[26/10/2009] News

Ecosistema urbano di Legambiente: nonostante l'autocompilazione č un Paese pių "tartaruga" che "lepre"

FIRENZE. Utilizza il paragone con alcune caratteristiche di noti animali, Legambiente per sintetizzare i dati del suo dossier "Ecosistema Urbano" giunto alla XVI edizione, il rapporto annuale realizzato con la collaborazione scientifica di Ambiente Italia e il contributo editoriale de Il Sole 24 ore, che riporta nell'edizione odierna tutti i particolari della ricerca.

E il quadro generale che emerge è quello di un paese lento (tartaruga) dove si registra una battuta d'arresto nelle politiche ambientali urbane e una scarsa agilità nello sfruttare le opportunità, anche economiche, offerte da una più attenta e lungimirante gestione dei rifiuti, della mobilità, dell'energia. Verbania (nella foto) vince la classifica della qualità ambientale davanti a Belluno e Parma, mentre sul fronte opposto Catania è la maglia nera: il capoluogo etneo butta al vento il 50% dell'acqua potabile immessa in rete, depura un terzo dei suoi scarichi fognari, raccoglie in maniera differenziata il 3% della spazzatura, ha un alto tasso di motorizzazione, un mediocre trasporto pubblico, pochissime isole pedonali e scarse zone a traffico limitato.

«Non investire nella sostenibilità urbana produce un doppio danno, sia locale che globale - ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente - nelle città infatti si concentrano le più alte percentuali delle emissioni inquinanti, dei consumi energetici e degli spostamenti: migliorando l'ecosistema urbano, quindi, si offre un ambiente migliore agli abitanti e, nello stesso tempo, si contribuisce alla riduzione dei gas climalteranti che stanno facendo salire la temperatura del pianeta. Proprio dai centri urbani, in vista del vertice di Copenaghen, potrebbe partire una sfida in tre settori determinanti: edilizia, mobilità e inversione dell'effetto "isola di calore".

Tre ambiti dove le pubbliche amministrazioni e le imprese devono promuovere innovazione, sostenibilità, riduzione dei consumi e delle emissioni con il coinvolgimento della ricerca, degli urbanisti e, non ultimo, della gente comune, che già esprime questi nuovi bisogni ma, come testimonia anche quest'anno Ecosistema Urbano, troppo di rado trova risposte adeguate sul territorio» ha concluso il presidente.

Tra le città "lepre" che ad esempio hanno già raggiunto con netto anticipo l'obiettivo del 65% di raccolta differenziata fissato per il 2012 dal decreto sul recupero dei rifiuti, oltre a Verbania troviamo Novara. Tra le città "formiche", che hanno saputo costruire nel tempo zone a traffico limitato significative, sviluppato una buona mobilità ciclabile e un servizio di trasporto pubblico mediamente efficiente troviamo Siena, Mantova, Pisa, Firenze. Tra le città "gazzelle" agili nel promuovere lo sviluppo del solare termico o del fotovoltaico, troviamo ancora Siena e Cremona, e nel lanciare politiche locali di efficienza e risparmio energetico, troviamo Terni, Rimini e Livorno.

Tra le "tartarughe" oltre alla citata Catania, ci sono altre città della Sicilia come Messina, Palermo ed Enna; infine tra le città "cicala", cioè quelle che cantano annunciando prodigiosi interventi antitraffico ma hanno un trasporto pubblico praticamente inesistente ci sono ad esempio Vibo Valentia, Crotone e Latina.

Questo è il quadro sintetico della situazione e da domani come al solito si innescheranno le polemiche e i malumori tra chi è stato penalizzato e i commenti di soddisfazione da chi ha visto riconosciuti gli sforzi di un lavoro indirizzato verso la sostenibilità. A essere discussi saranno proprio i dati della ricerca (relativi al 2008), che ricordiamo viene effettuata tramite questionari e interviste autocompilate rivolte ai 103 comuni capoluoghi di provincia.

I dati vengono sintetizzati in 27 indicatori di qualità ambientale, basati a loro volta su una settantina di indicatori primari riferibili a tre macro-classi. Indicatori di pressione, che misurano il carico generato sull'ambiente dalle attività umane (consumi idrici, elettrici e di carburanti, produzione di rifiuti, tasso di motorizzazione auto e moto), indicatori di stato che misurano la qualità dell'ambiente fisico (smog, verde urbano), indicatori di risposta che misurano la qualità delle politiche messe in campo dall'amministrazione pubblica (depurazione, raccolta differenziata, trasporto pubblico, mobilità sostenibile, isole pedonali e zone a traffico limitato, piste ciclabili, gestione ambientale nelle imprese e nella pubblica amministrazione, sviluppo di politiche energetiche, diffusione delle rinnovabili e rilevamenti di qualità ambientale). Sono dati elaborati ma forniti dalle pubbliche amministrazioni attraverso l'autocertificazione.

Sono quindi dati ufficiali ma sui cui non sarebbe male, a campione, ogni tanto andare a fare verifiche effettive sul territorio.

 

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