[16/10/2009] News

Svelato (in parte) il mistero della migrazione delle anguille

LIVORNO. Le anguille sono creature misteriose che dai corsi d'acqua dei Paesi europei raggiungono le vaste estensioni dell'oceano per un ciclo vitale di cui sappiamo ancora molto poco. Le femmine diventano molto più grandi dei maschi e possono raggiungere fino a 150 centimetri di lunghezza, hanno una vita media di 20 anni ma sono stati trovati esemplari anche di 90 anni. Mangiano insetti, molluschi e piccoli pesci. Quando sono pronte per depositare le uova cominciano a preparare la loro migrazione verso le loro zone di riproduzione che, in base alle dimensioni delle larve di anguille analizzate in precedenti ricerche, si pensa che siano situate nel mar dei Sargassi. Le anguille europee, depongono uova che si schiudono in larve trasparenti chiamate leptocefali, poi intraprendono il viaggio di ritorno verso l'Europa sfruttando le correnti oceaniche. Una volta arrivate, sono già piccole anguille, definite "cieche", che colonizzano i fiumi europei.

I ricercatori del progetto "European eels in the Atlantic: assessment of their decline" (Eeliad) sottolineano che «La migrazione riproduttiva dello stock di anguilla europea (Anguilla anguilla) dai fiumi e dalle acque salmastre europee fino al Mar dei Sargassi, è una delle più impressionanti imprese migratorie e di orientamento degli animali, ma è un mistero che più di 2000 anni di studi non hanno completamente risolto. Nessuna "Silver eels" é mai stata catturata in mare aperto, e gli habitat che si pensa vengano utilizzati dagli lo stock durante la migrazione sono estremamente difficili da campionare con le apparecchiature tradizionali. Si sa poco le anguille del loro viaggio verso le aree riproduttive, o anche se  se la deposizione delle uova avviene in una sola volta in un anno o per un periodo prolungato. In aggiunta a questo,non sappiamo quali siano le rotte adottate dalle anguille verso le loro zone di riproduzione, quali correnti oceaniche utilizzano come "hitch a lift" , per quanto tempo le anguille le prendano per arrivare alle  loro zone di riproduzione e quante anguille che lasciano l'Europa per deporre le uova raggiungano la loro destinazione, o muoiano durante il loro cammino».

Ma il gruppo internazionali di scienziati dell'Eeliad è appena riuscito nell'impresa di svelare il mistero del viaggio delle anguille e su "Science" spiega come è stato possibile seguire un branco di anguille per i primi 1.300 km di un viaggio di 5.000 km. 

Su alcune delle anguille irlandesi sono stati applicati dei trasmettitori satellitari chiamati "pop-up satellite archival tag" (Psat), che hanno consentito ai ricercatori di mappare la prima parte del viaggio e di raccogliere dati importanti su direzione, profondità di nuoto e comportamento migratorio di questi pesci serpentiformi e sugli ambienti marini che attraversano.

Lo studio ha rivelato che le anguille durante la notte nuotano nelle acque più calde, tra i 200 e i 300 metri, per poi spostarsi fino a 1.000 metri durante le ore diurne. Secondo David Righton, del Centre for Environment Fisheries and Aquaculture Science (Cefas - Gran Bretagna), si trattata «Di una scoperta del tutto nuova e possiamo solo ipotizzare i motivi alla base di questo comportamento delle anguille. Ipotizziamo che il modello osservato possa avere a che fare con la termoregolazione. È possibile che le anguille si spostino nelle acque più calde durante la notte per mantenere un ritmo metabolico e di nuoto adeguato, per poi scendere in acque più fredde e profonde per ritardare la maturazione delle gonadi. Questo significherebbe che gli animali mantengono il proprio profilo idrodinamico per la maggior parte della loro lunga migrazione per non sviluppare le uova. Diventano più pesanti, infatti, avrebbero bisogno di una maggiore quantità di energia per nuotare".

Kim Aarestrup, un ricercatore del National Institute of Aquatic Resources del Politecnico della Danimarca, che si è occupato dei trasmettitori utilizzati nel progetto, dice che «È un risultato sorprendente sotto diversi punti di vista. Seguire le anguille, una volta che hanno lasciato le acque europee, è molto complesso. Per questo motivo, il loro comportamento quando migrano verso i siti di deposizione rimane un mistero pressoché irrisolto. Lo studio ha ampliato le conoscenze sulla migrazione e ha sorpreso gli scienziati per vari motivi».

I ricercatori hanno sottolineato che l'ottimizzazione delle tecnologie satellitari di controllo consentiranno di tracciare per intero il processo di migrazione per la deposizione delle uova. Anche la minima informazione sulle migrazioni oceaniche e sui loro comportamenti aiuterà a migliorare enormemente la comprensione del ciclo vitale delle anguille.

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