[27/10/2009] News

Per la Deutsche Bank investire sul clima in Italia è una scelta da coraggiosi...

FIRENZE. Gli sforzi compiuti negli ultimi tempi dal ministro dell'ambiente Prestigiacomo (Nella foto)per  far passare l'Italia come un paese attento all'economia "green", per ora non sono percepiti all'estero.  «Investire sul clima in Italia? Una cosa solo per i coraggiosi'', scrive il sito delle Nazioni Unite dedicato alla convenzione sul clima (Unfccc). Ma la considerazione è stata fatta dalla Deutsche Bank che ha analizzato le politiche ambientali di 109 paesi:  «Se state cercando opportunità di investimento collegate ai cambiamenti climatici, non mettete l'Italia in cima alla vostra lista. Non è assolutamente chiaro che tipo di legislazione il suo primo ministro Silvio Berlusconi intenda adottare sul clima». La Deutsche Bank fa il suo lavoro, cioè determina il livello di rischio per gli investitori del settore e non fa pervenire buone notizie nemmeno a Stati uniti, Regno Unito, Russia, Canada, India, Paesi classificati a rischio di investimento moderato, ma solo l'Italia è classificata al livello 3, quello che indica il coefficiente di rischio maggiore. Del resto chi semina vento raccoglie tempesta e le incertezze che emergono anche dalla Finanziaria per il settore della green economy, non tranquillizzano certo gli investitori. Tra i paesi invece dove gli investimenti nelle energie rinnovabili sono più sicuri, Francia, Germania, ma anche Cina e Brasile. La Deutsche Bank poi ha spiegato la metodologia con cui è stato elaborato lo studio commissionato alla Dbcca della Columbia University.

«Si basa sugli indirizzi di governo e le politiche quadro di sostegno dei paesi sulle tematiche ambientali: il 'Climate Traker' è la prima analisi del genere disponibile al pubblico. Incorpora i risultati ottenuti sulla base di un modello preparato dai ricercatori del Columbia Climate Center, che stima l'impatto sulle emissioni di CO2 di ciascuna delle 270 più importanti politiche sul clima, aggregandoli a livello nazionale, regionale e globale. Il Climate Traker -  ha aggiunto la banca - fornisce un rating di rischio di paesi e regioni basato sulla loro capacità di attrazione per gli investitori. E' destinato ad aiutare gli investitori a identificare i migliori rapporti rischi-utili sugli investimenti nel settore clima nel mondo» ha concluso Deutsche Bank. 

Gli eurodeputati verdi intanto chiedono che la Ue non perda la sua leadership mondiale nella lotta ai cambiamenti climatici, ed alzi invece la posta in gioco dei negoziati in corso impegnandosi per una riduzione delle emissioni del 30% entro il 2020, senza condizioni, oltre a fornire 30 miliardi l'anno ai Paesi in via di sviluppo. Del resto secondo gli scienziati se è vero che vogliamo rimanere entro la soglia dei 2 gradi di riscaldamento globale, è necessaria una riduzione del 40% delle emissioni. Se questa davvero è la strada da imboccare, come pensiamo, l'Italia dovrà dare il suo contributo e se le decisioni del governo saranno inequivocabili, forse il nostro paese dalla scelta green potrà trarre  qualche vantaggio anche di natura economica.

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