e con strumenti adeguati per recuperarle e mettere in sicurezza il loro inquietante contenuto. E' evidente poi che non ci sono solo le navi segnalate dal pentito Fonti. Numerose indagini sullo smaltimento illegale dei rifiuti in Italia indicano molteplici casi di affondamenti sospetti da verificare».

«Purtroppo però - ha aggiunto Nuccio Barillà di Legambiente Calabria - è drammaticamente sotto gli occhi di tutti la totale inerzia delle istituzioni in tal senso. Ad un mese dall'avvistamento del relitto a largo di Cetraro, che si sospetta fortemente essere la Cunsky, nessuna operazione concreta è stata avviata per il recupero e la verifica dei suoi contenuti. Addirittura, non si è mai avuto notizia dell'arrivo della nave della Saipem (gruppo Eni) che secondo il ministro Prestigiacomo sarebbe partita da Cipro il 7 ottobre per verificare la situazione del relitto di Cetraro, mentre l'Astrea, altra nave mandata dal ministero per le prime operazioni di monitoraggio, sarebbe ferma a largo di Maratea in attesa di autorizzazioni proprio da parte dello stesso ministero».

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