[14/10/2009] News toscana

La Toscana è la seconda Regione ad approvare una legge sul rischio sismico

FIRENZE.  Mentre a livello nazionale impazza il triste balletto dei miliardi di euro necessari per mettere in sicurezza i territori individuati a rischio frane e alluvioni, il consiglio regionale della toscana ha approvato la legge sul rischio sismico , diventano così la seconda regione, dopo l'Umbria, a dotarsi di questo struemnto di tutela del territorio. «La legge - ha spiegato l'assessore regionale alla protezione civile Marco Betti - favorisce la ricerca, al fine di individuare strumenti di previsione sempre più efficaci, ma anche la formazione degli operatori del settore, sostiene il miglioramento del patrimonio edilizio ma dispone anche attività di informazione rivolte a tutti i cittadini. Un insieme di attività eterogenee con una sola finalità: diminuire al massimo il rischio sismico, e i potenziali danni».

Betti ha sottolineato come la legge esprima, una volta di più, l'attenzione della Regione per le tematiche della prevenzione dei terremoti: «In Toscana stiamo lavorando alacremente per avere un sistema antisismico sempre più efficiente: basti pensare, per esempio, l'azione rivolta a rafforzare il servizio simico e i geni civili, con l'assunzione, negli ultimi due anni di 40 figure professionali tra ingegneri, architetti e geologi».

«Con la legge approvata oggi - ha poi continuato Betti - si compie un importante passo avanti per la prevenzione. Ma, ne siamo consapevoli, resta ancora tanto lavoro da compiere. Decisivo è infatti il lavoro, in corso, per la messa in sicurezza di tutti gli edifici sensibili (come municipi, scuole, ecc) delle zone a rischio. Dal 2000 a oggi la Regione ha erogato più di 110 milioni di contributi ai comuni, e con questi finanziamenti sono stati messi a norma circa 500 edifici, e altri 500 sono stati monitorati. Ma ancora non siamo neanche a metà del cammino: si stima infatti ancora un fabbisogno di 400 milioni di euro per completare la messa in sicurezza di tutti gli edifici pubblici. Auspico che si possano individuare rapidamente, specie su scala nazionale, le risorse per completare questo percorso e compiere così un salto di qualità notevole nella riduzione del rischio».

Una legge importante perché «non è una legislazione d'urgenza». Così il presidente della commissione Ambiente, Erasmo D'Angelis, ha avviato l'illustrazione della legge che detta "Norme in materia di prevenzione e riduzione del rischio sismico", approvata dall'aula con il voto favorevole della maggioranza (29 voti) e l'astensione del Pdl e dell'Udc (11 voti). Il testo, ha chiarito D'Angelis, prevede lo stanziamento di una cifra tra i cinque e i sei milioni in tre anni, e prevede interventi anche di carattere strutturale che eliminano o riducono il grado di pericolosità, vulnerabilità ed esposizione al rischio sismico per il patrimonio edilizio, infrastrutturale e per la popolazione. Gli strumenti messi in campo per la riduzione del rischio, anche attraverso la collaborazione con enti di ricerca ed università, si articolano in attività differenti, quali la promozione e programmazione di studi e ricerche, il miglioramento del patrimonio edilizio con l'erogazione di contributi pubblici; campagne di informazione e sensibilizzazione dei cittadini e di formazione costante degli operatori del settore. E poi ancora azioni di indirizzo, coordinamento e vigilanza sull'applicazione della normativa tecnica antisismica con supporto e consulenza (eventualmente necessaria) agli enti locali per interventi edilizi. Sono previsti poi indagini e studi per la sperimentazione di tecniche di intervento, oltre alla creazione di una banca dati scientifici e tecnici mediante una rete di monitoraggio permanente.

«C'è da ricordare che la Toscana ha riclassificato interamente il proprio territorio sulla base dei criteri della mappa di pericolosità nazionale del 2006", ha detto D'Angelis, che ha sottolineato i numeri che interessano al nostra regione: 196 comuni, su complessivi 287 (e cioè circa l'80 per cento del territorio), sono a media o elevata pericolosità sismica. E' un rischio che riguarda il 70 per cento delle abitazioni private e degli edifici pubblici».

Lunigiana, Garfagnana, Montagna pistoiese, Mugello, Casentino, Valtiberina e Amiata sono le zone a più elevato rischio e qui sono presenti 90 comuni. La fascia di medio rischio, con sporadica attività sismica, comprende il Livornese, il Pisano, la piana fiorentina, il Senese e l'alta Maremma.

Il vicepresidente della commissione Ambiente, Andrea Agresti (An-Pdl), ha ribadito la posizione già espressa in commissione, preannunciando il voto di astensione. «Legge condivisibile nel merito, ma le risorse stanziate sono ridicole, per voler usare un termine benevolo: 2 milioni e 150mila euro previsti per il 2010 e altrettanti per il 20

Torna all'archivio